Le cronache del ghiaccio e del fuoco: Mondadori editore, Sergio Altieri e la traduzione

Sergio Altieri

Non so se sono stata invitata all’incontro con Mondadori come membro della redazione di FantasyMagazine o se perché ho chiesto pubblicamente la testa di Sergio Altieri su una picca. Senza false modestie sono un elemento importante della redazione di FantasyMagazine visto che ne faccio parte da oltre sei anni, dirigo una delle sue sezioni e ho scritto qualche centinaio di articoli. Molti dei quali, come ben sa chi mi legge, sono dedicati a George R.R. Martin.

Sul mio blog ovviamente continuo a parlare di Martin, anche se i lettori sono molti meno. Però posso usare tutt’altro tono. Su FantasyMagazine sono una professionista, sul blog sono un’appassionata lettrice. E pubblico i miei pezzi – a volte sono veri e propri articoli, più spesso sono monologhi a ruota libera – in qualsiasi momento mi viene voglia di farlo.

Per esempio, quando ho letto che Altieri nella traduzione della Danza dei draghi ha aggiunto il nome Eddard al più vago Stark scritto da Martin, mi sono inferocita. La reazione è stata immediata, anche perché io stavo aspettando con curiosità di poter leggere in italiano quel monologo interiore per vedere se c’era qualche indizio che avevo perso nella lettura di A Dance with Dragons dell’anno prima. No, a quanto pare anche con la mia conoscenza dell’inglese non proprio perfetta in certi casi è meglio una lettura in inglese a una in italiano, anche se ciò non toglie che in futuro intendo andare avanti in entrambe le lingue.

Ho letto il nome Eddard, ho strabuzzato gli occhi, l’ho riletto e ho iniziato a fumare. Ho chiuso il libro italiano, ho trovato il corrispondente passo originale, ho visto quello che aveva fatto Altieri e sono corsa al computer.

Di solito scrivo su un file word, magari anche un paio di giorni prima rispetto a quando voi leggete le mie parole. C’è un filtro, un tempo di attesa che mi consente di aggiustare i dettagli. Quel giorno ho scritto direttamente nel blog e ho pubblicato quello che avevo scritto senza pensarci due volte. Il risultato, che molti conoscono, è questo: https://librolandia.wordpress.com/2012/10/31/il-torneo-di-harrenhall-george-r-r-martin-e-sergio-altieri/

Ho fatto un errore anch’io, ho scritto Harrenhall, con due “l”, invece che Harrenhal con una “l” sola. Gli errori capitano, ne ho fatti anche altri sia con Martin (quante volte ho scritto Tyrrell invece di Tyrell solo perché per anni ho seguito il Campionato del mondo di F1?) che con altri autori. Ma l’errore di Altieri è un po’ più grave.

Tempo qualche giorno e sono un po’ sbollita. Un po’, non certo del tutto. Così ho scritto una mail a un conoscente che ho in comune con Sergio chiedendogli di girare a lui un mio messaggio. Ho spiegato ad Altieri il suo errore e gli ho anche detto che ne avevo parlato pubblicamente in modo decisamente colorito, aggiungendo lo stesso link che trovate qua sopra. Non ho l’abitudine di nascondere le cose o negare quel che ho fatto. Se Altieri si fosse offeso pazienza, non era mia intenzione offenderlo ma volevo che il libro fosse corretto. E questo è quel che gli ho chiesto: di segnalare in casa editrice la necessità di togliere quel nome. Non so da quando ci sarà la correzione, certo ho fatto la segnalazione troppo tardi per la seconda ristampa. Poi… bisognerebbe controllare. Controllerò.

Più o meno nel momento in cui io scrivevo ad Altieri un suo amico si è imbattuto nel mio blog e ha rotto le scatole a un altro amico (lo so, è un giro di persone lunghissimo) perché pensava che volessi chissà cosa. Il risultato è stato un altro messaggio mio in cui spiegavo che rapporti hanno i lettori di Martin con teste e picche. Il messaggio si trova qui: https://librolandia.wordpress.com/2012/11/09/di-teste-e-di-picche/. Attenzione però, contiene spoiler (anche fotografici) del Grande inverno e della prima stagione del Trono di spade.

E le picche non sono tutte qui, visto che nel Regno dei lupi Tyrion ordina a Jacelyn Bywater di togliere dalle picche certe teste se non vuole che ci finisca la sua, e che in una bellissima scena del Portale delle tenebre Sansa mette su una picca la testa di un gigante (pag. 378). E pure HBO fa la sua parte. Per promuovere al meglio la terza stagione di Game of Thrones ha organizzato una piccola mostra itinerante di costumi e oggetti di scena, mostra che purtroppo noi non vedremo mai. L’ha vista però Theresa Delucci, che ha postato alcune foto sul blog di Tor. Se avete già letto Il grande inverno o visto la prima stagione del Trono di spade guardate un po’ cosa ritrae la sesta foto: http://www.tor.com/blogs/2013/04/game-of-thrones-the-exhibit#more. Siamo un po macabri? La colpa è di Martin, che continua ad accoppare personaggi a destra e a manca. Ha ucciso pure me, facendomi congelare a nord della Barriera. Come? Con un giochino chiamato Try Our Game of Thrones death generator. Si trova qui http://www.vulture.com/2013/03/try-our-game-of-thrones-death-generator.html, e a me ha pronosticato “Freeze to death North of the Wall”.

Tornando in tema la prima puntata della mia discussione con Altieri è finita qui, con lui che, sempre tramite il nostro conoscente comune, mi ha fatto sapere che mi avrebbe risposto ma che, visto che era una risposta articolata, che gli serviva tempo per scriverla e che al momento era un po’ troppo impegnato e non sarebbe riuscito a farlo subito. Io ho preso per buona la sua mail, aspettato fiduciosa, ma non sono rimasta con le mani in mano.

Era da tempo che pensavo a questa traduzione. Fino a una dozzina d’anni fa io ho sempre letto i libri solo in italiano visto che non ero in grado di leggerli in inglese. Poi ho imparato la lingua e ho iniziato a leggere opere che ero convinta che non sarebbero mai state tradotte. Per questo non ho letto A Feast for Crows, sapevo che sarebbe stato tradotto e che in italiano avrei impiegato meno tempo, fatto meno fatica e capito di più. Le cose però cambiano, e non solo perché negli anni il mio inglese è molto migliorato. Ho iniziato a scrivere per FantasyMagazine, il che ha comportato anche frequentare regolarmente siti in inglese in cerca di notizie. Mi sono abituata alla lettura in lingua, tanto che a volte non faccio più nemmeno caso a quale sia la lingua che sto leggendo. E sono incappata nel problema spoiler.

L’ho già scritto, dopo la morte di Robert Jordan ho scritto tantissimi articoli su di lui. Ho letto tutto il suo blog, una quantità paurosa di interviste e un bel po’ di siti ricchi di informazioni estremamente affascinanti. E spoilerose visto che quasi sempre i lettori italiani si sono trovati in ritardo di uno o più libri rispetto a quelli americani. A proposito, Memoria di luce, traduzione di A Memory of Light, arriverà in italiano in luglio, perciò a breve raggiungeremo definitivamente l’edizione originale.

Ancor prima di leggere La lama dei sogni sapevo tutto quel che avveniva grazie a una quantità di spoiler paurosa. Naturalmente ho deciso che la cosa non si sarebbe più ripetuta, così ho letto in lingua originale i tre romanzi firmati da Robert Jordan e Brandon Sanderson e anche A Dance with Dragons, in attesa di poterli leggere in italiano.

Per questo ho letto l’ultimo romanzo di Martin in entrambe le lingue, oltre che per poterne scrivere una recensione per FantasyMagazine in tempi abbastanza brevi. L’attesa per me è un problema relativo, almeno finché aspettiamo tutti. Quando però non posso più frequentare siti che fino al giorno prima frequentavo abitualmente diventa un peso.

E qui torniamo alle traduzioni. Sapevo da anni che Altieri aveva scritto unicorno là dove Martin aveva scritto cervo. Se non sapete di cosa sto parlando evidentemente non siete miei lettori abituali, comunque almeno in questo stavolta sarò breve.

Nel primo capitolo del Trono di spade Robb e Jon trovano una meta-lupa morta a causa del corno di un animale che le è rimasto infilzato in gola. Martin aveva scritto che era un corno di cervo, e tutti i lettori della saga sanno che il cervo è l’animale araldico dei Baratheon come il meta-lupo lo è degli Stark. Allegro come presagio, vero? Infatti tutti si zittiscono.

Altieri, che trovava poco fantasy il cervo, lo ha sostituito con un unicorno.

Conoscevo da anni questo dettaglio per averlo letto su internet, ma lo reputavo un episodio isolato. Grave, ma comunque io il presagio l’avevo visto. La meta-lupa morta c’era, anche se la forza della scena era molto sminuita perché mancava il cervo. Presagio di morte per gli Stark, ma collegamento con i Baratheon sparito.

Ora passiamo un attimo al presente, e all’incontro del 4 marzo.

Al momento delle presentazioni Altieri mi ha chiesto se avevo portato la picca. È stato molto simpatico, e ha dimostrato di non essersela minimamente presa per le mie affermazioni. Poi magari dentro era infastidito ma questo non posso dirlo, al di là del fatto che le sue spiegazioni erano rivolte principalmente a me. Evidentemente io sono stata quella che ha proposto l’immagine più colorita. Bene, parlando del cervocorno (o unicocervo? Lo ammetto, a volte non resisto alla tentazione di girare ancora un po’ il coltello nella piaga), ha ammesso la sua responsabilità. Come già per le edizioni dei romanzi in due o tre volumi, ci è stato chiesto di fare mente locale. Altieri non si è reso conto di aver attenuato enormemente un presagio, altrimenti non avrebbe fatto quella modifica che continuiamo a rinfacciargli fino al punto di averlo esasperato. Sottovalutata l’importanza del nome, ha pensato di poter fare di testa sua. E io mi chiedo in quante delle sue decisioni s’inserisca un’altra attività di Sergio, quella di scrittore sotto lo pseudonimo di Alan D. Altieri. È possibile che il fatto di essere abituato a narrare le proprie storie e l’aver sviluppato la sua sensibilità lo abbia spinto qualche volta a uscire dal suo ruolo di traduttore per migliorare il romanzo che stava traducendo? In questo caso io penso di sì, anche in quell’incontro non ho avanzato il mio sospetto. Se sfugge il momento per fare una domanda potrebbe non ripresentarsi mai, e le cose da dire erano davvero tante.

La storia inizia con un prologo oltre la Barriera. Vediamo Estranei e non-morti, quindi l’ambientazione è assolutamente fantasy. In un contesto di questo tipo un animale “reale” come un cervo per Altieri voleva dire ben poco e lo ha cambiato. Capisco come possa aver fatto quel cambiamento ma non lo giustifico, per me lui avrebbe comunque dovuto rimanere fedele al testo. Non è questione di sensibilità, con una frase che può essere tradotta in due modi diversi e nella quale i miei gusti non coincidono con i suoi. È un cambiamento deliberato, qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare. Ma ormai lo ha fatto, ed è qualcosa di cui dobbiamo prendere atto. Avrebbe dovuto prenderne atto già parecchi anni fa Mondadori e correggere il testo nei tre punti in cui compare l’errore (Il trono di spade pag. 24, pag. 32 e pag. 69). Mondadori per parecchio tempo ha fatto finta di nulla. Io onestamente sono stanca di leggere, come mi è capitato più volte, il nome imMondadori, come se tutti i mali del mondo fossero legati alla casa editrice e a tutte le persone che lavorano al suo interno. Vorrei che ci rendessimo conto dell’importanza delle cose, e se anche con Altieri ho lanciato un bel grido pure io, non vado a sparlarne in ogni possibile occasione. Ho notato un tale che non apprezza Martin che spesso commenta i miei articoli per il solo gusto di sparlare di Martin. Ma chi glie lo fa fare? Se a me un autore non piace non perdo il mio tempo a leggere quel che lo riguarda, mentre sembra che alcune persone si divertano solo se possono parlare male di qualcuno.

Mondadori se n’è bellamente infischiata per anni dei fan che chiedevano ripetutamente la correzione dell’errore. Mondadori non è un ente di beneficenza ma un editore che deve far quadrare il bilancio, e se dovesse stare dietro a tutte le richieste dei lettori avrebbe ben poco tempo per fare il suo lavoro, cioè pubblicare libri. In questo caso l’errore è grave, lampante e semplice da correggere, ma lo sappiamo noi che amiamo la saga e la leggiamo con passione. Per l’editore Il trono di spade è, o meglio era, un libro come tanti, ed è difficile stare dietro a tutto. Quante lamentele riceveranno? E quante sono davvero giustificate? Molte volte le persone si lamentano per assurdità, dobbiamo ricordarci anche di questo, e l’editore deve distinguere fra le lamentele serie e quelle basate sul nulla. Certo, la cosa più semplice è ignorarle tutte.

Sono colpevoli dell’errore, Altieri per averlo fatto e Mondadori per non averlo corretto? Sì. Possiamo crocifiggerli, o magari mettere la loro testa su una picca? No, anche se possiamo scherzarci sopra. Ora l’errore verrà corretto quindi prediamo questo risultato positivo e finiamola qui. Al massimo se ne può parlare in articoli che tracciano la storia della saga, ma non vale la pena spenderci su altro tempo o altre energie.

Torniamo ad Altieri nel 1998, cioé il momento in cui ha effettuato la traduzione. Perché ha fatto il cambiamento? Perché il cervo non gli piaceva, lo ha detto chiaramente. Evidentemente pensava di non fare nulla di grave, e pensava di farla franca. Fosse stato per me l’avrebbe fatta franca. Ormai sono anni che lo so, ma da sola non me ne ero accorta. Mi è stato detto, altrimenti per me quello sarebbe rimasto per sempre un corno di unicorno.

Cos’è successo in questi anni che ha cambiato le carte in tavola? Abbiamo avuto l’esplosione di internet. Qualcuno scopre una cosa ed entro poco tempo lo sanno tutti. Un lettore capisce che Jon è figlio di Lyanna e Rhaegar, ci mette sotto il naso le prove e noi in un primo momento ci chiediamo come abbiamo fatto a non capirlo prima, poi ci trasformiamo in altrettanti propagatori dell’idea, magari autoconvincendoci di averlo capito da soli. Qualcuno vede l’errore, lo scrive su internet, e tutti vogliamo la testa di Altieri… ok, l’ho già scritto.

Altieri ha fatto deliberatamente la sua modifica per aderire maggiormente al tono fantasy del prologo. Quante volte cose di questo tipo sono successe in passato? Noi ora ci indigniamo, ma siamo sicuri che le traduzioni effettuate negli anni ’80 o ’70 o ancora prima siano corrette? Se l’errore non mi fosse stato segnalato non me ne sarei mai accorta. Anche conoscendo questo dettaglio, se non mi fosse stato detto che c’erano altri errori ugualmente non me ne sarei mai accorta, almeno nella maggior parte dei casi. Lo so perché abbiamo internet, e perché ho letto questa discussione: http://www.labarriera.net/forum/index.php?showtopic=9200. In quel forum io scrivo sotto il nome di kindra, e come potete vedere (e come ha sottolineato anche Matteo/Lord Beric nel famoso incontro) faccio parte degli elementi più moderati. Però a furia di leggere commenti sul tal errore e sul tal altro errore e su quella svista e su una particolare modifica… ho iniziato a leggere in parallelo Il trono di spade e A Game of Thrones. Almeno nell’impostazione generale sono rimasta moderata: https://librolandia.wordpress.com/2012/01/15/le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco-da-george-r-r-martin-a-sergio-altieri/. Certo, su qualche singolo episodio mi sono divertita a ironizzare, ma fino alla famosa testa sulla picca (e di nuovo in seguito) ho criticato il problema, richiesto una revisione ma nulla più. Se avete voglia (e tanto tempo da perdere) potete rileggere i commenti che si trovano sotto la categoria “George R.R. Martin rilettura” e vedere quel che ho trovato. Internet mi ha messo una pulce nell’orecchio, il resto l’ho fatto da sola. Ma se non ci fosse stato internet non avrei fatto nulla. È questa la differenza che Altieri e Mondadori non potevano prevedere. Probabilmente in passato molte traduzioni sono state fatte come questa, solo che i pochi che se ne sono accorti non avevano modo di esprimere la loro indignazione e non è scoppiato nessun caso.

Dopo aver parlato dell’unicorno – che comunque verrà corretto – Altieri ha parlato delle altre caratteristiche della traduzione. Ha parlato dei nomi, spiegando i suoi criteri per la traduzione, e visto che continuava a guardare me gli ho detto che io non ho mai criticato i nomi scelti da lui, vedere per credere https://librolandia.wordpress.com/2011/11/21/george-r-r-martin-a-game-of-thrones-la-graphic-novel-e-le-traduzioni/. Probabilmente ne ho parlato anche da un’altra parte, ma scrivo talmente tanto che a volte è difficile anche per me ritrovare i miei testi.

Anche i titoli dei libri sono scelta di Altieri, per i quali ha scherzosamente ammesso le proprie responsabilità. Una volta che Mondadori ha deciso di spezzare i romanzi alcuni titoli andavano inventati. Non tutte le sue scelte mi piacciono, ma qualche scelta andava fatta, e ormai sono talmente abituata a romanzi che cambiano titolo in traduzione da non farci più caso. Ho fatto qualche commento sulle traduzioni dei titoli dei romanzi qui: http://www.fantasymagazine.it/rubriche/17503. Comunque non è un problema fondamentale, e non ho intenzione di dedicargli più tempo ed energie del necessario. Vorrei che i titoli fossero tradotti correttamente, ma se questo non avviene non ci perdo il sonno.

Sergio ha anche spiegato che è la prima volta che gli capita di veder pubblicate le scansioni di due pagine – in lingua originale e in traduzione – in modo che tutti possano fare il confronto fra i due testi. Ovviamente si rivolgeva ancora a me, ma in questo caso non ce l’avevo con lui.

L’errore di traduzione c’è, e io l’ho debitamente segnalato. Nel testo italiano manca una frase presente invece in quello originale, dedicata al fabbro Mikken. Frase non fondamentale, ma che comunque avrei voluto veder presente anche nella nostra lingua. In questo caso le mie parole sono state abbastanza moderate:

Evidentemente la frase è saltata, vuoi per una svista nella stampa, vuoi per una svista del traduttore. Visti tutti gli altri errori e libertà presenti l’ipotesi che viene in mente per prima è la seconda. Così perdiamo un tocco di colore in più, e per Martin è importante il realismo e la descrizione degli ambienti, la sottolineatura di quanto Ned si preoccupi di tutto quello che accade nel suo castello, il legame fra Arya e Mikken, che dopo tutto ha forgiato Ago, e una nuova citazione del fabbro, in modo che quando tornerà nella storia sarà ben presente nella nostra mente.

Quest’affermazione non è piaciuta a un certo mirko, il quale mi ha fatto notare che

Vorrei far presente una che fra la traduzione e la stampa un apposito revisore RIVEDE completamente la traduzione proprio per evitare frasi saltate o fraintendimenti. Lo so che questo toglie il divertimento del gossip sulle altierate, ma i meccanismi dell’editoria non sono tali che nessun traduttore può pubblicare ciò che vuole senza essere passato prima per le mani del revisore poi del redattore.

È il primo commento di una discussione fra me e lui che non ha portato da nessuna parte: .https://librolandia.wordpress.com/2012/06/20/il-trono-di-spade-di-george-r-r-martin-capitolo-22-arya/. Però so una cosa che all’epoca non sapevo: ora Altieri conosce il mio blog (magari non lo conosceva all’epoca di quella discussione ma le cose possono sempre cambiare), e ne ha letto certamente alcune pagine. Penso solo quelle che lo riguardano, comunque è arrivato all’incontro del 4 marzo ben preparato. Tornando alla discussione da quel che ho capito secondo mirko visto che ci sono revisori e redattori che rivedono il testo le frasi non possono sparire per sbaglio. Il che significa che la frase non può essere saltata, a meno che non sia stata tolta di proposito (ipotesi che io non ho mai avanzato per la sua evidente assurdità). Se la frase non è saltata o io ho le traveggole e mi invento le cose che non esistono o mi diverto a sparlare degli altri per puro divertimento. Per questo ho fatto la scansione delle due pagine: https://librolandia.wordpress.com/2012/06/24/non-scordiamoci-di-mikken/. In questo caso non ce l’avevo con Altieri ma con mirko, e volevo chiudere una discussione che si era trascinata avanti fin troppo a lungo. Così chiunque può fare il confronto fra i due testi e trarre da solo le sue conclusioni.

Alla fine siamo arrivati anche all’Eddard Stark della Danza dei draghi. All’inizio dell’incontro ci avevano elogiati, dicendo che siamo noi il futuro della critica. Tentativo di lusingarci per metterci di buon umore e renderci meno critici? Può darsi, certo c’è in questo una notevole verità. Se voi volete una notizia su Martin cercate su Il Corriere della Sera, La Repubblica o su internet? Ormai anche i giornali cartacei parlano saltuariamente di Martin, vende troppo, è troppo importante, per poterlo ignorare completamente. In fondo le pagine dedicate a cultura e spettacolo le hanno. Ma si tratta di articoli una tantum, che dicono ben poco. Volete analisi approfondite delle Cronache del ghiaccio e del fuoco? È qui (e sulle miriadi di altri siti specializzati, non ho la pretesa di essere l’unica persona – o l’unica persona competente – che scrive di Martin) che dovete venire. Sapere chi sia la mamma di Jon Snow? Capire cosa sia davvero successo ad Harrenhal? Ecco, quello non è ancora chiaro del tutto, comunque noi ne parliamo e influenziamo la gente. Non siamo riconosciuti dai critici ufficiali, ma su certe cose siamo più influenti e aggiornati noi di loro.

Ci hanno anche detto che noi siamo l’élite, e che non dobbiamo misurare gli altri in rapporto a noi. Vero anche questo, mi sono da poco imbattuta in questo commento:

Mi sto facendo un trip sul blog di sta tizia, sembra si studi Martin dalla mattina alla sera:

librolandia | Con il nostro pensiero, noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda.

Vedere l’archivio relativo a Martin e rilettura di Martin. Impressive.

Darlkess, se mi stai leggendo anche stavolta ti assicuro che ho un lavoro, un marito, due figlie – una va in prima elementare, l’altra è al primo anno della scuola materna – e che nella mia giornata oltre a studiare Martin dalla mattina alla sera faccio anche tante altre cose. Di corsa perché sono troppe, ma ne faccio tante.

A me un commento così fa ridere (in senso buono), comunque è un’indicazione di come sono percepita. Ogni tanto qualcuno mi dice che dovrei scrivere un libro su Martin visto come lo conosco e a quante domande rispondo, magari anche con risposte molto articolate. Il che significa che non sono la persona migliore per dire cosa è comprensibile e cosa non lo è per un lettore un po’ più distratto o occasionale. Fatti per me evidenti per altri sono oscuri. Gli episodi, i nomi, a volte si dimenticano. Mio marito ha impiegato poco più di un anno per leggere i primi undici volumi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, poi ha dovuto aspettare tre mesi per poter leggere La danza dei draghi, appena pubblicato. In tre mesi si era già dimenticato un bel po’ di cose, e continuava a farmi domande. Per questo Altieri appena può scrive nome e cognome: per far ricordare meglio il personaggio. Se la guardiamo da questo punto di vista ha ragione lui, con così tanti nomi e cose da ricordare non tutti ricordano tutto e qualsiasi aiuto è ben accetto. Peccato che almeno in un’occasione, quella del torneo di Harrenhal, abbia aggiunto un nome quando non avrebbe dovuto farlo.

Da quel che ci ha detto lui è un appassionato delle Cronache, e convinto sostenitore della teoria R+L=J. Solo che anche lui è un essere umano, e a volte non nota dettagli o magari non è sospettoso di tutto come altri lettori. L’unico Stark che ricordava essere stato associato ad Ashara era Ned e così Sergio ha aggiunto il suo nome. Per lui fine della storia, almeno finché io non ho fatto scoppiare il putiferio.

Errore grave, ma fatto in buona fede. Avevo bisogno della sua spiegazione per capire il motivo alla base dell’errore, dimostrazione di quanto sia difficile calarsi nel punto di vista degli altri senza un aiuto. Ha comunque fatto un errore, ma aveva i suoi motivi. Ora la traduzione sarà corretta, e ce n’è davvero bisogno. Sperando che non si verifichino più episodi di questo tipo.

Più in su ho scritto che non mi sono fermata in attesa della risposta di Altieri alla mia mail. In novembre ho iniziato a scrivere un articolo serio sui problemi della traduzione. Ho avuto bisogno di alcuni mesi sia perché scrivo nei ritagli di tempo, e a volte sono ritagli così piccoli da essere quasi inesistenti, sia perché l’articolo era lungo e complesso e volevo che fosse preciso.

Non ho inserito tutto quello che so. Non l’ho fatto semplicemente perché già così è un articolo lunghissimo, il più lungo che io abbia mai pubblicato su FantasyMagazine. Quando l’ho terminato, all’inizio di febbraio, l’ho inviato a Emanuele, il direttore della testata, per l’approvazione. Gli ho detto di rivederlo con calma, tanto non era un articolo di attualità che doveva essere pubblicato all’istante, e poi lui ha ancora meno tempo libero di me.

Dopo due o tre settimane mi ha detto che andava bene e che potevamo pubblicarlo. A quel punto l’ho bloccato io, perché ero già stata invitata all’incontro Mondadori. Volevo sentire cosa avevano da dire prima di pubblicare qualcosa. Naturalmente quando ero lì ho detto che avevo quest’articolo già pronto e che lo avrei pubblicato nel giro di qualche giorno. Altieri e gli altri hanno ridacchiato, ma non penso ne siano stati proprio entusiasti. Io però non sono il loro ufficio stampa perciò se ho qualcosa da dire, anche se non gli piace, la dico.

Ho modificato qualche frase. Non tanto, quanto bastava per dire che intendono correggere la traduzione. Non ho tolto un solo errore, ma visto che sapevo delle correzioni sarebbe stato scorretto non dire nulla. L’articolo è questo: http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/18518/le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco-una-traduzio/. Undici pagine di critica rigorosa, con citazioni delle pagine e spiegazione dell’errore, e non ho coperto che una minima parte della saga. Molti hanno apprezzato il mio lavoro, non tutti. Ho ricevuto anche questo commento:

Oltretutto trovo ridicolo il tono dell’articolo, che teorizza che in quanto l’opera e’ diventata famosa, ALLORA necessita di correzioni. Come se altrimenti tutto questo fosse accettabile.

Ok, allora sono ridicola, la cosa mi tocca poco. Però vorrei che tutti ricordassimo che le case editrici non sono associazioni benefiche, e che il loro scopo è guadagnare. Se un libro vende poco per loro qualsiasi investimento oltre alla spesa iniziale è uno spreco. Non ragioniamo da ragazzini immaturi che vorrebbero un mondo perfetto. Il mondo non è perfetto e dobbiamo accettare la realtà per quella che è. La traduzione contiene parecchi errori. Sarebbe stato bello se fosse stata fatta subito bene ma così non è stato. Le ragioni Altieri le ha spiegate. Posso non condividere il suo modo di lavorare, e posso dirglielo, ma più di questo non posso fare. Sarebbe stato bello se fosse stata corretta subito, ma commercialmente parlando la cosa non è fattibile. Se un editore modificasse tutto quello che gli chiedono i lettori non farebbe altro che fare correzioni. In più ci sarebbero certamente lettori pronti a chiedere modifiche prive di senso, e servirebbe davvero tanto tempo per valutare ogni richiesta dei lettori. E ogni investimento ulteriore su opere già pubblicate va attentamente soppesato per valutare se ne valga la pena.

Solo quando c’è un guadagno sicuro l’editore investe altri soldi rispetto a quelli stanziati in un primo momento per diritti d’autore, traduzione e quant’altro. È per questo che la correzione arriva solo ora. Avrebbero potuto decidersi un anno prima, ma meglio tardi che mai.

E comunque non ho perso l’abitudine di mettere il dito nella piaga. Se io non farò mai carriera un motivo c’è: non ho peli sulla lingua, e se vedo qualcosa che non mi convince non mi faccio problemi a dirlo.

In questo caso Mondadori si sta lustrando l’immagine a un costo molto ridotto. Hanno accolto le richieste dei fan, e questo è un ottimo sistema per farsi apprezzare, ma attenzione: non hanno parlato di revisione della traduzione. Questo sarebbe stato un lavoro lungo e costoso, al quale io avrei potuto partecipare – se me lo avessero chiesto – solo a pagamento, proprio per via dell’enorme impegno richiesto. No, hanno parlato di correzione degli errori, e infatti un paio di giorni dopo abbiamo tutti ricevuto una mail nella quale ci invitavano a segnalare gli errori da correggere. Correzione quasi a costo zero, visto che il lavoro di ricerca lo abbiamo fatto noi e loro si devono solo occupare di ristampare il testo, cosa che comunque ha un costo.

Io ho inviato la mia lista. Molti degli errori compaiono nell’ultimo articolo che ho linkato, altri sono indicati qui sul mio blog, altri ancora sono presenti solo in alcuni file che non ho mai pubblicato. Ho impiegato quattro giorni a preparargli un file leggibile con dati che già conoscevo. Non ho aggiunto nulla che non conoscessi, non faccio il lavoro al posto loro. Ho segnalato quel che sapevo, impiegando tempo a mettere tutti in ordine e a renderlo comprensibile, ma non sono andata alla ricerca di nulla. È questo il mio contributo alle prossime edizioni della saga. Molte delle cose che ho segnalato le avranno segnalate anche altri, qualcuna forse l’ho segnalata solo io. Dalle prossime ristampe i lettori avranno in mano libri migliori. Non perfetti, bisognerebbe fare un lavoro sistematico per questo, ma almeno alcuni problemi spariranno.

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31 risposte a Le cronache del ghiaccio e del fuoco: Mondadori editore, Sergio Altieri e la traduzione

  1. Giuseppe ha detto:

    Uau!! Ottimo articolo! Sulle traduzioni da una lingua all’altra e sul lavoro dei traduttori sono state scritte centinaia di migliaia di pagine ma, da quel che so per interposta persona (due insegnanti di Lettere della scuola superiore dove anch’io insegno) su un paio di cose TUTTI i “critici” sono d’accordo:
    1. il lavoro di traduzione è, per forza di cose, sempre “impreciso” in quanto il traduttore è inevitabilemente (almeno) anche un pochino “autore”; la prova ovvia? “Google translator” o “Babylon”, chiunque abbia provato ad usarli sa quali risultati letteralmente ridicoli si ottengono;
    2. i traduttori sono praticamente sempre “professionisti” cioè persone che vivono del loro lavoro quindi tempo, concentrazione, “piacere” di quanto fanno, antipatie/simpatie, esigenze editoriali, ecc. hanno una notevole influenza.

    Concludo: i “fan” hanno possibilità che “l’industria editoriale” non ha e Internet ha messo a nudo in maniera evidente gli errori/orrori dei grandi (e piccoli) editori. Lei ha il merito di aiutare a migliorare nei dettagli (purtroppo le garantisco che tra le 10-12 persone, me compreso, che conosco e a cui piacciono “le Cronache” nessuna si era accorto dell’unicornocervo…..) il prodotto che le piace; se Mondadori e Altieri non lo capiscono alla lunga saranno -giustamente- spazzati via dal mercato.

    Grazie.
    Giuseppe

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    • Avevo pensato di inserire nell’articolo per FantasyMagazine un brano tradotto con Google translator, proprio per sottolineare come la traduzione non sia mai meccanica ma sempre un’interpretazione, poi ho sorvolato perché già così l’articolo era lunghissimo. A questo punto non credo che lo farò mai, ma non posso escludere nulla con certezza.
      Altieri ha molteplici attività. è traduttore, per anni ha diretto le collane da edicola di Mondadori e scrive romanzi sotto lo pseudonimo di Alan D. Altieri. Non so quanto tempo abbia a disposizione per le traduzioni, se il tempo è poco è ovvio che piò curare meno il suo lavoro. In qualche caso però sospetto che si faccia influenzare molto dalla sua sensibilità come autore. Sa di saper scrivere, e ci mette del suo anche quando non dovrebbe.
      L’errore dell’unicorno lo può notare solo chi legge il libro sia in inglese che in italiano. Ora in realtà la cosa è più evidente con la serietelevisiva e la graphic novel che mostrano ben evidente il palco di corna, ma prima si poteva sapere solo con una duplice lettura, o se si veniva informati da qualcuno. Sono altre le cose che stonano, e che si notano anche a una semplice lettura in italiano. Però finché sono casi isolati si tende a pensare a refusi, la magior parte delle modifiche sono visibili sono con un confronto diretto fra le due lingue.
      Mondadori alla fine ha notato che le critiche erano troppe, anche perché se Martin è stato il loro autore di punta nel mercato del tascabile 2012 fare finta di nulla sarebbe stata una palese dimostrazione di menefreghismo nei confronti dei lettori. Se ne sono accorti e hanno optato per una soluzione per loro comoda. Avrei preferito una vera revisione perché ho notato troppe modifiche per non essere convinta che ce ne siano un bel po’ anche nelle pagine che non ho controllato, che corrispondono a ben 11 volumi italiani.
      Diciamo che per ora è un primo passo, speriamo che prima o poi proseguano e facciano una revisione completa.
      Grazie per i complimenti
      Martina

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  2. M.T. ha detto:

    Tu dici di aver fatto un errore nel scrivere un nome aggiungendoci una L, ma questa è una svista; certo a livelli professionali questo non deve succedere.
    Quello che ha fatto Altieri è molto peggio: è andato oltre il lavoro di traduttore che ricopriva, ha voluto modificare il testo di un altro autore, cambiandone il significato. Se la si vuol chiamare ignoranza, presunzione o arroganza, ognuno è libero di decidere; sta di fatto che quanto fatto è mancanza di rispetto verso Martin e verso i lettori. Una cosa che non viene dimenticata e per le quale non sono sufficienti scuse.
    Sulla frase saltata che tu citi, oltre alla mancanza di Altieri, c’è la mancanza dei revisori: questo significa che il lavoro della casa editrice non è poi così professionale come vuol far credere.
    Mancanza totale di rispetto anche della Mondadori che ha fatto finta di nulla dinanzi alle proteste dei lettori: un non ascoltare che sta a indicare che li reputa delle nullità, buoni solo per dare soldi.
    Domanda provocatoria: Mondadori penserà mai di restituire i soldi ai lettori per avergli dato un prodotto falsato?
    Lo scopo di una casa editrice è guadagnare, è vero, ma visto i prezzi ha il dovere di dare prodotti di qualità. A maggior ragione se spezza un libro in tre parti quando in realtà sarebbe un tomo solo facendolo pagare più di cinquanta euro quando in originale ne costa venti o meno. Come se non bastasse tu e altri avete fatto per loro un lavoro di qualità a costo zero: comodo. Bel modo di fare davvero il loro, complimenti.

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    • Alla tua domanda non rispondo, sai bene anche tu che non ce n’è bisogno. Trovo anch’io molto comodo il loro modo di fare, voi segnalate gli errori che noi correggiamo, in modo da ridurre al minimo la loro parte. Infatti l’ho segnalato.
      Ho comunque mandato una bella lista di errori, che mi ha preso parecchio tempo, per rispetto nei confronti dei lettori futuri, in modo che loro possano avere fra le mani libri migliori. Però visto che il grosso del lavoro è stato messo sulle nostre spalle senza un vero riscontro da parte loro, non ho cercato un solo errore che già non conoscessi prima di quell’incontro. Posso decidere di impiegare il mio tempo per passione, perché mi diverto a parlare di questa saga, non mi diverto a lavorare gratis. E ovviamente una lettura in parallelo delle due versioni implica una gran quantità di lavoro.
      Prendiamolo come un passo avanti, magari in futuro si riuscirà a ottenere anche la revisione.

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  3. M.T. ha detto:

    La domanda logicamente non ha risposta, è una semplice provocazione: tutti sanno che Mondadori non farà mai una cosa del genere.
    Un plauso ad appasionati come te che hanno fatto un lavoro preciso e minuzioso, meritereste d’essere pagati per il lavoro che invece non ha fatto chi di dovere. Naturalmente anche questo non avverrà, purtroppo. Ma almeno sarebbe doveroso da parte di Mondadori riconoscere quanto avete fatto, menzionando nelle nuove edizioni tutti i nomi di chi ha permesso una versione più corretta e ringraziando; tempo purtroppo che anche questo non verrà.
    Tu lo vedi come un passo avanti, di certo sarà un qualcosa di migliore rispetto a quanto dato finora, ma visti tutti gli anni passati, il tirare avanti per la propria strada senza curarsi mai dei lettori, dimostrando la considerazione che si ha di loro, per me è bocciatura totale. Se poi Mondadori crede di farsi pubblicità positiva con questo modo di fare che vuole dimostrare che ascolta i lettori, si sbaglia: sta facendo vedere che sfrutta altri per non spendere nulla e avere solo guadagni. Atteggiamento per nulla professionale.

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  4. Giuseppe ha detto:

    Temo che il problema sia mooooooolto più vasto. Per quel poco di editoria che conosco è più che probabile (anzi secondo me è praticamente certo) che negli anni passati e anche oggi sia sostanzialmente SEMPRE così: traduzioni “tirate via”, “asciugature”, interi paragrafi / capitoli / pagine eliminate, modifiche più o meno marginali al testo, ecc. Qualche tempo fa Urania pubblicò un romanzo di Vinge pesantemente modificato, un lettore scrisse all’autore che, pare, diede ordine al suo agente di non autorizzare la pubblicazione di altre sue opere a Mondadori. Lippi all’epoca fece una pessima figura prima negando, poi traccheggiando e infine minimizzando. Se non sbaglio (ma non ne sono certo) non è più uscito niente di Vinge con Mondadori….
    Grazie.
    gG

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    • Scusa se il tuo commento è rimasto per giorni nella sezione di quelli da approvare, è stata una svista.
      Una volta ho sentito un curatore di Urania (non ricordo più se Forte, Lippi o qualcun altro) che l’editore è sempre stato molto rigido sul numero di pagine concesse alla collana Urania, e che a volte per loro la scelta era pubblicare un romanzo tagliato o non pubblicarlo affatto. Spesso hanno optato per i tagli. Scelta brutta, non lo nego, ma avresti preferito che non fosse pubblicato nulla? Molti lettori hanno sognato anche con opere pubblicate solo parzialmente. E purtroppo l’equilibrio dell’editoria è delicato, a volte basta poco a rendere un libro un insuccesso o un investimento sensato.
      Io ho il sospetto, ma per dirlo con certezza bisognerebbe fare controlli seri che non farò, che la magior parte delle opere che conosciamo siano state tradotte in modo molto libero e frammentario. Prima non lo sapevamo, ora con internet ce ne stiamo rendendo conto e stiamo facendo casino. Siamo in una fase di cambiamento, probabilmente se ci facciamo sentire abbastanza gli editori capiscono che qualcosa è cambiato e iniziano a curare di più i loro volumi. Non polemizzo per il gusto della polemica, lo faccio con la speranza di migliorare la traduzione dove possibile (ovvio che al massimo verrà fatto con opere che vendono bene, sulle opere che vendono poco nessun editore lavorerà mai più dello stretto necessario) e di spingere gli editori a curare meglio fin dall’inizio le opere che ancora devono pubblicare.

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  5. SomeshtaTheGreenMan ha detto:

    La questione traduzione-revisione ha inziato ad interessarmi notevolmente quando ho iniziato leggere i libri de La Ruota del Tempo di Robert Jordan editi da Fanucci (la prima saga Fantasy che ho letto, e Martin ancora mi manca), perché anche lì è stato combinato di tutto e di più, e mi stava a cuore poiché quei libri li ho amati molto. E anche con Martin, grazie a te, ho già capito che aria tira con le edizioni in commercio.
    Però non so quando lo inizierò, ma mi stavo procurando le edizioni economiche Urania. Ora penso proprio che me ne libererò e attenderò un’edizione curata meglio (grazie dunque a te e ad altri, davvero). Certo ci sarebbe bisogno di una revisione, allora, ma quello che sarà fatto è già qualcosa. Ovviamente farò riferimento a te per capire se la prossima edizione, o quale sarà, ne varrà la pena 🙂
    I tuoi articoli su Martin sono interessantissimi e offrono spunti importanti su vari aspetti dolenti dell’editoria; davvero complimenti! Non mi stanco di leggerli, e di sorridere/indignarmi (anche se non ho ancora letto un libro di Martin) leggendo ciò che scrivi. XD

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    • Grazie per i complimenti.
      Nei libri di Jordan ci sono frasi sgrammaticate, quasi come se sia stato usato un traduttore automatico. So di un errore enorme perché ne ho sentito parlare, quello della “battaglia del catrame” ottenuta traducendo letteralmente i termini “battle” e “pitch”, senza che sia stato considerato che i due termini accosatati assumono lo specifico significato di “battaglia campale. In quel caso però non ho fatto un controllo fra le versioni originali e italiana anche se possiedo tutta la saga nella prima edizione Fanucci (e L’Occhio del Mondo anche nell’edizione Mondadori), i primi tre nell’edizione americana e gli ultimi tre nell’edizione inglese. Mi è bastato logorarmi il fegato con una saga, anzi, con una minima parte di una saga.
      Ho intenzione di controllare i testi delle prossime edizioni della saga di Martin, ma per ora è presto. I libri in commercio in questo momento sono sicuramente stati stampati prima dell’incontro con Mondadori, quindi contengono unicorni e altre amenità, quindi ti tocca aspettare ancora un po’. Probabilmente prima dell’estate farò un controllo, e qualcosa mi dice che se ci saranno novità le segnalerò.

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  6. Ciao. Faccio seguito al mio commento di qualche settimana fa con questa rivelazione: http://www.lestradedeimondi.com/?p=3299
    Perdonami se non riscrivo qui 🙂
    E non potevo dire di più quel giorno perché avevo la bocca cucita.
    In realtà, ma da quelle mie parole si dovrebbe evincere, non sono totalmente entusiasta della faccenda.
    In ogni caso mi premeva segnalartelo in quanto sei molto vicina al tema (certamente su più fronti e da molto più tempo di me) quindi se volessi saperne di più, per avere materiale per scriverci su qualcosa, eventualmente, sono a disposizione.

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    • Onestamente io odio le fascette che ormai ammorbano una gran quantità di libri, e spesso reputo delle emerite fesserie le frasi che ci sono scritte sopra. Quando ho letto Paolini elogiare Terry Brooks la mia prima reazione è stata d’indignazione: “Ma come si permette questo bamboccio che non sa neanche scrivere bene (o almeno questo era vero nell’unico romanzo suo che ho letto, il primo) di parlare di Brooks come se fosse lui a essere un maestro e Brooks un giovane bisognoso di una buona parola?”. Però, se vogliamo, ora molti lettori, specie fra i giovani, conoscono Paolini meglio di Brooks.
      Gli editori si fanno pubblicità, e la fanno nel modo che reputano più efficace. A volte sbagliano i calcoli, a volte sparano cavolate, ma dobbiamo essere noi a non dimenticarci che le parole di un editore sono pubblicità, non critica. Le loro parole vanno prese cum grano salis. Vanno soppesate, magari quel che scrivono è vero ma magari hanno un interesse personale in ciò che scrivono.
      Per quanto riguarda il generalizzare non è che sulle facette, o slle quarte di copertina, si possano scrivere dei poemi, quindi si cerca la frase a effetto. Magari imprecisa ma che in qualche modo possa colpire il lettore. Con la concorrenza che c’è l’attenzione va catturata subito, e quindi secondo loro ogni mezzo è valido.
      Su fascette, pubblicità, stampa non specializzata e altri elementi che possono influenzare il pubblico vorrei scrivere un articolo, è un po’ che ci penso ma sarebbe lungo e complesso, e mi servirebbe tempo che in questo momento non ho. Ho già in ballo un approfondimento impegnativo e un altro paio di idee in testa che sto sviluppando a tempo perso (per ora sono in fase di progettazione mentre pedalo per andare al lavoro o lavo i piatti, giusto per farti capire dove sono costretta a ritagliarmi il tempo per decidere quali argomenti affrontare, quali libri citare e via di questo passo.
      Non prometto nulla, le cose che vorrei fare davvero sono molte di più di quelle che finisco per fare, quindi posso solo dire “forse”. Forse ne parlerò, ma chissà quando.

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  7. So che sei superimpegnata e nonostante questo mi sembra che riesci a trattare sempre un sacco di argomenti in modo dettagliatissimo.
    Io intendevo il mio commento (ma ammetto di non averlo scritto chiaramente, o forse non era ancora visibile :p ) a quella pagina sulla revisione per la nuova edizione dei libri della Ruota del Tempo.
    🙂

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    • Avevo già letto l’articolo di Mirco qualche giorni fa, quindi confesso di non essere arrivata in fondo e di non aver nemmeno visto il tuo commento. Ora, ovviamente, l’ho letto. Per qualche mese ho sospettato che Fanucci avrebbe ripubblicato l’intera Ruota del Tempo, qualche giorno fa ne ho avuto la certezza e ho pure visto le copertine, ma era un’informazione che ho avuto grazie al mio lavoro. Fino a quando non trovo almeno una fonte pubblica anche se so qualcosa non lo dico, sono gli editori a decidere quando rivelare i loro programmi a tutti.
      Io avevo deciso tempo fa di non firmare la protesta inviata a Fanucci contro gli errori di traduzione e l’enorme quantità di refusi presenti nei loro testi. Non lo avevo fatto perché in qualche occasione ho incontrato Sergio Fanucci e gli ho parlato del problema, dicendogli di non aver mai letto un suo libro privo di errori. Lui ha negato e indicandomente uno mi ha detto “questo non ne ha”. Sono stata fortemente tentata di leggerlo per vedere se era vero, poi visto che quel libro non mi attirava neanche un po’ non lho fatto. Ma, che quel libro avesse errori oppure no, il succo cambia poco: negare prima di tutto. La correzione è un optional. Gli ho anche fornito alcuni elenchi dettagliati (libro, numero di pagina, riga, testo sbagliato e correzione da effettuare) sui refusi presenti in alcuni suoi libri. Quando di uno di quei volumi è arrivata in libreria l’edizione economica ho fatto un controllo su sei errori. Tre erano stati corretti, tre no, il che significa che un controllo c’era stato ma troppo superficiale, e probabilmente non legato ai miei elenchi, altrimenti non si giustifica la correzione parziale.
      Visto che il mio lavoro (gratuito, fatto direttamente durante la lettura) era inutile ho smesso di farlo. Sono episodi di una decina di anni fa, in questo tempo l’atteggiamento di un editore può anche cambiare. Sapevo che i fan erano riusciti a instaurare un dialogo con Fanucci, anche se fino a ora non sapevo cosa stavano facendo.
      In effetti un articolo sarebbe interessante, anche se come sempre non posso garantire sui miei tempi. La mia mail è martina.frammartino@delosbooks.com
      Ciao
      Martina

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      • Hai visto le copertine! Chissà che opinione ne hai in proposito. Per noi sono pessime. Bleah! Almeno all’editore gliel’abbiamo fatto sapere, ma era troppo tardi :p
        Ricordi bene. Tutto era nato da questa nostra proposta, e io ero tra quelli che hanno firmato e poi hanno continuato la collaborazione ‘nell’ombra’ (visto che, forse insperatamente devo dire, l’editore ha fatto anch’esso un passo verso i lettori proponendo tale collaborazione).
        E’ stata un’avventura. Un’esperienza, ancora non propriamente conclusa, con molti lati positivi, ma altrettanti negativi, e ne avremmo da dire…
        Se vorrai ci sentiamo.
        Ciao!

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  8. Onestamente le copertine non piacciono neppure a me. Quelle che mi piacciono di più sono quelle della versione ebook americana, ma capisco che un editore possa non voler spendere soldi per comprare pure quei diritti. In alternativa mi poteva andare bene il simbolo della Ruota presente sulle edizioni inglesi, o una riproposta (anche se me ne piacciono solo alcune) delle copertine della prima edizione italiana. Evidentemente in questo momento puntano a dare un’impostazione riconoscibile alle copertine, ma con risultati tutt’altro che perfetti.

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  9. Giuseppe ha detto:

    Salve, il discorso si è allargato parecchio: tutto interessante ma sta diventando un po’ dispersivo.

    Mi permetto una chiosa; critichiamo i traduttori (Altieri in primis) ma siamo sicuri che:

    1. agli editori interessi la questione? Potrebbe essere che preferiscano errori di traduzione ma che si parli delle loro pubblicazioni piuttosto che libri perfettamente tradotti ma senza battage e polemiche….. pur di retribuire poco i traduttori!
    2. Altieri è uno dei nomi più famosi e può darsi che gli “altri” siano peggio. Mi sembra che l’uomo goda di altissima stima generale malgrado parecchi evidenti errori e, come minimo, una scarsa (talvolta) professionalità. E’ probabile che sia, comunque, il meglio. Mah, che tristezza e che disillusione per noi lettori.

    Grazie.

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    • Agli editori interessa la questione?
      All’inizio certamente no. Io presumo – ma per dirlo con certezza dovrei fare un controllo serio su traduzioni effetturate in passato o leggere il lavoro di qualcuno che lo ha fatto – che le traduzioni degli anni ’50, ’60 o ’70, almeno quelle di fantasy o fantascienza, non fossero migliori di quelle attuali, solo che lo sa chi ha fatto confronti fra le due edizioni e basta. Ora chi fa un controllo lo scrive su internet e lo sappiamo tutti. Se negli anni passati gli editori potevano infischiarsene delle poche lettere di protesta che ricevevano, ora la protesta si allarga in modo esponenziale e più passa il tempo più diventa difficile ignorarci.
      Certo che gli editori vogliono elogi e non critiche, e sicuramente non gli dispiace neppure pagare poco i traduttori i quali, per guadagnare abbastanza per vivere, magari fanno la traduzione il più in fretta possibile – e quindi non sono accurati e non revisionano il testo – per poterne fare un numero maggiore.
      Per ora con le lamentele abbiamo fatto revisionare due traduzioni, anche se in modo molto economico per gli editori. Due editori diversi nello stesso periodo, noto. Magari a furia di parlarne riusciremo a far revisionare altri testi, o a convincerli sulla necessità di avere una buona traduzione fin dall’inizio.

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      • Giuseppe ha detto:

        Tutto giusto!
        Avendo un’età avanzata (vicino ai 60…) ed essendo appassionato di sf da almeno 40 anni penso di poter dire (non “garantire” perché la mia comprensione dell’inglese scritto è mediocre) che “una volta” le traduzioni erano molto “tirate via”, le asciugature e i tagli erano all’ordine del giorno, inoltre i refusi erano numerosissimi.
        Ancora una volta, però, il mio sospetto è che agli editori faccia comodo la bagarre perché per loro è meglio che se ne parli anche male e per proporre “nuove edizioni” ripulite da errori. Meglio se non TUTTI gli errori, in questo modo c’è spazio per successive NUOVISSIME edizioni e forse sperano che gli appassionati ricomprino le nuove traduzioni….
        Il “nodo” Altieri è poi irrisolto: se gode di tanta stime è altamente probabile che gli altri siano molto peggio.

        Grazie.

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        • Mi è capitato di leggere traduzioni sgrammaticate, e in confronto a quei traduttori Altieri è infinitamente più bravo. Le sue traduzioni si leggono bene, se non si fanno controlli sono pochi i punti in cui qualcosa non torna. Comunque sospetto che la sua fama sia legata anche alle altre sue attività. è apprezzato come romanziere. Io non lo posso giudicare, non ho mai letto nulla di suo, ma vende discretamente e questo gli dà un certo peso. è stato direttore delle collane da edicola Mondadori, e anche quest’attività lo ha reso molto noto nell’ambiente. E poi se capita, come è capitato a lui, di tradurre un’opera che poteva restare nell’anonimato e che invece è diventata famosissima, il suo nome viene fatto in continuazione, anche se non sempre in termini molto lusinghieri.

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  10. Pingback: Il potenziale della Rete « Le Strade dei Mondi

  11. thelorix ha detto:

    Salve!
    Sono passato da FantasyMagazine (sito che visito almeno una volta al giorno) ed ho letto, quando fu pubblicato, il seguente articolo: http://www.fantasymagazine.it/notizie/18625/mondadori-punta-su-george-r-r-martin-mai-pia-un/
    Ebbene, in tal proposito, dato che dal forum mi hanno consigliato di chiedere in questa sede (non conoscevo questo blog: complimenti, è davvero molto interessante, specie gli articoli sulle traduzioni o più in generale su ciò che concerne A Song of Ice and Fire), faccio questa domanda, la cui risposta non mi è chiara o forse m’è sfuggita: esattamente da *quale* precisa edizione (o ristampa) Mondadori in poi vi sarà la traduzione riveduta e corretta (senza unicorni) di cui si parla alla fine del suddetto articolo, e di cui parli anche tu (posso darti del tu?) ?

    Sto iniziando ad accarezzare l’idea di avvicinarmi alla saga letteraria, essendo un gran fan di quella televisiva, ma il pessimo trattamento editoriale della Mondadori mi ha sempre tenuto lontano: se vi è davvero un’inversione di tendenza (già iniziata, guarda caso, con l’avvento della serie TV) in questo momento, vorrei capire da che punto iniziare, e con quale edizione/i.

    E’ pur vero che IMHO finché la Mondadori continuerà prepotentemente ad appioppare presunti titoli (come “Il grande inverno”) a scansioni arbitrarie e intestine ai VERI volumi americani, pure se raccolti in volumi compatti (a ripristinare il corretto numero di tomi americani, per l’appunto), il piano editoriale mi appararirà comunque uno scempio.
    Senza contare che il danno è stato ormai fatto a monte, in quanto ormai il titolo “Il Trono di Spade” -doppiamente arbitrario, in quanto non solo non rispetta l’originale “Gioco di Troni”, ma assurge a titolo l’improprio adattamento di “Trono di Ferro”- è consolidato nell’immaginario italiano collettivo, grazie anche alla (a questo punto coerente, ma pur sempre a valle) scelta come titolo per l’edizione italiana della serie HBO.

    Chiedo scusa per la digressione, sperando che tu possa (se ne hai voglia, s’intende) rispondere alla mia domanda, che riporto nuovamente seppur in altra forma: se volessi leggere il primo romanzo originale (e non “prima parte mozzata di A Game of Thrones”), in versione italiana ma SENZA unicorni, quale volume dovrei acquistare? Lo trovo già in libreria o devo aspettare ancora un po’?

    Ringrazio in anticipo per qualsiasi risposta.

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  12. Grazie per i complimenti. Avevo già risposto alla tua domanda sul forum di FantasyMagazine ma riporto qui la maggior parte di quella risposta:

    A me e ad altre persone dopo un incontro con alcuni responsabili Mondadori è stato chiesto di segnalare alcuni errori che volevamo venissero corretti. Io ho mandato il mio elenco di segnalazioni, e in seguito ho fatto i controlli del caso.
    La maggior parte delle correzioni che ho mandato si riferiscono a Il trono di spade versione Oscar bestsellers perché è l’unico volume del quale ho letto abbastanza in parallelo le due versioni italiana e inglese. Quel volume ancora non è stato ristampato, quindi chi lo acquista ora trova l’unicorno esattamente lì dove io l’ho visto per la prima volta nel 1999.
    Per Il regno dei lupi+La regina dei draghi ho inviato 4 segnalazioni, 3 sono state corrette nella versione deluxe.
    Per Tempesta di spade+I fiumi della guerra+Il portale delle tenebre ho inviato 9 segnalazioni, 2 sono state corrette nella versione Oscar grandi bestsellers. Non so cosa abbiano segnalato le altre persone né quante delle loro segnalazioni siano state accolte dall’editore.
    Tutte le altre versioni contengono gli errori già presenti perché fino a questo momento non sono state ristampate. Non ci sono ringraziamenti rivolti a me o a una delle altre persone presenti a quell’incontro.
    Da successive conversazioni via mail avute con due delle persone presenti quel giorno e da un incontro casuale avuto con Altieri al salone del libro di Torino ho avuto l’impressione che le segnalazioni fatte da noi siano state intese dall’editore come “correzioni d’urgenza” da fare nei libri che stavano per ristampare, e che Altieri stesso abbia rivisto, testo originale alla mano, tutta la traduzione.
    Da marzo ad adesso però non ci sono state ristampe, ci sono stati solo tre titoli – i due che ho già citato e la versione economica dei Fuochi di Valyria, per la quale non avevo segnalato nulla – pubblicati come novità. A parte questi volumi gli altri sono vecchi, risalgono a prima di marzo e cotengono tutti gli errori che hanno sempre contenuto questi volumi dal momento della loro traduzione. Le versioni corrette dovrebbero arrivare con la prossima ristampa. Quando? La domanda andrebbe girata alla casa editrice, ma in questo caso dubito che riceverei una risposta.
    Parlerò anchra della traduzione della saga quando riterrò di avere qualcosa di significativo da dire. continuare a ripetere le stesse cose mi sembra superfluo e visto che il mio tempo è limitato preferisco impiegarlo in altro modo.

    Capitolo titoli: nel momento in cui Mondadori ha deciso di pubblicare i romanzi a puntate ha dovuto per forza inventare titoli nuovi. Se vi interessa sono opera di Altieri, ma anche se qualche titolo non mi piace non è una cosa che mi toglie il sonno. Inserirli ancora nelle nuove versioni è una cortesia nei confronti dei lettori: in questo modo chi compra i libri sa a cosa corrisponde ciascun volume in ogni versione e il lettore evita di comprare doppioni. Attaccare l’editore perché continua a scrivere in piccolo “Il regno dei lupi e La regina dei draghi”, giusto per fare un esempio, mi sembra un’assurdità.

    Aggiungo, rispetto a quanto scritto stamattina su FantasyMagazine, che mi è stato confermato con certezza lo svolgimento del lavoro per una revisione completa. Quello che abbiamo segnalato io e gli altri quindi sono rimedi d’urgenza, in attesa di una traduzione completamente revisionata e corretta. Con quale qualità lo vedremo nei prossimi mesi, anche se non so quando.

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  13. thelorix ha detto:

    Pardon, m’ero perso la risposta sul forum…
    Bè, sono felice di sapere che è in corso d’opera una revisione completa.
    Per i titoli non penso sia una cosa così assurda operare una revisione altrettanto fedele, magari aggiungendo l’informazione in una nota all’inizio del volume: “Nota dell’editore: questa nuova edizione riveduta e corretta di “Un Gioco di Troni” contiene i volumi precedentemente pubblicati con i titoli ‘Il Trono di Spade’ e ‘Il Regno dei Lupi'”.
    Anche perché il neofita vede l’ultima edizione e, si presume, compra l’ultima edizione (specialmente se catturato dal fatto che sia appunto nuova, “riveduta e corretta”), mentre il già-lettore (che tra l’altro si presume sia un minimo più informato in proposito, o comunque più critico e attento) aprirà il volume e, leggendo la nota, saprà già che non deve comprarlo se possiede i due tomi di cui sopra.

    Ovviamente questo è un mio sogno (così come leggere sui volumi “Un Canto di Ghiaccio e di Fuoco” come titolo per la saga e i vari “Un Gioco di Troni”, “Uno Scontro tra Re” e così via come titoli singoli), ma non lo vedo così assurdo. Coraggioso e un po’ rischioso (ma con una saga così popolare i rischi IMHO sarebbero minimi), ma non assurdo.

    Ma non ne so quasi nulla di editoria, quindi alzo le mani e mi accontento della buona notizia della revisione.

    Grazie.

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    • Leggo sempe i commenti ai miei articoli perché sono consapevole che potrebbero esserci domande in attesa di una risposta. Non sempre rispondo subito, questo dipende da quanto tempo ho a disposizione per farlo. A volte passano diversi giorni.
      Io lavoro in libreria, e ho visto in prima persona la perplessità di moltissimi lettori perciò sono dell’idea che più l’editore è chiaro meglio è. Abbiamo titoli infedeli? Vero, ma è una cosa che è sempre avvenuta e sulla quale ho smesso da tempo di arrabbiarmi. Quello che è importante è che l’opera sia tradotta bene. Prossimamente farò i miei controlli e ne parlerò. Come ne parlerò dipende ovviamente da quel che vedrò.

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    • Giovanni ha detto:

      Però “song” mi sembra indicare una ispirazione precisa, la “chanson de geste” francese (la Chanson de Roland che in inglese è the Song of Roland, per citare la più famosa).
      Perché dovrebbe essere tradotto con canto? Forse al posto di saga si poteva scegliere poema, o ciclo, o al limite canzone, ma mai “canto”.

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      • “Song” potrebbe derivare dalla chanson de geste come potrebbe non farlo, nelle interviste a Martin che ho letto io non ho mai trovato un riferimento specifico. In compenso ho trovato affermazioni relative al fatto che il tema del “song” per lui è molto importante.
        “Canto” è una traduzione più corretta rispetto a “Cronache”, poi diventa una questione di gusti o sensibilità. “Poema”, o “ciclo”, qui erano opzioni possibili, però Martin ha scritto anche racconti intitolati “A song for Lya” (titolo variamente tradotto come “Canzone per Lya” e “Un canto per Lya”) e “The Lonely Song of Laren Dorr” (“I canti solitari di Laren Dorr” ma anche “Un canto solitario per Laren Dorr” e “Le solitarie canzoni di Laren Dorr”) nei quali la traduzione del termine “Song” con “ciclo” non era possibile visto che sono racconti totalmente autonomi dalle altre cose che ha scritto.
        “Poema”, “ciclo” e “canzone” erano tutte opzioni possibili per la saga, se vogliamo lo stesso termine “saga” sarebbe potuto andare bene se pensiamo alle saghe nordiche, che certamente Martin conosce così come conosce le chanson de geste, l’unico termine davvero sbagliato è “cronache” perché ha un sapore troppo da annali, da saggio, e riduce molto l’aspetto poetico, poi in assenza di una precisa indicazione dell’autore – che non abbiamo – diventa davvero una questione di gusti personali.

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  16. Marco ha detto:

    Vorrei iniziare a leggere questa saga e sono indeciso se prendere i libri in italiano o in inglese. Con l’inglese me la cavo, ma ho paura di dovermi fermare spesso a cercare parole nuove e quindi di rovinarmi l’esperienza. Ho visto sul sito Mondadori che sono state apportate delle correzioni(in effetti nel primo capitolo compare un cervo), ma con tutto quello che ho letto su internet non sono ancora convinto. In pratica vorrei un consiglio 🙂 Vale la pena prendere l’edizione italiana(e spendere anche di più)?

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    • Dipende da quanto bene conosci l’inglese, anche se ti posso assicurare che dopo un po’ smetti di usare il dizionario perché ti impratichisci con il linguaggio di quello scrittore e con il suo mondo. Io, da brava testa dura, ho iniziato a leggere in inglese dovendo cercare almeno una parola a riga. Ho continuato, e ora per la maggior parte dei libri (ne ho letti fra i 30 e i 40) non cerco nemmeno una parola.
      è un po’ che non verifico le versioni cartacee. Nell’ebook compare il cervo, così come sull’anteprima che si può leggere sul sito Mondadori. Ho fatto un controllo sul primo centinaio di pagine e ho visto che hanno corretto una buona parte degli errori che io gli ho segnalato, ma non li hanno corretti tutti. In seguito ho trovato altri errori e non li hanno corretti, perciò errori nelle versioni italiane ce ne sono.
      Preso atto della loro esistenza, quando io ho letto i libri per la prima volta li ho amati intensamente per i personaggi e per la loro storia, e al di là di un paio di frasi che mi avevano lasciata un po’ perplessa (ma erano dettagli minori) mi ero divertita tantissimo, senza sospettare minimamente la presenza degli errori. Solo qualche anno più tardi ho iniziato a sentirne parlare, ma la cosa mi ha indignata per un po’ e poi l’ho accantonata. Gli errori non mi avevano tolto il divertimento, quindi che importanza avevano? Cioè, non ci sarebbero dovuti essere, a livello razionale mi infastidivano, ma la lettura era bella lo stesso. Solo dopo averne sentito parlare davvero tanto, e con toni molto feroci, ho fatto un controllo personale e ho visto la verità dietro a tutti i commenti.
      Non pensavo che un editore così importante, e un traduttore così noto, potessero fare qualcosa di questo tipo. Molti errori sono dettagli, altri sono davvero gravi e possono sviare il lettore ma ci vuole un po’ per notarli. La situazione sta migliorando, certamente per effetto delle numerose lamentele mie e di diverse altre persone, ma ancora non è certo tutto a posto. E poi non so quanti errori siano spariti dalle versioni cartacee. Qualcuno certamente sì, ma per molti mi sa che bisognerà aspettare un’ulteriore ristampa.
      Io sono un caso un po’ particolare, comunque ormai, come ho iniziato a fare con A Dance with Dragons, ho deciso di comprare il libro in inglese per poterlo recensire per FantasyMagazine e per poter leggere interviste e discussioni in lingua senza subire spoiler. Quando esce la versione rilegata italiana la compro per poter rileggere la saga in italiano, perché fatico meno e nonostante gli errori mi diverto di più. E quando esce la versione tascabile compro pure quella per poter prendere tutti gli appunti necessari ai miei articoli senza sentirmi in colpa per aver rovinato il rilegato.

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  17. Marco ha detto:

    Grazie per la risposta dettagliata e veloce. 🙂
    Vedo se riesco a trovare i primi capitoli in inglese su internet e poi deciderò sul da farsi.

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