Yuichi Kimura: In una notte di temporale

Pioveva a dirotto.

Goccioloni che cadevano al suolo.

Le gocce del temporale di quella sera colpivano il minuscolo corpicino di una capretta bianca.

Sono le prime righe di In una notte di temporale di Yuichi Kimura. Il libro è molto breve, una sessantina di pagine, ma visto che i caratteri sono grandi e le illustrazioni occupano gran parte della pagina si legge davvero in un attimo. Le illustrazioni sono semplici, in bianco e nero, e non mi piacciono particolarmente. Il testo però è qualcosa di diverso. La quarta di copertina dice che “In una notte di temporale, un lupo e una capretta si rifugiano in una capanna abbandonata alle pendici di una collina. Il temporale infuria, la pioggia scroscia e nella capanna il buio è totale…”

Il lupo mangerà la capra? In fondo è questo che di solito fanno i lupi, se hanno una capra a portata di mano se la mangiano. La domanda attraversa le pagine insieme a una conversazione sorprendente, che mostra i diversi punti di vista dei due personaggi sui medesimi problemi. Il gioco del ribaltamento non è ozioso, al di là del pericolo reale e sempre incombente abbiamo anche modo di vedere come in certi casi – non sempre, questo è comunque bene ricordarlo – le cose cambino a seconda di quale sia il punto di vista da cui le si osserva. Ci ritroviamo anche a porci domande sull’amicizia e sui meccanismi che regolano i nostri comportamenti. Ridiamo in qualche momento buffo. Speriamo.

Sono tanti i sentimenti che attraversano le pagine di un libretto di un autore in Italia praticamente sconosciuto anche se, leggo nel libro, Kimura è autore di 250 libri per bambini e ragazzi, ha presentato diverse trasmissioni televisive e in Giappone In una notte di temporale è diventato uno dei libri di studio delle scuole elementari. Chi lo conosce certamente è Silvana De Mari, che lo ha citato – non c’erano indicazioni di titolo o autore perché i personaggi ne parlavano come di un racconto del loro mondo, ma era senza dubbio lui – in uno dei suoi romanzi, e in effetti la sensibilità della De Mari lega bene con quella di Kimura. Cosa succede quando

La capretta, senza pensarci, si rifugiò in una capanna abbandonata sul pendio della collina

è davvero tutto da scoprire.

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