Lorenzo Fantoni: Vivere mille vite

Ho notato per la prima volta Vivere mille vite nel 2020, all’epoca della sua prima pubblicazione. L’ho guardato, mi sono detta che sembrava interessante, poi mi sono chiesta quanto io fossi interessata ai videogiochi e l’ho lasciato giù. Ho giocato a Space Invaders e Packman, e i cabinati mi affascinavano. Giocavo poco, un po’ perché non avevo tante monete a disposizione, e un po’ perché non ero brava, ma mi piaceva guardare le partite. E poi… sì, c’è stato qualche altro gioco. Il Commodore 64, con i suoi giochi che impiegavano una vita a caricarsi. Campo minato e Tetris sul PC, probabilmente perché mi piace il ragionamento che c’è dietro, e anche perché non sono brava lì dove è richiesta la frenesia, la rapidità di movimento.

Poi, a un certo punto, li ho lasciati stare. Si fanno delle scelte, perché non c’è il tempo per tutto, e qualcosa rimane indietro. I videogiochi sono rimasti indietro. E il libro di Lorenzo Fantoni è rimasto in libreria, anche se io sono una lettrice forte. Avevo altro da leggere. Ma a volte la vita fa svolte impreviste, e nel rapporto fra me e i videogiochi la mia svolta imprevista si chiama Yuzuru Hanyu. Alla fine del 2022 ha interpretato un programma sulle musiche di Final Fantasy X. Per Hanyu un programma di pattinaggio non è solo una successione di elementi tecnici. Il regolamento richiede un certo numero di salti, un certo numero di trottole e di passi, e questo è ciò che fanno quasi tutti. Scelgono una musica e riempiono le caselline con gli elementi. Per lui un programma è una storia da narrare. Lo era quando gareggiava, lo è a maggior ragione ora che si sta dedicando agli show. E così mi sono scoperta a leggere qualcosa su Final Fantasy X, per capire meglio. Quel programma, A Fleeting Dream, è entrato anche nel suo show successivo, Gift, ancora visibile su Disney+. E poi anche nell’ultimo, Re_Pray, che spero sarà possibile rivedere in futuro, perché se gli altri show erano qualcosa di mai visto prima, Re_Pray è un ulteriore passo avanti.

Uno show sull’etica dei videogiochi? Davvero? Lui ama i videogiochi, questo lo sapevo da anni, ma cosa c’era da dire? E poi l’ho scoperto. Due programmi nuovi, Dark Messanger, da Final Fantasy IX, uno usato come titoli di coda con musiche da Lufia II, e poi A Fleeting Dream due volte, interpretato in modo lievemente diverso, perché qualcosa cambia fra il primo e il secondo tempo. E cambia perché c’è un ulteriore programma nuovo, Megalovania, da Undertale, e alla fine del primo tempo l’interprete, Hanyu, non riesce a salvare la partita che ha appena concluso. Perciò nel secondo tempo schiaccia re_play, rigioca, solo che invece di seguire la via genocida segue la via pacifista. Il gioco precedente non è stato salvato, e lui ricomincia da capo. E segue un percorso diverso. Nel suo show, nei giochi, questo è possibile, ma nella vita?

Non mi aspettavo che uno show di pattinaggio ponesse quesiti filosofici come quelli che pone Hanyu. Non mi aspettavo che per farlo attingesse a piene mani dal mondo dei videogiochi, con un’infinità di citazioni che gli appassionati di videogiochi riconoscono e di cui parlano, facendomi scoprire un’infinità di dettagli che non avevo notato. E non mi aspettavo di ritrovarmi a leggere libri sui videogiochi. Quello di Fantoni, che ho comprato il mese scorso nella nuova edizione pubblicata in autunno, è il più colloquiale dei tre che ho letto fino a questo momento. Mi ha riportata ai cabinati, con cui giocavo anche se ignoravo il nome di quegli affari ingombranti che andavo a cercare nei bar di paese, mi ha riportata ai videogiochi del Commodore 64, e attenta a non far vibrare il tavolo, altrimenti alla fine di una lunghissima attesa il gioco darà errore, mi ha riportata a qualcosa che fa parte di me più di quanto sospettassi. Vivere mille vite è la ricostruzione di un mondo, un viaggio nella memoria, e il racconto del cambiamento di un medium che è molto più ricco di quel che immaginavo. E, parallelamente, delle vite che si sono intrecciate alla storia del medium. Una piacevole lettura.

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