Le cronache del ghiaccio e del fuoco da George R.R. Martin a Sergio Altieri

La copertina della prima edizione del volume The Art of George R.R. Martin’s A Song of Ice and Fire

Ho parlato di questo argomento in molti altri messaggi, ricapitolo rapidamente qui la situazione e poi do’ per scontato che tutti coloro che mi leggono sanno di cosa stia parlando.
Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin sono state tradotte in italiano da Sergio Altieri, noto anche come romanziere sotto lo pseudonimo di Alan D. Altieri. Solo per il quarto romanzo, A Feast for Crows (Il dominio della regina e L’ombra della profezia), è stato affiancato da Michela Benuzzi e per il quinto, A Dance with Dragons (I guerrieri del ghiaccio e seguiti), da Gaetano Luigi Staffilano.
La traduzione di Altieri è scorrevole e coinvolgente, e ha fatto amare le Cronache a quasi tutti quelli che l’hanno letta. Però, già parecchi anni fa, hanno iniziato a saltar fuori alcuni problemi. Il primo, il caso più noto, è quello dell’unicorno.
Nel primo capitolo alcuni membri della famiglia Stark trovano una meta-lupa, animale simbolo proprio di Casa Stark, morta, uccisa da un corno di cervo che le è rimasto conficcato in gola. Altieri ha preferito sostituire quel corno con uno di unicorno, animale secondo lui più adatto in quanto più fantasy. Solo che il cervo è simbolo di Casa Baratheon, la Casa del re, e quella scena, con ciascun cucciolo che non proprio casualmente verrà successivamente adottato da ciascuno dei figli di Eddard Stark, costituisce un presagio che indica problemi in arrivo. Altieri ha fatto perdere molto di quel presagio. La meta-lupa morta rimane, e così le oscure sensazioni legate a quel fatto, ma sparisce l’associazione con il re.
Partendo da questo fatto molti lettori hanno iniziato a confrontare le versioni inglese e italiana di singoli episodi dei vari romanzi, scoprendo un bel po’ di differenze. Queste differenze sono state denominate “altierate”, giocando sulla parola alterazione e sul nome del traduttore. Un’altierata, nel linguaggio dei fan di Martin, è una traduzione imprecisa o addirittura sbagliata delle parole e delle intenzioni dello scrittore americano.
La mia iniziazione alle altierate è avvenuta grazie a questa discussione: http://www.labarriera.net/forum/index.php?showtopic=9200.
Dopo aver riletto (per l’ennesima volta) una buona metà del Trono di spade ne ho letto un capitolo in inglese, e quel che ho visto è bastato a farmi strabuzzare gli occhi. Perciò sono ripartita dall’inizio, ancora una volta, solo che ora leggo un capitolo in italiano, subito dopo lo rileggo in inglese e tutte le volte che qualcosa non mi torna confronto le frasi. Così sto mettendo insieme una bella lista di altierate anch’io. Io non sono dell’idea, come lo è qualcuno, che tutto il lavoro di Altieri vada buttato via. Complessivamente l’effetto dato dai romanzi è ottimo, e se il merito per la trama è tutto dello scrittore, la scelta delle parole è del traduttore. Che poi spesso sia infedele… ecco, io rivedrei il tutto, correggerei molti passaggi, ma la gran parte del testo la lascerei così come la conosciamo.
Detto questo, continuerò a parlare di altierate anche nei prossimi messaggi, senza specificare più di cosa si tratta. Ormai lo sappiamo tutti, come tutti sappiamo chi sia la mamma di Jon Snow.

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5 risposte a Le cronache del ghiaccio e del fuoco da George R.R. Martin a Sergio Altieri

  1. zG ha detto:

    Per un momento ho pensato che avessi chiuso con “come tutti sappiamo chi sia la mamma di altieri” :p

    Io sono per gettarlo (altieri) nelle fiamme di Melisandre, così (forse) farebbe qualcosa di utile… per il resto trovo incredibile che in una saga, che anche se fantasy (quindi “di serie b/per bambini/gentaglia come noi”) ha comunque venduto un bel po’, non venga mai modificata o corretta nemmeno una virgola dopo così tanti anni, approfittando delle varie ristampe.

    Si vede che il mercato italiano genera cifre troppo basse per spingere gli editori a lavorare seriamente, e che nemmeno spennarci dividendo i libri in centomila li invoglia a produrre lavori di qualità. Oppure semplicemente è il loro modo di spingerci ad imparare l’inglese…

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  2. In Italia sono stati pubblicati più del doppio dei libri che sono stati pubblicati negli Stati Uniti. In compenso da noi non hanno venduto neanche un decimo delle copie che hanno venduto lì. Giusto per dare un’idea della differenza dei due mercati, e delle attese di guadagno da perte delle case editrici.
    Rivedere tutte le altierate sarebbe un lavoro lungo e costoso, ma mi sarebbe piaciuto che le nuove edizioni contenessero il famoso cervo invece del famigerato unicorno. Quello sarebbe stato un cambiamento piccolo, facile da fare e rispettoso dei lettori.
    Però senza Mondadori e Altieri io non avrei mai letto i romanzi, e questo bilancia i loro errori (anche se non li giustifica a perseverare nell’errore).

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    • > Però senza Mondadori e Altieri io non avrei mai letto i romanzi

      Io ho iniziato a leggerlo dopo aver visto le prime puntate della serie TV.

      E mondadori può anche morire per me (ma questo da molto prima che uscisse GoT…)

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      • Considerando che Mondadori (una libreria, non la casa editrice, ma il marchio è lo stesso) mi passa lo stipendio, io auguro lunga vita a Mondadori. A parte questo, capisco non condividere le scelte editoriali di una casa editrice, ma da qui ad augurarsene la chiusura ce ne corre. E se dovesse avere problemi Mondadori, che è il più grande editore italiano, come se la passerebbero le altre case editrici?

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  3. Pingback: Le cronache del ghiaccio e del fuoco: Mondadori editore, Sergio Altieri e la traduzione | librolandia

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