Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 22: Arya

Oh, Ned! Mi ero già innamorata di lui nel primo capitolo, quando aveva spiegato a Bran da cosa ha origine il coraggio e perché lui preferisce non avere un boia, avevo continuato ad amarlo per il suo comportamento fin qui, la difesa dei deboli, la voglia di fare giustizia in un mondo in cui sembra che la giustizia sia scomparsa e che la corruzione e gli interessi personali regnino sovrani (ehm…), ma questa conversazione con Arya è qualcosa che ha il potere di toccarmi profondamente.

Più prosaicamente noto un paio di dettagli: gli uomini di Ned indossano “un fermaglio d’argento battuto a forma di mano” (pag. 243). Onestamente me ne ero dimenticata, ricordavo la collana di Ned ma non lo stemma dei suoi uomini.

Poco più sotto Arya osserva che al padre non piace l’idea del torneo, mentre Sansa non nota nulla. Arya sa già guardare le cose con attenzione, il tempo e l’addestramento semplicemente le consentiranno di affinare questa sua dote.

Noto, ancora una volta, il modo di fare di Ned che rispetta e ascolta tutti i suoi uomini, e faccio notare l’elenco dei personaggi fatto in modo quasi casuale. A pagina 244 viene citato Hurwin, già presente nel primo capitolo dedicato a Bran, ma io mi ero dimenticata della sua esistenza fino a Tempesta di spade. Leggere i vari volumi nel momento della pubblicazione crea questo tipo di effetto collaterale: passa un bel po’ di tempo fra un volume e l’altro e i dettagli meno significativi vengono dimenticati. Ma spesso Martin cita alcuni personaggi, li piazza nella parte meno importante della nostra memoria, salvo ripresentarceli e farli diventare importanti in scene successive. Alla pagina successiva, proprio dove vediamo il modo di fare di Ned, troviamo anche un elenco dei suoi uomini: Vayon Poole, Mikken, Hullen, Septon Chayle, Jory, Ser Rodrik o la Vecchia Nan.

No, aspetta. Ho scritto Mikken? Va vene che Martin scrive Jory e Altieri traduce Jory Cassel altrimenti noi poveri italiani non riusciremmo a capire di chi si stia parlando, nulla di nuovo in una modifica come questa. Ma Mikken dov’è?

Ecco, in Italia non c’è visto che siamo in presenza di un’altra altierata. Una frase saltata completamente. Dopo aver scritto che Ned e Poole “avrebbero parlato di conio, di magazzini del pane e di servitori” (pag. 245) Sergio Altieri cita Hullen, ma fra l’uno e l’altro personaggio Martin ha scritto “The next time it would be Mikken, and her father would listen to him go on about armor and swords and how hot a forge shuold be and the best way to temper steel”.

Evidentemente la frase è saltata, vuoi per una svista nella stampa, vuoi per una svista del traduttore. Visti tutti gli altri errori e libertà presenti l’ipotesi che viene in mente per prima è la seconda. Così perdiamo un tocco di colore in più, e per Martin è importante il realismo e la descrizione degli ambienti, la sottolineatura di quanto Ned si preoccupi di tutto quello che accade nel suo castello, il legame fra Arya e Mikken, che dopo tutto ha forgiato Ago, e una nuova citazione del fabbro, in modo che quando tornerà nella storia sarà ben presente nella nostra mente.

Maisie Williams alias Arya Stark

Poco più sotto Tom il Grasso la chiama “Arya Dappertutto” (245), più o meno. Per la precisione la chiama “Arya Underfoot”, Arya Fra i Piedi, “because he said that was where she always was”, perchè era lì che si trovava sempre, anche se Altieri si perde pure questa frase.

Arya, delusa, sente che la sicurezza in cui ha vissuto è tutta una menzogna. Se ne sono andati da Grande Inverno? Certo, altrimenti non avremmo avuto una storia. Ora che sono in ballo però devono tutti ballare.

Dopo la fuga arriva Ned, in una scena dalla bellezza struggente. Parlano del pericolo incombente, perché, come ben sappiamo, l’inverno sta arrivando, e torna in scena il fantasma di Lyanna. A proposito, Lyanna era bella, quindi anche Arya lo è solo che non viene detto spesso perché è per Sansa che la bellezza è importante. Sangue di lupo in lei e in Brandon, segno che erano mezzi selvaggi e alquanto irruenti. Agivano prima e pensavano poi, anche se credo che Lyanna avesse una nobiltà d’animo che al fratello mancava. Vedremo. Comunque la lupacchiotta avrebbe voluto portare una spada, dettaglio da non dimenticare. Da non dimenticare la prima regola della scherma: “infilzali con la punta”, come ho spiegato anch’io alle mie bimbe.

Per giustificare il comportamento di Sansa Ned dice ad Arya “Tutti diciamo menzogne” (pag. 250). Davvero? Anche lui? Mmm…

Arya chiede scusa, dimostrando una notevole maturità, e tre giorni dopo ha un nuovo maestro di danza. Lo vorrei anch’io un insegnante così, anche se nel romanzo Syrio Forel è calvo e in televisione Miltos Yerolemou ha una chioma notevole.

In televisione Ned assiste alla lezione, e questo è un cambiamento che mi è piaciuto molto. L’avete vista la sua espressione quando ha visto la determinazione della figlia e magari ha anche iniziato a porsi domande sul loro futuro?

Sotto la foto spoiler da Il grande inverno.

 

Sì. piccola, la sicurezza era una menzogna, una delle infinite menzogne di questa saga. Già che ci siamo do’, non per l’ultima volta, il mio addio a Ned.

A pagina 247 Arya sogna di poter fuggire da quel posto orribile che è Approdo del Re. In effetti lo fa, ma non prima di aver scoperto che quel posto (e chi ci abita) è ancora più orribile di quel che pensava. Certo, anche il viaggio va in modo un po’ diverso da quel che si sarebbe aspettata, ma questo è qualcosa che si leggerà a partire dal Regno dei lupi.

Sotto la foto spoiler da Tempesta di spade.

 

Hurwin, per chi lo ha dimenticato, è colui che cattura Arya dopo la sua fuga da Harrenhal e la consegna a Lord Beric.

Sotto la foto R+L=J.

La copertina dell’edizione croata di A Storm of Swords

Non ricordo il libro. Quand’è che si parla del torneo di Harrenhal? Nei Fiumi della guerra? Lyanna con la spada fa pensare a una sua possibile identificazione con il cavaliere misterioso, anche perché I fuochi di Valyria ci danno qualche altro indizio (non prova) in tal senso. A quanto pare Le cronache del ghiaccio e del fuoco sono come gli orchi, come spiega Shrek a Ciuchino. Sono a strati, e ogni volta che ne sfogliamo uno ne scopriamo un altro nascosto. Ah, sono le cipolle ad avere gli strati? Pardon, ogni tanto non resisto e devo fare un commento scemo.

A proposito delle menzogne di Ned, invece, sappiamo benissimo che confessa un tradimento che non ha commesso pur di proteggere Sansa. Ma in questo capitolo quella menzogna non l’aveva ancora pronunciata, quindi l’indiziata più probabile come bugia è la storiella che Jon sia suo figlio.

Sotto la foto spoiler da Il portale delle tenebre.

 

Noi sappiamo che uso fa Tyrion della collana del Primo cavaliere nell’ultimo incontro con Shae. Visto che nella serie televisiva non c’è, cosa faranno i produttori? Cambieranno la scena o decideranno di fare la collana apposta per Tywin, creatore di una nuova moda?

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11 risposte a Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 22: Arya

  1. mirko ha detto:

    Vorrei far presente una che fra la traduzione e la stampa un apposito revisore RIVEDE completamente la traduzione proprio per evitare frasi saltate o fraintendimenti. Lo so che questo toglie il divertimento del gossip sulle altierate, ma i meccanismi dell’editoria non sono tali che nessun traduttore può pubblicare ciò che vuole senza essere passato prima per le mani del revisore poi del redattore.
    Mirko

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  2. Grazie per la precisazione, non lo avrei mai sospettato. Ora che tu mi hai edotto su questo meccanismo editoriale capisco di aver fatto un errore tremendo. Non è Altieri (o il revisore, o il redattore, di cui non conosco il nome e che quindi non posso citare, ma la sostanza cambia poco) ad aver scritto unicorno al posto di cervo, sono io che ho una fantasia molto fervida e ho letto una parola al posto di un’altra. In tre punti.
    E se non ho visto la frase relativa a Mikken la colpa è solo del mio libro, birbantello, che me l’ha nascosta per farmi una burla, ma se rileggo quella pagina fra mezz’ora sicuramente quella frase sarà tornata al suo posto.
    Quanto a tutto il resto, periodi di due settimane che si trasformano in un mese, Ser Arryk che diventa improvvisamente una donna, Ditocorto che dice che nessuno dubiterà della parola di Tyrion per via della sua testa matta (pag. 226) piuttosto che evidenziare che con il mancato assassino morto nessuno gli potrà dare del bugiardo, oltre all’infinità di altre altierate che ho segnalato (e a quelle che non ho segnalato perché non volevo infierire troppo) sono sicura che esiste una spiegazione razionale e perfettamente comprensibile anche da una persona che, come me, è interessata solo al gossip. Però giuro che non mi viene in mente, saresti così gentile da fornirmela tu?

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    • Mirko ha detto:

      La risposta mi pare piccata e francamente poco comprensibile. Stavo soprattutto parlando dei salti di testo. A cosa servono allora i revisori? Non parlerò più in questa sede, un po’ troppo faziosa, mi pare, e poco obiettiva. Buona continuazione e buon divertimento.
      Mirko

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  3. francesco ha detto:

    Una piccola aggiunta, per Mirko: se fosse comunque come dici tu, e non ho motivi per dubitarlo, vorrebbe dire solo che ANCHE il revisore della Mondadori ha la sua parte di colpe, direi quasi “colpa in vigilando”, senza per questo toglielre ad Altieri nessuna delle sue.

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    • mirko ha detto:

      Grazie della risposta pacata (è la prima che trovo a proposito di questo argomento). Hai perfettamente ragione. Ognuno ha le sue responsabilità: sia il traduttore, in questo caso Altieri (che ha fatto le sue scelte), sia il revisore (che deve controllare queste scelte e gli eventuali salti di testo).
      Mirko

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  4. Mirko, la sede un po’ troppo faziosa è gestita da una sola persona, quindi riflette esclusivamente i miei giudizi e le mie opinioni. Sei libero di dissentire con me, non ho la pretesa di conoscere la verità assoluta né di voler insegnare nulla a nessuno, ma se tu arrivi con un commento come quello che hai fatto non puoi stupirti se ti ritorni indietro un po’ di ironia. Non ho dubbi sul fatto che, in linea teorica, ciascun libro vada rivisto dopo che il traduttore ha completato la sua traduzione. I refusi scappano a chiunque, e possono esserci anche problemi di genere diverso. Ricordo perfettamente un’occasione in cui, prendendo in mano un libro per decidere se acquistarlo, ho visto che il protagonista (almeno di quella scena, non so se era il protagonista del romanzo) guardava il dipinto di Durer “Il cavaliere, la morte e il diavolo”. Peccato che, come ben sa chiunque conosca almeno un po’ l’opera del grandissimo artista tedesco, “Il cavaliere, la morte e il diavolo” sia un’incisione e non un dipinto. L’autore americano aveva scritto “picture” (lo so con certezza, ho controllato su una copia in lingua originale del romanzo), termine traducibile sia con “dipinto” che con “foto”. Il protagonista stava guardando non l’opera originale ma una riproduzione, il traduttore non se n’è accorto e a quanto pare neanche il revisore. Dopo una svista così io ho posato il libro disgustata e non mi sono sognata di acquistarlo. E magari invece era un bel romanzo, ma io questo non lo saprò mai. Vedi che differenza può dare una traduzione errata?
    Ora, se tu vieni qui e mi dici che mi diverto a fare gossip e dici che un traduttore non può fare quel che vuole mi stai dando o dell’idiota o della bugiarda. Non puoi certo sapere quanto io detesti il gossip, che mi sembra una cosa ben diversa dalla critica a un prodotto che avrebbe potuto essere molto migliore ma che invece presenta una notevole serie di difetti. Mi stai dando della bugiarda se dici che io mi sto inventando tutto, quando per ogni altierata segnalo il numero di pagina dell’edizione italiana in modo che chiunque ha l’edizione rilegata o l’Oscar, se ne ha voglia, possa controllare la citazione che io indico in corsivo. Non indico il numero di pagina dell’edizione americana perché fra le varie edizioni della Bantam e quelle della Harper Voyager credo che le numerazioni siano molto diverse fra loro, e quindi a meno che il lettore non abbia la mia stessa edizione il numero vuol dire poco. Però, conoscendo la scena dall’edizione italiana si può trovare facilmente nell’edizione in inglese. Se invece reputi che non possano esserci frasi saltate semplicemente perché esistono un revisore e un redattore e che mi sono sognata tutto mi stai dando dell’idiota.
    Da qui la mia richiesta di chiarimenti. Non ti è piaciuto il tono? Visto che quando avevo scritto in tutt’altro modo tu non mi avevi capita ho provato a cambiare qualcosa per vedere se questo poteva spingerti a riflettere. Le altierate ci sono, e sono tante. Non le vuoi chiamare così? Il termine non l’ho inventato io, lo uso solo per comodità. Non sono tutti solo errori di Altieri? A proposito della frase su Mikken saltata ho scritto chiaramente che potrebbe essere stato un problema di stampa, dubito che Altieri potesse avere un qualsiasi motivo valido per saltare la frase. O non l’ha tradotta per sbaglio o l’ha tradotta e per qualche incomprensibile (almeno per me) motivo è saltata fuori dalla stampa. Se capitano libri rilegati male, e l’ultima volta mi è successo neanche troppo tempo fa con un romanzo che passava da pagina 54 a pagina 27, e quando poi arrivava nuovamente a pagina 54 passava direttamente alla 81, suppongo che possano esistere anche altri tipi di problemi. Pero scrivere come hai fatto tu in modo così categorico che un revisore “RIVEDE” il testo, fra l’altro urlando quella parola, significa voler negare la realtà dei fatti. E, incidentalmente, darmi dell’idiota.
    La risposta ti pare piccata e poco comprensibile? A me quello piccato sei sembrato tu, con la definizione del mio blog come fazioso e poco obiettivo e l’affermazione categorica sui revisori. So anch’io cosa dovrebbero fare, in questo caso so cosa non hanno fatto. Le mie capacità informatiche sono molto limitate, se ci riuscirò posterò una copia della pagina incriminata in italiano e in inglese in modo da dimostrarti che, malgrado la presenza di revisori, le frasi possono saltare.
    Un’ultima cosa: per me il tempo è prezioso. Ne ho sempre troppo poco con lavoro, famiglia (due bambine di cinque anni e mezzo e tre anni sono un impegno notevole), casa e anche la voglia di scrivere che mi sta esplodendo fra le mani. Rispondere con un commento così lungo per me è un’eccezione, perché non ho il tempo per farlo. A volte non rispondo affatto, proprio per questo motivo. Però se mi contraddici dicendo che le frasi non possono sparire così, per una semplice svista, quando io so benissimo che è successo perché possiedo il romanzo in entrambe le lingue e prima di scrivere ho controllato il brano con attenzione, non sono né faziosa né poco obiettiva. Forse sei semplicemente poco informato tu che mi critichi, e non hai neanche l’onestà di ammetterlo, Critichi e basta.
    Ti piace la risposta pacata di Francesco? Prima prova tu a porti in modo pacato con i tuoi interlocutori, e probabilmente riceverai risposte pacate. Se vai a vedere su labarriera.net, nella discussione relativa alle altierate, noterai che i miei commenti (mi firmo kindra) sono fra i più pacati, e spesso difendo l’operato di Altieri. Prima di criticare gli altri pensa a quello che scrivi tu, e non fare come gli autori di un blog che non nomino (semplicemente perché non voglio regalargli accessi) che criticano FantasyMagazine perché parla dei libri editi da DelosBooks dicendo che non dovrebbe farlo perché c’è un chiaro conflitto d’interessi. Sarebbe come dire che il Corriere della Sera non dovrebbe parlare dei libri editi da Rizzoli perché ci sarebbe un conflitto d’interessi. Ecco, sparare contro gli altri è semplice, riflettere sulle proprie parole, e su come possono essere percepite è un po’ più difficile.
    Io penso che Altieri abbia un ottimo stile e che, nella maggior parte dei casi, il testo scorra bene. Solo in alcuni punti mi sono trovata a storcere il naso anche senza vedere il testo originale. Penso però che si sia anche preso troppe libertà, e che chi doveva controllare per evitare che lo facesse non ha controllato nulla, fidandosi del lavoro di un professionista di indubbie capacità. Quello che è certo è che il libro è infarcito di modifiche e interpretazioni molto libere, modifiche che segnalo con tanto di numero di pagina. Se vuoi obiettare a quello che scrivo fallo facendomi davvero notare un mio errore, non parlando in modo generico di come dovrebbe andare quel mondo perfetto che non esiste.
    Detto questo, se vuoi continuare a leggermi sei libero di farlo. Se non ti piace il mio modo di scrivere sei libero di ignorarmi. In entrambi i casi io continuerò a dormire la notte senza alcun problema.

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    • mirko ha detto:

      Credo che del mio intervento tu abbia capito ben poco, e nella forma e nella sostanza. Peccato. E sono veramente dispiaciuto di aver messo il dito in qualche piaga… Non è che non mi piaccia il tuo modo di scrivere (di te non ho letto nulla), né metto in dubbio le “altierate” (chi ti ha mai dato della bugiarda? chi dell’idiota? cosa ti vai inventando?) Dico solo che il tuo tono è un po’ sopra le righe, la tua ha tutto l’aspetto, per chi la vede dall’esterno, di una crociata personale. Mi sembra inoltre che la prima a essere irridente con Altieri sei tu, poi ti adombri quando ritieni che qualcuni lo stia facendo con te. Politicamente alquanto scorretto.
      Ti auguro un futuro luminoso quanto a traduttrice e, perché no, scrittrice. Mi fa piacere la tua autocritica: “sparare contro gli altri è semplice, riflettere sulle proprie parole, e su come possono essere percepite è un po’ più difficile”. Con questo credo che la questione sia chiusa.
      Quanto agli amici di Delos, mi spiace che siano attaccati ingiustamente. Fanno solo il loro lavoro, e bene.

      PS Ma perché te la prendi tanto?

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  5. Grazie per l’augurio di un futuro luminoso, ma ti assicuro che non ho la minima intenzione di fare la traduttrice, al di là del fatto che non credo di averne le capacità. C’è molta gente più brava di me in circolazione, Altieri, tanto per dirne uno. E proprio perché sono convinta che lui sia bravo che mi dà fastidio vedere certi cambiamenti. Se non fosse stato capace di fare una buona traduzione la colpa sarebbe stata di Mondadori, con la decisione di affidare il testo a una persona non competente. Ma se la persona è competente e nella traduzione si prende tutte queste libertà c’è qualcosa che non va. Idem, puoi stare tranquillo che non solo non vedrai mai un mio romanzo in libreria, ma non proverò mai neanche a inviarne uno a una casa editrice. Conosco i miei limiti, e so di non essere in grado di scrivere nulla di pubblicabile.
    Se io ho capito poco del tuo intervento mi spiace, forse potresti essere così gentile da spiegarmelo tu? Questo è il tuo primo messaggio:

    “Vorrei far presente una che fra la traduzione e la stampa un apposito revisore RIVEDE completamente la traduzione proprio per evitare frasi saltate o fraintendimenti. Lo so che questo toglie il divertimento del gossip sulle altierate, ma i meccanismi dell’editoria non sono tali che nessun traduttore può pubblicare ciò che vuole senza essere passato prima per le mani del revisore poi del redattore.”

    Mi spieghi che esistono due figure professionali che rivedono il testo. Ok, anche se non lavoro in una casa editrice sono sempre stata convinta che figure del genere dovrebbero esistere. Che poi ci siano davvero dipende dalla serietà dell’editore, ma visto che non conosco nessun caso specifico penso che non sia un discorso che valga la pena aprire. Non avrei nulla di significativo da dire.
    Dalla tua frase si evince che visto che due persone rivedono il testo non possono esserci frasi saltate o traduzioni errate. Visto che invece è proprio di questo che io sto parlando tu, che mi correggi in modo così perentorio, stai dicendo che io sto scrivendo cose senza senso. Da qui le due opzioni: o sono in buona fede e non ho capito nulla, quindi sono un’idiota, o sono in malafede e so che gli errori non ci sono, quindi sono una bugiarda. Tu non hai usato questi termini, li ho usati io, ma il succo del tuo discorso era questo, almeno per come la vedo io. Se intendevi dire qualcos’altro spiegamelo, perché proprio non ci arrivo.
    Scrivi che faccio gossip, ma il gossip mi pare che sia andare a indagare sulla vita privata delle persone per fare articoli scandalistici. Io parlo di un’attività professionale pubblica e verificabile da tutti. E dubito che i miei commenti possano darmi chissà quale notorietà. Quello che io e altre persone che parlano di questi errori vorremmo, è che la traduzione fosse rivista. Tutto qua. Non sto nemmeno dicendo che dovrebbero cambiare traduttore, cosa che non voglio. Vorrei solo un po’ più di attenzione e di rispetto per il testo originale da parte di Sergio Altieri.
    Questo è il tuo secondo messaggio, dopo che io, lo riconosco senza alcun problema, ho usato una notevole dose di ironia:

    “La risposta mi pare piccata e francamente poco comprensibile. Stavo soprattutto parlando dei salti di testo. A cosa servono allora i revisori? Non parlerò più in questa sede, un po’ troppo faziosa, mi pare, e poco obiettiva. Buona continuazione e buon divertimento.”

    La mia risposta aveva uno scopo: provocarti per costringerti a riflettere sul senso di quello che avevi scritto. Evidentemente non hai capito quello che intendevo, spero che stavolta sia riuscita a essere abbastanza chiara. Se mi chiedi a cosa servono i revisori però continui a non vedere il problema. Gli errori che io segnalo sono un fatto, verificabile da tutti. Perché il revisore non se n’è accorto? Non lo so, bisognerebbe chiederlo a lui, chiunque sia, perché io il suo nome non lo conosco. Insistere sul fatto che i revisori ci sono e che errori come quello non possono sfuggire (e errare è umano, alcune cose possono essere semplici sviste) significa continuare a dire che io ho scritto una cosa senza senso. Prima di scrivere che le frasi non possono saltare fammi il piacere di controllare se sul libro c’è o no, poi ne possiamo riparlare.
    Ultimo intervento:

    “Credo che del mio intervento tu abbia capito ben poco, e nella forma e nella sostanza. Peccato. E sono veramente dispiaciuto di aver messo il dito in qualche piaga… Non è che non mi piaccia il tuo modo di scrivere (di te non ho letto nulla), né metto in dubbio le “altierate” (chi ti ha mai dato della bugiarda? chi dell’idiota? cosa ti vai inventando?) Dico solo che il tuo tono è un po’ sopra le righe, la tua ha tutto l’aspetto, per chi la vede dall’esterno, di una crociata personale. Mi sembra inoltre che la prima a essere irridente con Altieri sei tu, poi ti adombri quando ritieni che qualcuni lo stia facendo con te. Politicamente alquanto scorretto.
    Ti auguro un futuro luminoso quanto a traduttrice e, perché no, scrittrice. Mi fa piacere la tua autocritica: “sparare contro gli altri è semplice, riflettere sulle proprie parole, e su come possono essere percepite è un po’ più difficile”. Con questo credo che la questione sia chiusa.
    Quanto agli amici di Delos, mi spiace che siano attaccati ingiustamente. Fanno solo il loro lavoro, e bene.

    PS Ma perché te la prendi tanto?”

    Spero che ormai sia chiaro che tu non hai usato i termini bugiarda o idiota ma semplicemente che erano sottintesi nel tuo intervento, anche se magari non era la tua intenzione. Per questo ti ho scritto di fare attenzione a quello che scrivi. La mia non è una crociata personale contro Altieri, l’ho scritto più volte, anche se forse non l’ho reso abbastanza evidente in tutti i messaggi. Questo è un possibile atteggiamento superficiale da parte mia, perché non posso pretendere che chi legge un messaggio legga tutto il blog per capire esattamente quello che penso. Se è sembrato che ce l’avessi con lui come persona mi spiace, a volte non ripeto una cosa che ho già detto perché è noioso ripetere continuamente le stesse cose e perché, avendo poco tempo, a volte opto per la sintesi piuttosto che per un testo più articolato.
    Quanto al politicamente scorretto, secondo me è una grandissima stronzata. Io non devo insultare, ma sono libera di esprimere le mie opinioni. Altieri non sa che esiste questo blog, se lo sapesse, da come mi hanno parlato di lui, se ne infischierebbe allegramente, ma se volesse venire qui a contestare le mie parole potrebbe farlo senza alcun problema come stai facendo tu. Però non userò mai il politicamente corretto come metro per guidare le mie azioni. Il rispetto per gli altri sì, e spero che si capisca. Se non si capisce mi spiace di essere stata fraintesa, ma continuerò a fare quello che a me sembrerà giusto senza farmi condizionare da presunti valori e criteri di giudizio esterni.
    Spero che stavolta non ci siano problemi di comprensione.

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  6. Un ultimo dettaglio che mi sono dimenticata di inserire nel mio lunghissimo commento. Nel brano del blog ho scritto testualmente

    “Evidentemente la frase è saltata, vuoi per una svista nella stampa, vuoi per una svista del traduttore. Visti tutti gli altri errori e libertà presenti l’ipotesi che viene in mente per prima è la seconda.”

    Non mi pare che sia un attacco personale contro Altieri. Non so come siano andate le cose in questo caso, ma non escludo il problema tecnico, cosa che invece hai escluso tu parlando di revisori che impediscono le le frasi possano saltare. Poi certo, sono propensa a imputare l’errore ad Altieri, ma non escludo altre possibilità.

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