Richard K. Morgan: Sopravvissuti

«Da un punto di vista legale…»

Scrollò la testa. «Dimentica la legge. Non aiuta. La citeranno quando gli fa comodo, la ignoreranno in caso contrario. Sono ecclesiastici, Archeth. Trascorrono tutta la loro fottuta vita a interpretare i dogmi in maniera selettiva a loro vantaggio.»”

Richard K. Morgan, Sopravvissuti, pag. 385.

 

Mi sono accostata a Richard K. Morgan in modo un po’ diverso rispetto al solito. So che i suoi romanzi di fantascienza, Bay City, Angeli spezzati e Il ritorno delle furie, pur senza aver scalato le classifiche dei bestsellers hanno venduto bene e sono stati apprezzati da una buona fetta di appassionati. Che io, che prediligo la fantasy ma amo pure la fantascienza, non abbia mai provato a leggerli è stato un caso, scelte diverse compiute quando si trattava di decidere cosa leggere.

Poi, oltre tre anni fa, mi sono imbattuta in un suo articolo. Morgan aveva scritto per la prima volta un romanzo fantasy, The Steel Remains, diventato nella recente traduzione italiana Sopravvissuti, e faceva qualche commento sul genere.

L’articolo, ovviamente in inglese, si trova qui: http://suvudu.com/2009/02/the-real-fantastic-stuff-an-essay-by-richard-k-morgan.html.

Ne avevo parlato a suo tempo in un articolo per FantasyMagazine che aveva fatto nascere una feroce polemica: http://www.fantasymagazine.it/notizie/9964/richard-morgan-boccia-tolkien/. Morgan aveva criticato J.R.R. Tolkien per la sua mancanza di realismo, infischiandosene del fatto che Tolkien ha scritto quel tipo di romanzo perché era quello che voleva fare e non perché fosse incapace di fare altro.

Per quanto mi riguarda Morgan (e chiunque altro) può pensarla come gli pare. Se un libro non gli piace non gli piace, punto. Ciascuno ha diritto ad avere i suoi gusti, e se è uno scrittore può provare a scrivere qualcosa di diametralmente opposto perché è quel che piace a lui. Ciò che mi aveva irritata all’epoca era stata la conclusione del suo brano:

Well, I guess it’s called fantasy for a reason.
I only wonder why on earth anyone (adult) would want to read something like that.
And I’ve written a fantasy novel for all those adults who wouldn’t.
Hope you like it.

Secondo lui quindi il fantasy sarebbe chiamato così perché non è realistico, dimenticando che il realismo è dato dalla coerenza interna di un’opera e non dall’aderenza alla realtà che conosciamo, e si chiede perché un qualsiasi adulto sulla faccia della Terra potrebbe voler leggere qualcosa del genere. A questo punto mi sembra necessaria una comunicazione di servizio, anche se Morgan non la leggerà mai. A me piace Il signore degli anelli. L’ho letto quattro volte ed è seriamente probabile che lo rileggerò ancora in futuro. E sono un’adulta. Rispetto il fatto che a lui non piaccia, ma preferirei che non sindacasse sui miei gusti.

Bene, quando sono stata al Salone del libro di Torino mi sono fermata a fare quattro chiacchiere con una persona presente allo stand Gargoyle, che mi ha parlato benissimo del romanzo e anche dello scrittore. In più ho letto la recensione entusiastica che ne ha fatto Emanuele Manco: http://www.fantasymagazine.it/libri/16912/sopravvissuti/.

Naturalmente ho finito per leggere il libro anch’io. Però, mentre Emanuele afferma che le scene di sesso o di violenza sono funzionali alla trama e quindi mai compiaciute, a me è stata proprio quella l’impressione che hanno dato: compiacimento. Come se lo scrittore volesse dire “guardate come sono bravo, come vado oltre i cliché”. Anche George R.R. Martin presenta numerose scene di sesso o violenza, però non mi ha mai dato l’impressione di essere compiaciuto come Morgan. Con lui ho provato lo stesso fastidio che ho provato con Jacqueline Carey e con il suo Il dardo e la rosa. Giusto per dire che mi ha irritata l’eccessiva esposizione di sesso, non il fatto che uno dei protagonisti fosse omosessuale. Nel contesto della trama questa sua caratteristica era perfetta, e uno dei momenti più divertenti della cena con Martin a Lucca nel 2005 è stato quando alla domanda se Ser Loras fosse gay lo scrittore si è alzato, ha esordito con un “a questo non posso che rispondere con una sola parola”, ha aspettato un attimo per ottenere l’atmosfera giusta e poi ha aggiunto “Yes!”.

Ovviamente la sala è scoppiata a ridere, anche perché un terzo dei partecipanti si portava dietro una lunga querelle sulle preferenze sessuali del nobile cavaliere dovute al fatto che un utente aveva scelto come nickname proprio Ser Loras senza rendersi conto che il personaggio era gay. A parte questo, sono una grandissima fan di Martina Navratilova.

Però tutte quelle descrizioni minuziose, il continuo uso di parolacce – lo so che dei guerrieri parlano così, ma la cosa non m’importa – mi hanno profondamente irritata. Avrei tanto voluto una Polgara che sgrida Belgarath come nei romanzi di David Eddings ogni volta che a suo giudizio il paparino dice o fa qualcosa di sbagliato. O anche Septa Mordane che spiega come si deve comportare una perfetta signorina, anche se mi piace più lo stile di Arya che quello di Sansa nell’uso dell’Ago.

A parte questo, lo stile di Morgan mi ha essenzialmente annoiata anche se la frase posta all’inizio di questo post mi è piaciuta. Non dico che scriva male, la costruzione del mondo è solida e i vari fili della trama si riallacciano bene. Tecnicamente è un ottimo romanzo, come quelli di Steven Erikson. In pratica mi ha annoiata, proprio come quelli di Steven Erikson. Qualche guizzo d’interesse qua e là, ma troppo poco per voler proseguire la lettura della saga con il secondo volume, The Cold Commands, quando sarà tradotto.

Ho sentito diverse persone dire che chi ama Martin ama Erikson e Morgan perché sono ugualmente realistici e, almeno il primo e il terzo, crudi, e che non ama Jordan, nella cui saga non muore nessuno. Una volta ho chiesto a Robert Jordan se non gli sembrava che per i suoi personaggi le cose scorressero un po’ troppo lisce visto che fino a quel momento – avevo letto solo i tre romanzi già tradotti in italiano, L’Occhio del Mondo, La Grande caccia e Il Drago rinato – non era ancora morto nessuno d’importante, e lui mi aveva risposto che quello che gli interessava era come procedevano le loro vite. Come erano capaci di adattarsi ai cambiamenti che stavano avvenendo in loro e intorno a loro e che non gradivano. Perché a volte la morte può non essere la cosa peggiore che può capitare a una persona.

A me piacciono Martin e Jordan, e non piacciono Erikson e Morgan, e non vedo nulla di male o di strano in questo.

Morgan si è chiesto perché qualcuno potrebbe voler leggere i romanzi di Tolkien, o qualcosa del genere. La mia risposta è perché mi diverto, cosa che non è successa con il suo, di romanzo. Ciascuno ha i suoi gusti ed è giusto che sia così. Basta solo evitare di pontificare presunte verità assolute.

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9 risposte a Richard K. Morgan: Sopravvissuti

  1. ClaudioLXXXI ha detto:

    Non sapevo neppure chi fosse Morgan, ma sono allibito di fronte a una nozione di fantasy così superficiale (pari pari a quella di mia nonna in carriola, faccio per dire) da parte di chi di mestiere fa lo scrittore.
    Non è che sia obbligatorio conoscere tutte le sfumature del concetto tolkieniano di subcreazione, ma porca miseria, almeno i fondamentali.

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  2. Secondo me Morgan dopo aver scritto un fantasy ha deciso di spararla grossa per far parlare di sé, in modo che i lettori lo notassero e acquistassero il suo libro. Con tutti i libri che vengono pubblicati farsi notare è difficile, lui era noto come scrittore di fantascienza, non di fantasy, e quindi era alla ricerca di un nuovo pubblico. Ha criticato Tolkien, e il suo giudizio ci può anche stare nel senso che lui avrebbe preferito un tipo di realismo che a Tolkien non interessava. La trovata pubblicitaria è quella finale: non leggete quelle cose infantili, se siete adulti e maturi leggete me che sono molto meglio. Il tutto su Suvudu, che è il blog della casa editrice Del Rey, mica il mio che conoscono solo quattro gatti. Magari simpatici, ma sempre quattro gatti sono. 😉
    A libro letto ribadisco che lui sa scrivere, la costruzione del mondo è solida, ma principalmente mi ha annoiata, con guizzi di puro fastidio in alcune scene o per alcune espressioni. I momenti di vero divertimento e interesse sono stati molto pochi, e sempre subito soffocati da quel che è seguito.

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  3. francesco ha detto:

    A me il libro di Morgan ha convinto a metà: non l’ho trovato noioso, ma nemmeno particolarmente avvincente, e le scene di sesso anche a me sono sembrate “forzate”, quasi messe lì più per provare a scandalizzare che perchè funzionali al racconto. Penso proprio che leggerò anche il seguito , pur se non lo aspetto con particolare ansia!

    Martina, spero di essere anch’io ormai considerato uno dei 4 gatti simpatici 🙂

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  4. Tu cosa ne dici? 😉

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  5. M.T. ha detto:

    Se Morgan ha fatto la sparata per far parlare di sé non è stata una gran mossa: si fa pubblicità, ma è una pubblicità negativa. Sono sempre dell’idea che è il libro che deve far parlare di sé, non l’autore.
    Naturalmente sono in totale disaccordo con l’autore sul giudizio di Il Signore degli Anelli.
    Sopravvissuti è un buon romanzo, con spunti e introspezione interessanti, i flashback che rendono difficile seguire il corso degli eventi, ma certe scene di sesso come dici tu sono di compiacimento e ne avrei fatto a meno: gli eccessi come al solito stridono.
    Un buon livello, quello di Morgan, ma che non raggiunge quello di Erikson, di cui ho saputo apprezzare le opere realizzate. Come ho apprezzato quelle di Jordan, Sanderson e Tolkien 🙂

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  6. Raffaello ha detto:

    …cara Martina, il tuo commento su Morgan mi ha convinto ancora di più del fatto che devo leggerlo! 😀 …nel bene o nel male ha fatto qualcosa che si differenzia dal classic fantasy…vedremo se mi piacerà!!
    …detto questo…può dire quel che vuole su Tolkien….nulla cambierà! Tolkien è Tolkien!! Raf

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  7. Per essere diverso dal solito è diverso, e visto che ciascuno ha i suoi gusti non è detto che, poiché non mi ha entusiasmata, sarà lo stesso anche per te. Tanto per dirne una, tu ami Erikson, io no. E il suo giudizio su Tolkien non mi fa né caldo né freddo, Morgan è libero di avere le sue opinioni, mi ha infastidito solo l’ultima frase indirizzata a tutto il genere anche perché, visto che secondo lui persone mature non possono apprezzare quelle opere e io le apprezzo, implicitamente mi ha dato dell’immatura. Quanto all’uso delle parolacce, è vero che di solito nei fantasy non ne compaiono o compaiono solo in misura molto limitata, ma lo stesso si può dire anche dei thriller o dei romanzi di avventura che, se ben costruiti, nessuno accusa di essere irrealistici.

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  8. Raffaello ha detto:

    ….già…probabilmente, come giustamente ipotizzavi tu, ha voluto spararla grossa per far parlare di se. raf 🙂

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  9. Pingback: Quando la fantasy incontra il realismo/1 | librolandia

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