Incipit: Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien

Questa è una storia di tanto tempo fa. A quel tempo gli idiomi e le lettere dell’alfabeto erano molto diversi da quelli di oggi. Per rappresentare quegli idiomi si è usato l’italiano.

Le rune erano lettere antiche originariamente ottenute intagliando o graffiando legno, pietre o metalli, ed erano pertanto sottili e angolose. Al tempo di questa storia soltanto i nani ne facevano uso regolare, specialmente per documenti privati o segreti.”

 

Ricordiamo tutti la frase “In una caverna sotto terra viveva uno hobbit”. Sono le parole che un professore di Oxford ha scribacchiato distrattamente sui margini di un compito che stava correggendo. Solo che subito dopo averle scritte lui stesso si è chiesto chi fossero questi hobbit e perché vivessero sotto terra, e ha dedicato una parte della sua vita a cercare di scoprirlo. Il professore ovviamente si chiamava J.R.R. Tolkien, e da un episodio tutto sommato banale sarebbe nato quel capolavoro che è Lo hobbit. Libro che a sua volta ha portato alla nascita del Signore degli anelli. Romanzo (non trilogia, anche se le trilogie vanno di moda proprio per colpa sua) che ha influenzato la fantasy come nessun’altro aveva fatto prima e nessun’altro ha ancora fatto dopo.

Però la scena della caverna, e del piccolo hobbit disturbato mentre fumava da un noioso passate con cappello blu a punta e lunga barba bianca, non è la prima cosa che incontra il lettore, subito dopo l’ormai consueta mappa.

La prima cosa sono una serie di rune, e la frase che ho riportato qui sopra, perché Tolkien era un amante delle lingue, e il suo passatempo prediletto era inventarne una. Le storie sono arrivate dopo perché, come diceva lo scrittore, una lingua ha bisogno di una sua mitologia. E quindi ecco un’apertura dedicata all’alfabeto e ai problemi di linguaggio, anche se il romanzo potrebbe benissimo vivere senza questa pagina. La Terra di Mezzo è un mondo secondario in piena regola, e come tale ha anche complesse vicende linguistiche che il professore di Oxford fa conoscere ai suoi lettori solo in minima parte.

Detto questo… Lo hobbit è il libro che mi ha trasformata in una lettrice di fantasy. Avevo 18 anni, e una compagna di classe mi ha consigliato Il signore degli anelli, solo che in biblioteca non c’era. Così ho optato per un altro volume dello stesso autore, ed è stato amore a prima vista. Fortuna che non ho provato con Il Silmarillion, che in prima lettura ho abbandonato senza finire, altrimenti magari non mi sarei più accostata a un genere che proprio in quel periodo, e grazie a J.R.R. Tolkien, ho iniziato ad amare.

0148_hobbitologia-cover-webNel 2016 mi sono ritrovata, insieme ad altre persone (Paola Cartoceti, Chiara Codecà, Silvana De Mari, Cristina Donati, Pia Ferrara, Paolo Gulisano, Marina Lenti, Livia Rocchi e Chiara Segré) a scrivere qualcosa di più impegnativo su Lo Hobbit. Il risultato del nostro lavoro è Hobbitologia: http://www.camelozampa.com/libro/94/hobbitologia.

 

Il nuovo incipit:

 

Consiglio il lettore di non cominciare questo libro dalla prima pagina. So infatti che le assicurazioni dell’autore circa l’interesse eccezionale della materia presentata contano ben poco…

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3 risposte a Incipit: Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien

  1. Raffaello ha detto:

    All’età di 6 anni, mia mamma ha cominciato a leggere a me e a mio fratello Lo hobbit. Così è cominciato il mio amore per i libri e per la fantasy.
    E’ sempre bello sentir parlare di questo fantastico libro.
    Ciao.Raf

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  2. Sono stata io a portare la fantasy in casa, e senza aiuto da parte di nessun familiare ci sono arrivata un po’ più tardi rispetto a te. La fantascienza l’avevo già scoperta a 15 anni, grazie a un fratello maggiore che adorava Isaac Asimov. Ma quando ho scoperto il genere, mi ci sono tuffata dentro di slancio, e non ne sono più uscita.
    Intanto, senza arrivare a leggere il libro, qualche tempo fa io ho iniziato a raccontare ad Alessia alcuni stralci de Lo hobbit, e a farle vedere le immagini del relativo fumetto. Alessia compirà cinque anni in dicembre.
    E giusto per restare in tema fantasy, quando aveva solo pochi mesi e le ho comprato un libro tattile non ho scelto cose “banali” come “Dov’è la mia bambola?” o “Dov’è il mio cucciolo?”. No, io ho optato per “Dov’è il mio drago?”, animale che, con l’inverno che incombe, può essere molto utile.

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  3. Raffaello ha detto:

    Beh, tocca iniziare a leggere Lo Hobbit alla bimba l’anno prossimo 😛

    …e l’anno dopo puoi continuare con Martin 😀 (scherzo)

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