George R.R. Martin: Wild Cards. La mano del morto

George R.R. Martin e gli scrittori che hanno collaborato con lui alla serie delle Wild Cards hanno strutturato la serie stessa in trilogie. Più o meno. So che in futuro questa struttura non è stata rispettata sempre, ma anche ora la cosa non è tanto lineare.
La prima trilogia è composta da L’origine, L’invasione e L’assalto. La serie è nata da un gioco di ruolo fantascientifico a cui Martin (il game master) e i suoi amici, tutti scrittori, giocavano negli anni ’80, e avrebbe dovuto avere ambientazioni contemporanee ai giocatori. Solo che Martin ha chiesto al suo amico Howard Waldrop (che non aveva partecipato al gioco) di scrivere un racconto che spiegasse come e perché il virus Wild Cards si fosse diffuso sulla Terra e Waldrop aveva fatto di testa sua ambientando il suo racconto, con protagonista un certo Jetboy, nel 1946. Il racconto era bello e anche se creava problemi Martin & co. hanno deciso di tenerlo come primo racconto della serie.
Quali problemi? Era ambientato nel 1946, perciò i vari scrittori hanno dovuto trovare il modo di arrivare agli anni ’80. L’origine è nato da questo, dalla necessità di coprire quell’arco di tempo inizialmente non previsto. Secondo Martin è uno dei volumi meno forti della serie perché i racconti non hanno connessioni molto strette fra loro, ma io da lettrice ero stupita da quanto un gruppo così vasto di scrittori fosse riuscito a connettere testi scritti in modo autonomo. Certo, ancora non sapevo quel che avrei letto in futuro. Comunque la rivisitazione del maccartismo in chiave fantascientifica è stata decisamente affascinante. Non tutti i racconti mi sono piaciuti allo stesso modo, ma se non ricordo male solo uno mi è sembrato inutile e insignificante, gli altri li ho apprezzati.
L’invasione è fantascienza. Una creatura aliena proveniente dallo spazio vuole invadere la Terra e i supereroi la devono affrontare. Il testo è più unitario, anche se si tratta solo di racconti, ma a me è piaciuto meno perché mi è parso si concentrasse più sull’aspetto supereroistico che su quello umano dei personaggi. Impressione mia, le persone con cui ho parlato hanno apprezzato il secondo libro più del primo.
L’assalto più che al secondo volume si ricollega al primo. Sì, è successivo ai fatti dell’Invasione, ma il cattivo di turno è l’Astronomo, un personaggio che in L’origine era nato solo come rivale di Fortunato e che qui si presenta come problema serio per l’intero cast di personaggi. Questo non è un insieme di racconti ma un romanzo collettivo, e davvero è notevole come tutti quegli scrittori siano riusciti a portare avanti e a intrecciare fra loro le diverse trame.
Con La missione sembrano superati i problemi della prima trilogia, e in effetti dell’Astronomo non sentiremo più parlare se non come di una minaccia passata. In questo caso la minaccia principale è il senatore Gregg Hartmann, visto brevemente e da me odiato abbondantemente in L’origine. Nel primo volume Hartmann aveva subito una pesante sconfitta, qui torna fuori più potente che mai. Lui e una serie di personaggi in parte già noti sono impegnati in una missione diplomatica intorno al mondo, e ovviamente il loro giretto li porterà a finire in un mare di guai. Martin e gli altri scrittori comunque non si limitano a ripescare un cattivo dal passato, ne propongono di nuovi. Uno è Mackie Messer, uno psicopatico potentissimo che ogni volta che è apparso nella storia mi ha fatta stare male con la sua sola presenza, prima ancora di cominciare ad agire. L’altro è Ti Malice, ed è pure peggio di Messer e di Trapasso, simpatica figura che ci accompagna per parecchi libri. In fondo se non vengono neutralizzati tutti i personaggi, buoni o cattivi che siano, continuano ad agire.
Cos’ho io contro questi tizi? Cominciamo col dire che non mi piacciono gli psicopatici. Altri magari possono trovare divertente vedere quel che combinano in opere di finzione, io a volte tendo ad accostare troppo la finzione alla realtà per poter ammettere la loro presenza al di fuori delle sbarre di un carcere o di una fossa in un cimitero. Sembra strano detto da una che legge fantasy ma è così. E poi c’è il controllo mentale. Io odio ogni forma di controllo mentale. Non ho problemi con Tachyon perché il suo rigido codice morale gli impedisce di invadere l’individualità degli altri, anzi, a volte mi sono pure dispiaciuta che non l’abbia fatto e che quindi non abbia scoperto e fermato per tempo certi figli di buona donna. Così come non ho problemi con i telepati che seguono le regole. Ma l’idea di perdere l’individualità, anche volontariamente e per il bene comune – e qui il mio pensiero non può non correre a io-noi-Gaia di Asimoviana memoria – mi infastidisce parecchio, non parliamo di quando qualcuno controlla qualcun altro per fargli compiere azioni che vanno contro la sua volontà o per attaccarsi a lui tipo sanguisuga. Ecco, Hartmann, e in misura molto maggiore Ti Malice, mi fanno schifo al punto da farmi star male. Al punto da avermi quasi spinta a interrompere la lettura. Senza considerare che mi chiedo, se fin qui sono comparsi questi cattivi, quali altri cattivi potranno comparire in futuro.
Nei bassifondi è ambientato a New York, in parte contemporaneamente alle storie della Missione. Sapevo che il fatto di aver gestito i romanzi collettivi aveva aiutato George R.R. Martin a gestire i molteplici punti di vista delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, con questa coppia di libri ritrovo anche la divisione geografica di A Feast for Crows (Il dominio della regina e L’ombra della profezia) e A Dance with Dragons (I guerrieri del ghiaccio, I fuochi di Valyria e La danza dei draghi) riproposta nel mondo delle Wild Cards.
Se il quarto e il quinto volume sono di racconti, e proseguono nella strada di creare personaggi nuovi da affiancare a quelli vecchi, facendo pure fuori qualcuno lungo il cammino, Il candidato è un romanzo collettivo che riunisce i fili e conclude la vicenda.
Tutto finito dunque? No, La mano del morto è un nuovo romanzo collettivo, ambientato principalmente a New York così come il precedente era ambientato principalmente ad Atlanta, che tira di nuovo i fili di quanto avvenuto prima. Le trame in fondo sono troppe per chiuderle in un solo libro, e Martin è abituato da lungo tempo alle storie che crescono nel narrarle. Le cronache del ghiaccio e del fuoco erano nate come una trilogia, si sono successivamente trasformate in una tetralogia, in due trilogie collegate fra loro (e quindi in sei romanzi) e infine nel progetto attuale di una saga in sette volumi, anche se io penso che per arrivare alla conclusione a Martin serviranno almeno otto romanzi. Sapendo questo, non c’è da stupirsi se la seconda trilogia delle Wild Cards è diventata una tetralogia. Protagonisti principali, in questo volume, Damerino e Yeoman.
Il candidato e La mano del morto sono ambientati negli stessi giorni. Ovvio che questo significa che conosciamo alcuni degli avvenimenti, quelli che possono essere visti al telegiornale o anche quelli che hanno per protagonisti personaggi che si muovono da un libro all’altro. Ma sapere che Jay Ackroyd si troverà in un certo luogo in un determinato momento e che punterà le sue dita contro una persona ben precisa non dice nulla sul come Damerino sia arrivato fin lì, su quel che sapeva e su quali fossero le sue intenzioni.
Alla fine ho parlato tanto della serie e poco del libro. La storia è ben costruita, come sempre, e come sempre io mi chiedo come Martin e gli altri scrittori siano riusciti a far funzionare il tutto. Ero disgustata da alcuni personaggi, preoccupata per altri, il che significa che la lettura mi coinvolgeva parecchio, e ho decisamente apprezzato la giustizia poetica che si è abbattuta su uno dei personaggi di questa storia. Per qualcun altro mi spiace, dimostrazione come non sempre le cose vanno come vorremmo neppure nelle storie. Ci sono inimicizie che non si possono sanare ed errori che vanno pagati, e Martin ha la brutta abitudine di presentare sempre il conto. Bello, anche se temo quel che potrà arrivare in futuro.
Un estratto del libro: http://leggere.librimondadori.it/george-r-r-martin-wild-cards-7-la-mano-del-morto/

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4 risposte a George R.R. Martin: Wild Cards. La mano del morto

  1. Mastro Birraio ha detto:

    Avevo sentito parlare di questi racconti da un mio collega, fan accanito del trono di spade, ma per un motivo o per l’altro non ho mai approfondito di cosa parlassero. L’idea che tutto prenda spunto dai giochi di ruolo e che più scrittori abbiano cercato di costruire un storia mi affascina non poco. Grazie per le dritte!

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    • Martin racconta tutta la storia nella postfazione al primo volume, spiegando anche che pur partendo dal gioco sono state fatte molte modifiche perché quel che funziona in un gioco non necessariamente funziona nella narrativa. Io ovviamente ho iniziato la lettura perché Martin è il curatore e uno degli autori, ma se sono andata avanti è perché mi sto divertendo. Beh, tranne quando ci sono in circolazione certi tizi, in quei momenti sono molto preoccupata oppure disgustata, a seconda del personaggio e delle circostanze.

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  2. Alessio Castellini ha detto:

    Ciao, una domanda, stanno andando bene le vendite della serie Wild Cards? Riusciremo ad arrivare in pari con le uscite americane o c’è il rischio di una interruzione? Quando sono andato alla Mondadori a prendere il volume otto, il commesso consultando il computer ha commentato con la sua collega che il libro in un’altra loro libreria era già esaurito. La collega si è messa a ridere dicendo che era impossibile.

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    • Un libro in una libreria può finire perché ha venduto tutte le copie che aveva o perché ha reso all’editore tutte quelle che non ha venduto. A volte un libro non c’è perché ne vendiamo una copia al mese, magari anche meno, e facciamo l’ordine di rifornimento solo quando vendiamo la copia che abbiamo in negozio perciò per qualche giorno siamo senza, sapendo che le probabilità che ce lo chieda qualcuno nei giorni in cui non lo abbiamo sono piuttosto basse. O capita anche che un libro venda tantissimo ma che non ci arrivi un rifornimento perché pure l’editore è rimasto senza e dobbiamo aspettare la ristampa, che può essere più o meno tempestiva a seconda dei casi. La semplice assenza di un libro non vuol dire nulla. Quanto alla collega che non reputava il libro esaurito bisogna vedere quali termini sono stati usati nella conversazione e come sono state formulate le frasi. Termini di uso comune possono avere per noi un significato specifico senza che un ascoltatore casuale possa rendersene conto. Probabilmente quella che hai sentito era una semplice constatazione del fatto che un negozio non ha il libro, quale che ne sia il motivo, e che una libraia pensa che non sia un libro dalle vendite alte.
      Wild Cards 8 non è esaurito all’editore, nessuno dei titoli delle Wild Cards lo è. In questo momento risulta in ristampa solo il secondo volume delle Cronache in edizione deluxe, e visto che la ristampa è già segnalata significa che a breve nel magazzino dell’editore arriveranno nuove copie. Tutti gli altri libri di Martin in edizione Mondadori ufficialmente in commercio sono disponibili per il rifornimento, quindi tecnicamente non sono esauriti all’editore. La libreria non ce l’ha, e come detto i motivi possono essere diversi.
      A livello di ristampe solo i primi tre volumi delle Wild Cards sono stati ristampati una volta, tutti gli altri sono alla prima stampa. Questo non ci dice nulla a livello di cifre, un libro può avere come tiratura iniziale 1.000.000 di copie o 100 copie, non esistono regole in proposito. La tiratura la decide l’editore in base alle aspettative di vendita, e di solito non va a dire in giro a quanto ammonta. Se la tiratura viene esaurita, o se è in via di esaurimento, l’editore può decidere di fare una ristampa. Sono tutte decisioni dell’editore prese su ogni singolo titolo, e senza cifre non vogliono dire nulla. Un libro può avere una tiratura iniziale di 100.000 copie, venderle tutte e non essere mai ristampato e avrebbe venduto più compie di un libro tirato inizialmente in 10.000 copie a cui sono seguite tre ristampe da 5.000 copie ciascuna.
      L’unica cosa certa è che quando c’è una ristampa significa che il libro ha venduto di più di quanto non ci si aspettasse all’inizio. Però è anche possibile che il primo libro di una serie sia stampato in 10.000 copie, che abbia le ristampe che ho già ipotizzato arrivando così a 25.000 copie, e che il libro successivo, visto questo precedente, venga stampato direttamente in 20.000 copie. Anche senza ristampe la vendita del secondo volume sarebbe poco più bassa della vendita del primo volume, e nelle serie i secondi volumi vendono sempre meno dei primi perché parte dei lettori scopre che quella storia non gli interessa e decide di non andare avanti.
      Le parole e le cifre che ho usato alla fine dicono una sola cosa: non ho dati su cui lavorare, tutti quello che ho sono ipotesi. E allora passiamo alle ipotesi e alle mie percezioni.
      La serie delle Wild Cards non è che venda così tanto. Le Cronache del ghiaccio e del fuoco vendono davvero bene, ma ben pochi dei lettori di Martin sono passati a leggere le altre sue opere. Tu leggi le classifiche che pubblico settimanalmente? Sono anni che compaiono tantissimi volumi delle Cronache, a volte hanno quasi monopolizzato la classifica del fantasy, ma le Wild Cards non sono quasi mai comparse nella classifica di fantascienza e la fantascienza vende meno della fantasy. Al di là dei primi due (o forse tre e non ricordo bene) libri delle Wild Cards io non ho mai rifornito la serie. Ho ancora i libri dell’ordine iniziale, fatte salve le copie che ho venduto. Non mi pare di aver mai reso copie ma non mi sento nemmeno di giurarlo al 100%. Questi libri vendono poco. Ci sono libri che vendono meno, certo, ma di sicuro Mondadori non fa conto sulle Wild Cards per tenere in ordine il bilancio.
      Continuerà a essere pubblicata la serie? Per ora so che sono previsti il decimo volume, Doppio solitario, per aprile e l’undicesimo, La scelta del trafficante, per luglio. I titoli potrebbero cambiare, comunque per i prossimi mesi Mondadori ha in programma diverse cose su cui Martin ha messo le mani: una nuova edizione nella collana Oscar del Pianeta dei venti (scritto insieme a Lisa Tuttle), l’edizione integrale di A Dance with Dragons (i guerrieri del ghiaccio, I fuochi di Valyria, La danza dei draghi) nella collana Oscar grandi bestseller, il secondo romanzo delle Cronache nella collana Flipback, l’edizione economica del Cavaliere dei Sette regni, I canti del sogno (antologia che comprende alcuni dei racconti inediti di Dreamsongs) e Ragazza allo specchio (la seconda parte di Dangerous Women). Non ho trovato indicazioni sull’edizione deluxe di A Dance with Dragons ma quella me l’aspetto per l’autunno, e le indicazioni che ho visto arrivano fino a luglio.
      Dalla casa editrice mi hanno detto più volte che vorrebbero tradurre Martin nel modo più completo possibile. Questo significa che tradurranno tutte le Wild Cards? Non ne ho idea, dipende da quanto l’editore spende per i diritti d’autore e da quante copie vende, ed entrambi sono dati dati che nessuno ci darà mai. Possiamo solo aspettare e vedere cosa succede.

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