C.S. Lewis: Il principe Caspian

Il principe Caspian inizia in una stazione ferroviaria, e anche se ora è normale, nell’abbinamento fantasy+stazione ferroviaria, pensare a Harry Potter e al binario 93/4 non dobbiamo dimenticare che Il romanzo di C.S. Lewis è del 1951, il primo di J.K. Rowling del 1997. Stavolta il passaggio da un mondo all’altro avviene involontariamente, non tramite un armadio ma grazie al suono di un corno: “il corno magico della regina Susan, che lo perse quando scomparve da Narnia alla fine dell’età dell’oro. La leggenda dice che chiunque soffi nel corno riceverà un aiuto inatteso e straordinario” (pag. 366, capitolo 5, edizione I Draghi).

Una semplice frase, e gli spunti forniti sono essere un’infinità. Un corno capace di portare un aiuto inaspettato viene suonato anche alla fine di Ivanohe di Walter Scott, opera del 1819, e in seguito ce ne saranno chissà quanti, dal corno di Owein capace di richiamare la Caccia selvaggia nella Trilogia di Fionavar di Guy Gavriel Kay (1984-1986) al Corno di Valere che anima la trama di La grande caccia di Robert Jordan (1990) fino al corno di Joramun citato per la prima volta da George R.R. Martin in A Storm of Swords (2000). C’è una terra che aspetta un aiuto esterno, magari dagli antichi re e regine (Peter, Edmund, Susan e Lucy), come l’Inghilterra sa che re Artù tornerà nel momento del bisogno. Ma accanto ai richiami mitologici o letterari c’è anche un certo fastidio in me per la presunta superiorità di una specie sull’altra. A Narnia ci sono animali parlanti e gli esseri umani scarseggiano. Perché a governare su quella terra devono essere proprio degli esseri umani e non, per esempio, i cavalli parlanti o i nani?

Nel momento in cui Lewis scriveva l’Impero britannico aveva iniziato a dissolversi. Un dominio vastissimo stava letteralmente andando a pezzi con nuovi stati che acquisivano autonomia. Lewis avrebbe parlato in modo più esplicito del mondo che lo circondava in Il nipote del mago, romanzo che nella cronologia di Narnia è il primo ma che è arrivato nelle librerie solo nel 1955. Nel capitolo 15 (pag. 105) Polly chiede se gli esseri umani sono cattivi come gli abitanti di Charn e Aslan la tranquillizza. Più o meno. “Il vostro mondo si avvia a eguagliare quel primato, e non è detto che qualcuno di voi non riesca un giorno a scoprire un segreto malefico come la parola deplorevole, e non decida di usarlo per distruggere tutti gli esseri viventi. Presto, molto presto, prima che la vecchiaia tinga di bianco i vostri capelli, le grandi nazioni del vostro mondo saranno governati dai tiranni.” Scritto da qualcuno che aveva visto gli effetti dei domini di Hitler, Stalin e Mussolini e aveva visto sganciare la bomba atomica. No, quelli di Lewis non sono solo fantasy, e se la sua Narnia può essere salvata solo da un quartetto di ragazzi inglesi è probabilmente perché gli esseri umani in generale e gli inglesi sono superiori a qualsiasi altro essere vivente. Lewis afferma una superiorità, quanto meno morale, che sta sfuggendo al suo popolo. O forse sono io che immagino troppo.

Non immagino, invece, la scena del capitolo 9 (pag. 398), quando un orso attacca Susan. Che lei sia una bravissima arciera lo si è visto qualche pagina prima, però al momento dell’attacco non reagisce ed è il nano Briscola a salvarla. Susan aveva scambiato l’orso, un animale selvaggio, per uno degli animali parlanti e civilizzati di Narnia. A prima vista non è stata capace di cogliere differenze, e riflettendo sulla cosa a Lucy viene un’idea che lei per prima definisce assurda: “Non sarebbe terribile se un giorno, nel nostro mondo, gli uomini inferocissero dentro, pur mantenendo un aspetto umano? Un po’ come avviene per gli animali di qui, al punto da non poter riconoscere chi è feroce?

In realtà la cosa non è tanto assurda, in molti hanno l’aspetto e il comportamento esteriore di un essere umano, fino a quando qualcosa non fa scatenare la belva dentro di loro e si mostrano per quegli animali rabbiosi che realmente sono. Le cronache dei giornali sono piene di episodi di persone normali che improvvisamente… Ecco, improvvisamente. Come si fa a distinguere dall’aspetto esteriore una creatura pacifica da un mostro? Lucy e Susan non ne sono in grado, e noi non siamo messi meglio.

Tornando indietro di dieci pagine, c’è stato un altro episodio che mi ha colpita. Nulla di davvero importante nell’economia della storia, solo mi ha spinta a uno di quei collegamenti fra libri diversi che ora non posso più non fare. Il nano, Briscola in italiano ma Trumpkin in inglese (e io non posso non pensare a Peter Dinklage, che lo ha interpretato nell’omonimo film e che è il Tyrion Lannister di Il trono di spade), dubita che i quattro fratelli Pevensie possano essere determinanti nella guerra di Caspian contro l’usurpatore, e Peter decide di fargli cambiare idea con una piccola dimostrazione. Briscola e Edmund si affrontano in un duello di esercitazione:

«Vuoi provare a tirar di scherma con me? Mi faresti un grande regalo».

«Ma queste spade hanno lame affilate» disse Briscola.

«Lo so» rispose Edmund. «Ma io so che non ce la farò mai a colpirti e tu, dal canto tuo, sarai abbastanza abile da disarmarmi senza farmi male.»

Un duello con spade vere in cui chi lo propone ha in mente uno scopo ben più importante della semplice esercitazione, conscio che l’abilità con la spada di entrambi i contendenti impedirà loro di farsi male? Non poteva non tornarmi in mente Diarmuid in Il sentiero della notte di Guy Gavriel Kay.

«Avete a bordo spade di legno, da addestramento?»

Toccò a Diarmuid di sorridere, gli occhi danzanti sotto i capelli biondi, resi quasi bianchi dal sole. Era un’espressione che quasi tutti gli uomini a bordo conoscevano bene. «Purtroppo no», mormorò, «ma scommetterei che siamo entrambi abbastanza abili da usare le nostre spade senza farci del male.» Fece una pausa. «Male sul serio», si corresse.

Pag. 84

Non si fanno male, nessuno dei due, anche se la scena raggiunge un apice notevole per poi concludersi in modo diverso da quel che tutti avrebbero sperato. Io però non starei parlando di Kay, ma di Lewis.

In questo romanzo, e (mi pare, e il fatto che non ne ho la certezza con libri che sto leggendo ora indica quanto la mia mente vaghi altrove) in misura minore, anche in Il cavallo e il ragazzo, ci sono alberi che si muovono, altro elemento che si ritrova più volte nelle opere fantasy. I riferimenti obbligatori sono a Tolkien, ancora una volta, con gli alberi della Vecchia Foresta tenuti a bada da Tom Bombadil e gli Ent, ma anche con gli alberi non proprio tranquilli di Bosco Atro, e agli alberi che infestano la Macchia in La Ruota del Tempo.  Ma, prima di questi, ci sono gli alberi che con il loro movimento segnano l’inizio della caduta di Macbeth nell’omonima opera di William Shakespeare, anche se a ben guardare quegli alberi non hanno nulla di magico. L’effetto però rimane.

Peccato che per tutti gli echi in cui m’imbatto trovo anche continuamente cose che non gradisco, come una trama fatta più di casualità e improvvisazione che di altro, con scene, come quella della scuola all’arrivo di Aslan in città, che hanno la sola funzione di fare colore ma che non portano nulla alla storia o ai personaggi. Forse da bambina sarei stata incantata dalle continue meraviglie, è difficile da adulti capire il fascino che certe scene possono avere se lette a una determinata età. Sarà per questo che Peter e Susan ormai sono troppo grandi per poter tornare a Narnia un’altra volta? Del resto anche nell’Isola che non c’è insieme a Peter Pan ci sono solo bambini, non adulti. Quando andavo alle Elementari adoravo Gianni Rodari, alcuni anni fa rileggendo alle mie bambine le Favole al telefono (non la Grammatica della fantasia, che apprezzo ora più di trent’anni fa, o La testa del chiodo, che mi piace ora come allora) mi sono chiesta spesso cosa ci vedessi. A differenza di Lucy, io non mi sento troppo vecchia per leggere le fiabe, ma forse ne ho lette troppe per non notare determinati meccanismi narrativi.

Pubblicato in citazioni, fantasy e realtà, Guy Gavriel Kay, impressioni di lettura | Lascia un commento

Un viaggio nella Terra di Mezzo

Domenica 13 Maggio 2018 dalle ore 10.00 alle ore 19.00 il Castello Visconteo Sforzesco di Galliate (NO) sarà invaso da elfi, stregoni, nani e hobbit che faranno rivivere le avventure dei protagonisti de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit!

Il programma della manifestazione non è ancora completo, per il momento questo è ciò che è stato reso noto dagli organizzatori:
– ore 10.00: apertura dell’evento
– ore 10.30: visita guidata al Castello in compagnia delle creature più sagge e sapienti della Terra di Mezzo.
– ore 11.00: laboratorio di grammatica elfica Lingue elfiche: un’introduzione al Quenya a cura del prof. Roberto Túrin Turambar Fontana.
– ore 14.00: conferenza La saga dei Volsunghi a cura de I Doni delle Muse Associazione Culturale.
– ore 15.00: visita guidata al Castello in compagnia dei saggi di Arda.
– ore 16.00: conferenza Tolkien e la Finlandia: un amore reciproco a cura dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani.
– ore 17.00: conferenza Hobbitologia– 10 sfaccettature per leggere Lo Hobbit a cura di Paola Cartoceti, Silvana De Mari, Cristina Donati, Paolo Gulisano, Marina Lenti, Martina Frammartino.

Nel corso della giornata vi sarà inoltre la possibilità di assistere a spettacoli di danze medievali a cura dell’ associazione Kalenda Maya Danze, partecipare a lezioni di tiro con l’arco a cura di ASD Arcieri Cameri, prendere parte ad esibizioni di scherma medievale a cura dell’Associazione Culturale “Commenda San Giorgio” e mettervi alla prova con i quiz della Terra di Mezzo a cura dell’Associazione di Rievocazione Tolkieniana La Quarta Era. Saranno inoltre presenti stand a tema, autori di libri fantasy e rievocatori tolkieniani de La Quarta Era con costumi ispirati sia alle trilogie cinematografiche de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit di Peter Jackson sia alle omonime opere di J.R.R. Tolkien.

Pubblicato in appuntamenti, Hobbitologia | Contrassegnato | 2 commenti

Novità fra febbraio e marzo 2018

 

Ted Chiang, Storie della tua vita, Sperling & Kupfer, 10,90 €

Edizione economica. La sinossi:

Lo studio di una lingua aliena; un ormone che aumenta l’intelligenza; un mondo funestato dalle apparizioni angeliche; il mito della Torre di Babele e quello del golem; una rivista scientifica del futuro; un ritocco al cervello che rende indifferenti rispetto alla bellezza; una rivoluzionaria dimostrazione matematica che finisce per negare il concetto stesso di matematica. Questi sono i soggetti degli otto straordinari racconti di Ted Chiang, tra i quali Storia della tua vita, la novella che ha ispirato il film “Arrival”.

La recensione di Emanuele Manco per FantasyMagazinehttp://www.fantasymagazine.it/27328/storie-della-tua-vita.

 

 

Gianmaria Contro, Zombie walk. L’irresistibile ascesa di un mostro senza qualità, Odoya, 18,00 €

Mentre centinaia di film e romanzi, decine di videogame, fumetti e web series, articoli di giornale e ponderose – per quanto improvvisate – speculazioni filosofiche ne decretano la dilagante popolarità, il Morto Vivente è ancora un’entità sfuggente e sotterranea per la saggistica italiana. Zombie Walk cerca di colmare questo vuoto raccontando l’irresistibile ascesa di un mostro senza qualità, la claudicante avanzata di un anti (o super?) eroe senza precedenti che, con silenziosa ostinazione, ha invaso l’immaginario e il linguaggio della quotidianità. Nascosti nelle pieghe della cultura erudita o sbandierati dallo show business orrifico, evocati nei manuali anatomici, mummificati dalle pratiche funerarie, i morti risorgono, i morti amano, i morti lavorano, i morti mangiano. In televisione camminano, sul grande schermo scatenano guerre mondiali, nella Rete globale esplodono, chiacchierano e infettano tutto.

 

 

James S.A. Corey, Persepolis rising. La rinascita, Fanucci, 19,00 €

Nella rete di migliaia di nuovi mondi possibili dopo l’espansione dell’umanità, le colonie stanno lottando con determinazione per cercare la propria strada. Nell’ampio spazio tra la Terra e Giove, i pianeti interni hanno costituito un’alleanza provvisoria e molto instabile, perseguitati da una storia di lunghe guerre e forti pregiudizi duri a morire. All’equipaggio della navicella spaziale Rocinante spetta ora un compito davvero delicato: mantenere il più a lungo possibile la sempre più fragile pace. Ma il tutto sarà complicato da un imprevisto e, nel mondo della perduta colonia di Laconia, un nemico nascosto ha in mente oscuri progetti per l’intera umanità e vuole a tutti costi far prevalere il suo potere… Le nuove tecnologie stanno per scontrarsi con il passato e la tradizione, mentre la storia del conflitto tra gli uomini ritorna al suo antico schema di guerra e sottomissione. Ma in questo nuovo scenario la natura umana non è più l’unico nemico a preoccupare, perché anche le oscure forze che si stanno creando hanno il loro peso… un peso che cambierà la forma dell’umanità in maniera inaspettata e definitiva.

 

 

Guillermo Del Toro e Daniel Kraus, La forma dell’acqua. The Shape of Water, Tre60, 18,00 €

Baltimora, 1962. Al Centro di Ricerca Aerospaziale di Occam è stata appena consegnata la «risorsa» più delicata e preziosa che abbia mai ricevuto: un uomo anfibio, catturato in Amazzonia. Il suo arrivo segna anche l’inizio di un commovente rapporto tra la singolare creatura ed Elisa, una donna muta che lavora al centro come addetta alle pulizie e usa il linguaggio dei segni per comunicare. Immaginazione, paura e romanticismo si mescolano in una storia d’amore avvincente, arricchita dalle illustrazioni di James Jean e destinata a conquistare lettori e spettatori. La forma dell’acqua – The Shape of Water è una storia diversa da qualsiasi cosa abbiamo letto o visto finora. Una storia unica, creata e interpretata da due artisti capaci di farci sognare in ugual misura con un libro e con un film, con le parole e con le immagini.

Il trailer del film:

 

 

Cecilia D’Elia, Nina e i diritti delle donne, Sinnos, 13,00 €

Nuova edizione. La sinossi:

Il lungo percorso delle battaglie per l’acquisizione dei diritti delle donne attraverso la storia di tre generazioni al femminile. Età di lettura: da 9 anni.

Le mie impressioni: https://librolandia.wordpress.com/2012/03/08/nina-e-i-diritti-delle-donne/

 

 

Terry Goodkind, La signora della morte, Newton Compton, 14,90 €

Sorella della luce, sorella dell’oscurità, signora della morte. Nicci ha vissuto molte vite e affrontato tante sfide, ma ora il mondo è cambiato. Adesso che sul trono siedono i suoi alleati, Richard e Kahlan, Nicci è pronta per ricominciare a viaggiare. Al suo fianco c’è Nathan, che possiede poteri ultraterreni da profeta. Il loro incarico è esplorare in segreto i confini del regno appena costituito. Questo porterà lei e Nathan sulle tracce della Strega Red; a spasso per i vicoli tortuosi della città portuale di Tanimura; a incrociare le spade in battaglie mozzafiato in alto mare e persino ad affrontare un duello magico di proporzioni titaniche che potrebbe cambiare il destino del vecchio mondo e di quello nuovo.

 

 

Yves Grevet, Koridwen. U4. Vol. 1, Garzanti, 16,90

Il mondo è popolato solo da adolescenti che hanno tra 15 e 18 anni: gli unici sopravvissuti al virus U4. Ko-ridwen vive in una fattoria isolata in Bretagna dove, da sola, prova a rimettere in piedi la propria vita. Fino al giorno in cui tutto cambia. Fino al giorno in cui scopre di essere la prescelta per fermare il virus nella sua corsa mortale. Koridwen non capisce perché abbiano scelto proprio a lei, ma non può non rispondere al misterioso appello che ha ricevuto da Khronos, il game master di Warriors of Time, il videogioco online di cui era appassionata prima della catastrofe: deve trovarsi il 24 dicembre a mezzanotte sotto l’orologio più antico di Parigi. Spetta a lei salvare il mondo. Koridwen ha paura, eppure sa che c’è una sola cosa che può darle la forza di affrontare il suo destino: la lettera che la nonna le ha lasciato e che le rivelerà il segreto che si nasconde nel suo nome. Quello che trova arrivata nella capitale francese è una realtà totalmente nel caos: il cibo scarseggia, le comunicazioni sono impossibili, non c’è elettricità e i monumenti più importanti della città sono stati presi d’assalto. Koridwen deve fare di tutto per proteggere la sua vita e raggiungere il luogo dell’appuntamento. Ma non è sola. Con lei altri tre ragazzi, altri tre prescelti: Jules che ha tra le mani segreti che non può svelare; Stéphane, convinta che il padre medico non sia morto; e Yannis, assetato di vendetta per la morte della sorellina. Insieme sono l’unica speranza di salvezza per l’umanità. Non c’è tempo per la paura, i dubbi, le incertezze: anche se sono solo quattro ragazzi devono sfoderare il loro coraggio e tutte le loro risorse. Perché nessuno sa cosa li aspetta. Nessuno sa cosa dovranno affrontare. Nessuno sa perché è toccato proprio a loro. L’unica cosa sicura è che il futuro è nelle loro mani.
Un caso editoriale strabiliante che arriva dalla Francia e che ha ammaliato i librai: 200.000 copie vendute in un mese e sempre in vetta alle classifiche. Koridwen è il primo libro della saga che ha fatto impazzire i lettori d’Oltralpe: quattro volumi, quattro autori diversi, quattro ragazzi prescelti per salvare il mondo.

 

 

Sarah J. Maas, La corona di fuoco, Mondadori, 13,00 €

Edizione economica. La sinossi:

Celaena Sardothien è sopravvissuta a combattimenti mortali e a orribili sofferenze, ma di fronte all’assassinio della sua più cara amica è sconvolta e annientata. Consumata dal senso di colpa e dalla rabbia, vuole mettere in atto la sua vendetta nei confronti del responsabile dell’atroce delitto, il re di Adarlan. Ogni speranza per distruggere il tiranno, però, giace nelle risposte che potrà darle Maeve, la regina dei Fae, a Wendlyn. Sacrificando il suo futuro, Chaol, il Capitano della Guardia Reale, l’ha mandata laggiù con l’idea di proteggerla, senza sapere che questo viaggio potrebbe invece costarle la vita.

 

 

Andri Snaer Magnason, Lo scrigno del tempo, Giunti, 16,00 €

Il paese è stretto nella morsa della crisi economica, i telegiornali non parlano d’altro e l’unica soluzione sembra rinchiudersi nelle “Timebox”, grandi scatole nere in grado di fermare il tempo per riaprirsi una volta passata la crisi. Ma la scatola di Sigga si apre prima del previsto e la ragazzina si ritrova in un mondo in cui la vegetazione ha conquistato strade ed edifici, e gli animali selvatici scorrazzano liberamente per la città. In questo mondo, altri ragazzi si sono risvegliati e hanno trovato rifugio nella dimora di una misteriosa anziana. È lei che inizia a raccontare l’antica fiaba del re che aveva rotto il patto con il mondo degli animali e che voleva fermare il tempo per proteggere la sua splendida principessa dal passare dei giorni. Una storia lontana secoli, ma che rappresenta la chiave per capire cosa è successo al mondo e all’umanità… Un libro originale, divertente e imprevedibile in grado di farci sorridere, emozionare e riflettere su temi attuali, come la tutela dell’ambiente in cui viviamo e il grande valore di ogni attimo, che sia di sole o di pioggia. Età di lettura: da 10 anni.

 

 

Adrian Tchaikovski, I figli del tempo, Fanucci,

La sinossi:

Anche gli ultimi umani sopravvissuti alla rovina della Terra stanno ormai fuggendo nel disperato tentativo di trovare una nuova casa tra le stelle. Seguendo le orme indicate molto tempo prima dai loro antenati, riescono a scoprire un pianeta apparentemente perfetto per ospitare vita umana. Ma la realtà sulla nuova Terra non si rivelerà così tranquilla e pacifica come avevano sperato… Nei lunghi anni trascorsi dal giorno del loro arrivo, il faticoso lavoro dei predecessori ha dato vita a frutti disastrosi e controproducenti, e il pianeta adesso è tutt’altro che incontaminato e ospitale. In più, l’incontro con una nuova specie aliena non farà altro che complicare i progetti iniziali degli umani… Lo scontro tra le due civiltà, in lotta per raggiungere lo stesso obiettivo, appare ormai imminente e inevitabile. E mentre il destino dell’intera umanità resta appeso a un filo sempre più sottile, una domanda risuona più minacciosa che mai: chi saranno gli eredi della nuova Terra? Un’avventura interstellare per la sopravvivenza. Due civiltà in rotta di collisione per decretare il destino del nuovo pianeta.

 

 

Evgenij Zamjatin, Noi, Mondadori, 12,00 €

Nuova edizione. La sinossi:

È la fine del terzo millennio, l’umanità vive in uno spazio ipermeccanicizzato e socialmente ipercontrollato, chiuso dalla Muraglia Verde. Gli individui non hanno più un nome, sono alfanumeri. Come D-503, ingegnere al lavoro sul progetto dell’ Integrale , la nave spaziale destinata a esportare su altri pianeti il perfetto ordinamento politico dello Stato Unico, dove ogni attività è disciplinata, standardizzata e, soprattutto, visibile a chiunque: tutti gli edifici sono di vetro. È proprio D-503 a raccontare la vicenda della ribelle I-330 e del suo piano per dare inizio a una nuova rivoluzione. Scritto tra il 1919 e il 1921, prontamente censurato (uscito in inglese nel 1924, nel 1952 in russo ma a New York, e solo nel 1988 in URSS), Noi è il capostipite di tutte le distopie del Novecento, antesignano di 1984 di Orwell e del Mondo nuovo di Huxley.

Pubblicato in freschi di stampa | Lascia un commento

Intorno a Ursula K. Le Guin

Quando Ursula K. Le Guin è morta io ho scritto un rapido articolo per informare i lettori italiani. Ho visto la notizia in piena notte, quando stavo per spegnere il computer per andare a letto – tenete presente che, in quanto mamma, non importa a che ora sia andata a letto, al mattino devo alzarmi perché ho due figlie che vanno a scuola – e ho deciso di fermarmi ancora un po’ per scrivere perché quella non era un genere di notizia che potesse aspettare. No, Ursula non poteva proprio essere ignorata.

Sapevo che di lì a breve Mondadori avrebbe ripubblicato La saga di Terramare, stavolta nell’edizione di lusso, e mi sono ripromessa di scrivere un articolo più serio per l’occasione. Ora lo ripropongo qui. Forzatamente l’accento è su Terramare perché la notizia riguardava la pubblicazione di quella saga, ma si è trattato di un articolo decisamente più serio del banale “l’editore X ha pubblicato il libro Y scritto dall’editore Z”. Quando faccio queste cose non firmo nemmeno, se non metto del mio nell’articolo non metto neppure il mio nome. Qui l’ho messo, e dopo avervelo riproposto aggiungerò ancora un paio di informazioni.

Ursula K. Le Guin ha pubblicato Il mago di Earthsea – o Il mago, come è stato più semplicemente intitolato nell’edizione Mondadori – nel 1968. La prima storia ambientata a Earthsea – Terramare nella traduzione Mondadori – risale però al 1964 e al racconto La parola dello scioglimento. Fin dal titolo è evidente l’importanza che avrà il linguaggio nel mondo di Earthsea. Del resto le parole, la loro forza e il modo corretto di adoperarle, sono sempre stati fondamentali per Le Guin non solo nella narrativa ma anche nelle numerose occasioni pubbliche – articoli e discorsi – che l’hanno vista coinvolta in prima persona.

Figlia dell’antropologo Alfred Kroeber e dell’antropologa e scrittrice Theodora Krachaw, Ursula è nata a Berkeley, in California, il 21 ottobre 1929, ultima di quattro figli. L’ambiente familiare estremamente vitale sotto l’aspetto intellettuale è stato determinante non solo nel sottolineare l’importanza della lettura ma anche nel portarla a contatto con problemi di tipo sociale, con modelli di società diversi da quello americano, e con realtà opposte da un punto di vista scientifico e tecnologico, visto che fra gli amici dei genitori c’era anche il fisico Robert Oppenheimer. In seguito la scrittrice ha raccontato di aver scritto il suo primo fantasy all’età di nove anni, e di aver inviato per la prima volta un racconto di fantascienza a una rivista, Astounding Science Fiction, quando aveva undici anni.

Ursula ha conseguito il Bachelor of Arts in letteratura rinascimentale francese e italiana presso Il Radcliffe College nel 1951 e il Masters of Arts in letteratura francese e italiana presso la Columbia University nel 1952. Nei due anni successivi ha proseguito gli studi per il dottorato in Francia grazie a una borsa di studio, ma l’incontro nel 1953 con lo storico Charles Le Guin e il matrimonio celebratosi a Parigi pochi mesi più tardi l’hanno portata a interrompere questo percorso. Dopo il ritorno negli Stati Uniti ha lavorato come segretaria e insegnante di francese, ed è diventata mamma di tre bambini: Elisabeth (nata nel 1957), Caroline (1959) e Theodore (1964).

Nonostante il tempo per la scrittura fosse poco, ricavato nei momenti liberi fra gli impegni familiari e quelli lavorativi, fra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 Le Guin ha scritto cinque romanzi, tutti respinti dagli editori, e diverse poesie. Per riuscire a pubblicare un romanzo ha dovuto aspettare fino al 1966 e a Il mondo di Rocannon, prima storia di quella saga fantascientifica che sarebbe diventata nota come Ciclo dell’Ecumene. Del ciclo fanno parte Il pianeta dell’esilio (1966), Città delle illusioni (1967), La mano sinistra delle tenebre (1969, vincitore dei premi Hugo e Nebula), I reietti dell’altro pianeta (1974, pubblicato in italiano anche come Quelli di Anarres, vincitore dei premi NebulaHugo e Locus), Il mondo della foresta (1976, vincitore del premio Hugo), La salvezza di Aka (2000, vincitore del premio Locus) e numerosi racconti, non tutti tradotti in italiano, contenuti in diverse antologie quali I dodici punti cardinali e Il giorno del perdono.

Parallelamente alle storie fantascientifiche la scrittrice ha portato avanti anche la saga fantasy di Terramare. Al primo romanzo, Il mago (A Wizard of Earthsea, 1968), hanno fatto seguito Le tombe di Atuan (The Tombs of Atuan, 1971), e Il signore dei draghi (The Farthest Shore, 1972). Al di là di un paio di racconti scritti prima rispetto ai romanzi, il già citato La parola dello scioglimento e La legge dei nomi (The Rules of Names, 1964), le vicende di quel mondo sembravano concluse. Le Guin vi è tornata solo nel 1990 con L’isola del drago (Tehanu), narrando quella che lei stessa aveva ritenuto essere l’ultima storia di Terramare. Qualche anno più tardi però Robert Silverberg le ha chiesto un racconto ambientato in quel mondo per Legends, un’antologia multiautore che intendeva proporre storie inedite ambientate in quei mondi che avevano reso famosi i loro autori. Al progetto hanno partecipato solo scrittori di primo piano, oltre a Silverberg e Le Guin si tratta di Orson Scott Card, Raymond E. Feist, Terry Goodkind, Robert Jordan, Stephen King, George R.R. Martin, Anne McCaffrey, Terry Pratchett e Tad Williams. Parlando della nascita della nuova storia nella prefazione di Le leggende di Terramare, Le Guin ha scritto di essersi resa conto che, mentre lei era impegnata con altri mondi, Terramare aveva continuato a crescere e modificarsi.

Era ora di tornare indietro e scoprire cosa stesse accadendo in quel momento.

E scoprire cosa stesse accadendo ha comportato per lei accurate ricerche nel suo mondo. Per avere un mondo, o una sub-creazione, come direbbe J.R.R. Tolkien, solido, questo deve essere coerente in ogni sua parte, e lo scrittore lo deve conoscere in modo molto approfondito. Ursula ha quindi iniziato a interrogare il suo mondo e a narrare nuovamente di lui.

Il metodo per svolgere una ricerca su una serie di episodi storici inesistenti consiste nel narrare la storia e scoprire cosa sia accaduto. Credo che questo non sia tanto diverso da ciò che fanno gli storici del cosiddetto mondo reale. Anche se siamo presenti a qualche evento storico lo comprendiamo e riusciamo davvero a ricordarlo, finché non siamo in grado di raccontarlo come storia?

[…]

Quando si costruisce o si ricostruisce un mondo mai esistito, una storia del tutto immaginaria, la ricerca è di tipo alquanto diverso, ma l’impulso e le tecniche di base sono piuttosto simili. Si guarda quel che accade e si cerca di capire perché accade, si ascolta quello che ci dice la gente e si osserva ciò che la gente fa, si riflette seriamente su tutto quanto e si cerca di raccontarlo con onestà, perché la storia abbia peso e senso.

La storia scritta per l’occasione è Dragonfly (1998). Nel corso degli anni l’autrice ha realizzato diversi altri racconti e un nuovo romanzo, I venti di Terramare (The Other Wind, 2001).

La traduzione italiana è stata complicata, con romanzi pubblicato prima dalla Casa editrice Nord e poi da Mondadori, passaggio che a volte ha comportato un cambio di titolo – oltre a Il mago di Earthsea, diventato Il mago, anche La spiaggia più lontana è diventata Il signore dei draghi – e solo una parte dei racconti pubblicati in antologie, la presenza all’opera di diversi traduttori e l’esistenza di riedizioni che accorpano insieme diverse opere. Soltanto nel 2013 Mondadori ha pubblicato un volume unico che racchiude tutti i romanzi e i racconti. Del volume fa parte anche un appendice che spiega storia, geografia e cultura di Terramare. Riprendendo la prefazione, Le Guin ha spiegato che

Perché la mia mente potesse spostarsi tra gli anni e i secoli senza scompigliare le cose […] ho riunito la mia conoscenza delle genti e della loro storia in “Una descrizione di Terramare”. La sua funzione è come quella della prima grande mappa dell’Arcipelago e delle Distese che disegnai quando cominciai a lavorare al Mago oltre trent’anni fa: dovevo sapere dove fossero le cose, e come muovermi da qui a là, sia nel tempo che nello spazio.

Per quanto le opere più famose siano Il Ciclo dell’Ecumene e La saga di Terramare, queste non esauriscono tutta l’attività dell’autrice, che ha scritto numerose poesie, come quelle comprese in Orsinian Tales (1976), romanzi come La falce dei cieli (1971, vincitore del premio Locus), La soglia (1980), L’occhio dell’airone (1982), Paradisi perduti (2002, contenuto in The Birthday of the World), I doni (2004, i seguiti Voices e Powers – quest’ultimo vincitore di un premio Nebula – non sono mai stati tradotti) e Lavinia (2011, vincitore del premio Locus), raccolte di racconti come I dodici punti cardinali (1975), La rosa dei venti (1982, vincitrice del premio Locus) e Su altri piani (2003, vincitrice del premio Locus) e storie per bambini come Agata e la pietra nera (1976, vincitore del premio Locus) o la serie dei Gattivolanti, il cui primo romanzo è del 1988.

Un altro fondamentale aspetto della sua attività è stato quello di critica e saggista. Poco propensa ad accettare posizioni di comodo, Le Guin ha sempre osservato con lucidità il mondo che la circondava, indicando chiaramente quel che secondo lei non andava o quanto fossero pericolose certe situazioni comunemente accettate, sottolineando l’importanza della letteratura come strumento per formare coscienze libere o i rischi rappresentati dalle grandi corporazioni o da politici mossi più da interessi personali che da altro. Memorabili molti suoi interventi, di cui vi abbiamo dato conto in più occasioni, come quando ha parlato della differenza fra fatti alternativi e realtà alternativa:

Ursula K. Le Guin spiega la differenza fra realtà alternativa e fatti alternativi

MARTEDÌ, 7 FEBBRAIO 2017

Chiamata in causa da una lettera pubblicata su oregonlive.com, Ursula K. Le Guin precisa una differenza fondamentale fra realtà e fantascienza.

 

o quando ha parlato del potere dell’immaginazione legato al concetto di giustizia:

Immaginazione, narrazione, giustizia, libertà: una riflessione con Ursula K. Le Guin

ARTICOLO DI PIA FERRARA LUNEDÌ, 25 SETTEMBRE 2017

Non possiamo desiderare la libertà se prima non riusciamo a immaginarla: il potere delle storie secondo la pluripremiata autrice di fantascienza e fantasy.

 

o come quando ha raccontato che a volte gli editori premono, anche su editori già affermati, per avere opere che siano in linea con le tendenze del mercato anche a scapito della qualità dei libri stessi:

Ursula K. Le Guin pressata a scrivere libri “più simili a Harry Potter”

ARTICOLO DI CRISTINA DONATI VENERDÌ, 3 AGOSTO 2012

“Esiste una pressione crescente da parte degli editori” afferma l’autrice “ma la mia scrittura è troppo diversa”.

o ancora come quando ha dato le dimissioni dall’Associazione degli scrittori americana a seguito di una controversia con Google per rivendicare il rispetto del diritto d’autore:

Ursula K. Le Guin contro Google

ARTICOLO DI EMANUELE MANCO MARTEDÌ, 2 FEBBRAIO 2010

La popolare scrittrice di fantasy e fantascienza si scaglia, a sorpresa, contro la condivisione dei libri della “grande G”

Di tutta quest’attività in Italia è arrivato solo Il linguaggio della notte (1979, rivisto nel 1982, finalista al premio Hugo), libro ormai fuori catalogo, ma sono molti i volumi che raccongono l’attività saggistica di Le Guin. Fra questi ricordiamo Dancing at the Edge of the World (1989, finalista al premio Hugo), The Wave in the Mind (2004, vincitore del premio Locus), Cheek by Jowl (2009, vincitore del premioLocus), Words Are My MatterWritings About Life and Books (2016, vincitore del premio Hugo) e No Time to Spare (2017, questo devo ancora comprarlo).

Numerosissimi i riconoscimenti ricevuti dall’autrice nel corso della sua lunga carriera, dai premi per opere di genere come HugoLocus e Nebula a premi più generici per l’intera carriera come la nomina a Guest of Honor alla Wolrd Science Fiction Convention del 1975 e il Gandalf Award dello stesso anno o il World Fantasy Award for Life Achievement del 1995 e l’ingresso nella Fantasy Hall of Fame nel 2001. Nel 2014 Le Guin è stata insignita della Medal for Distinguished Contribution do American Letters dalla National Book Foundation, un premio che lei ha voluto spiritualmente condividere con tutti gli scrittori di genere troppo spesso posti al margine dalla letteratura “importante”.

Ursula Le Guin è morta il 22 gennaio 2018. A pochi giorni di distanza Mondadori ha pubblicato un volume in programma già da qualche tempo, l’edizione di lusso della saga completa di Terramare, una saga che ha contribuito a definire il genere che conosciamo. Il mago è stato finalista al premio LocusLe tombe di Atuan al Mythopoeic Fantasy Award e al Newberry MedalIl signore dei draghi al Mythopoeic Fantasy AwardL’isola del drago ha vinto Locus e Nebula ed è stato finalista al Mythopoeic Fantasy AwardI venti di Terramare ha vinto il World Fantasy Award ed è stato finalista a LocusNebula e Mythopoeic Fantasy Award.

La saga ha avuto due adattamenti radiofonici realizzati dalla BBC. Nel 2004 Sci-Fi Channel ha realizzato un film per la televisione disconosciuto dalla scrittrice che ha lamentato, fra l’altro, il fatto che per il protagonista e per la maggior parte dei personaggi fossero stati scelti attori bianchi, quando la sua descrizione li tratteggia come caucasici, il travisamento delle pratiche religiose o il coinvolgimento sessuale di Ged nonostante il celibato che vincola i suoi maghi. Non è andata meglio con il film realizzato nel 2006 dallo Studio Ghibli, a giudizio di Ursula completamente diverso dalla sua creazione. Probabilmente il perché di questi travisamenti è legato al fatto che le opere di Le Guin donano molto al lettore ma richiedono anche una lettura attenta e non ammettono di essere banalizzati. Ancora nella prefazione Ursula ha scritto

Per quanto amiamo la transitorietà, il guizzo ammaliante dell’elettronica, desideriamo ardentemente anche l’inalterabile. Adoriamo le vecchie storie per la loro immutabilità. Artù sogna eternamente ad Avalon. Bilbo può andare e tornare, e c’è sempre l’amata e familiare Contea. Don Chisciotte si accinge per sempre a uccidere un mulino a vento… Così la gente si rivolge ai regni fantastici in cerca di stabilità, antiche verità, semplicità immutabili. […]

Per me è stata una gioia tornare a Terramare e trovarlo ancora là, del tutto familiare, eppure cambiato e in costante mutamento. Quello che pensavo sarebbe successo non è quanto sta accadendo, la gente è diversa da come mi aspettavo, e mi smarrisco su isole che credevo di conoscere a memoria.

Questo dunque è il resoconto delle mie esplorazioni e delle mie scoperte: racconti di Terramare per chi ha amato o pensa di poter amare il luogo, ed è disposto ad accettare queste ipotesi: le cose cambiano, autori e maghi non sono sempre affidabili, nessuno può spiegare un drago.

Il mondo cambia e si arricchisce nel narrarlo, e la magia di una narrazione non può essere spiegata. Bisogna solo assaporare le parole e lasciare che penetrino dentro di noi.

Ursula K. Le Guin, Terramare. La saga completa (A Wizard of Earthsea, 1968, The Tombs of Atuan, 1970, The Farthest Shore, 1972, Tehanu, 1990, Dragonfly, 1997, The Other Wind, 2001, Tales from Earthsea, 2001)

Il mago – traduzione di Ilva Tron

Le tombe di Atuan e Il signore dei draghi – traduzione di Maria Bastanzetti

L’isola del drago – traduzione di Riccardo Valla

I venti di Terramare e Le leggende di Terramare – traduzione di Pietro Anselmi

Mondadori – Oscar Draghi – Pag. 1070 – 25,00 € – Ebook 8,99 €

Quella di non citare solo articoli miei è stata una scelta ben precisa, in tanti ci siamo occupati delle opere e delle parole di Ursula K. Le Guin perché ci toccavano, le sentivamo importanti. Nel mio blog sono numerosi i testi in cui parlo di lei, in genere in modo frammentario e parziale. Un approfondimento serio è stato fatto dalla rivista Anarres, rivista che, come capita spesso in Italia alla saggistica sul fantastico, è stata letta da troppe poche persone e ha chiuso i battenti abbastanza presto. Qui il link per l’acquisto della versione digitale: https://www.delosstore.it/ebook/44577/anarres-1/. No, in questo caso non mi sto facendo pubblicità, anche se Anarres è stata pubblicata da Delos Books io non ci ho mai messo mano, se non per comprarla. Questo invece è il link per l’acquisto della versione cartacea: https://www.delosstore.it/delosbooks/40768/anarres-1/. E questa è la quarta di copertina:

Mentre la fantascienza e in generale il fantastico hanno raggiunto un riconoscimento e pieno diritto di cittadinanza, nella cultura del nostro paese è ancora più grave l’assenza di uno spazio che rivolga in maniera sistematica un’attenzione rigorosa e scientifica al genere. Un vuoto che cerca di riempire Anarres, rivista che si occupa dei generi non mimetici, a partire dall’ambito letterario e ampliando lo spettro di interesse a tutti gli altri media, dando priorità alla fantascienza scritta ma senza limitarsi a essa, e assicurando uno spazio costante al fantastico italiano.
Questo primo numero dedica una sezione monografica a Ursula K. Le Guin, la cui fede laica nell’utopia e nella creazione letteraria di mondi fantastici complessi e articolati, riaffermata attraverso generi e decenni, è un modello insuperato. La traduzione del saggio di Fredric Jameson su Kim Stanley Robinson vuole ulteriormente sottolineare l’interesse (intellettuale e civico) verso l’utopia. Ampio spazio è dedicato a tradizioni nazionali di lingue diverse: questo numero presenta interventi sulla SF statunitense, francese e tedesca. Nel volume sono ospitate recensioni che guardano sia agli interessi presenti, sia a recuperi del passato e di una memoria storica di cui il genere ha senz’altro bisogno.
[Articoli e recensioni di: Vittorio Catani, Massimo Del Pizzo, Alessandro Fambrini, Antonino Fazio, Fulvio Ferrari, Daniela Guardamagna, Salvatore Proietti, Darko Suvin, Igina Tattoni]

L’altra cosa che volevo segnalarvi è un incontro che si terrà il 7 marzo a Pavia, presso l’Associazione Aerel di Via dei Mille 130 alle 18,30. A parlare di Ursula K. Le Guin saranno Luca Tarenzi e Chiara Codecà, due persone che ho già avuto modo di sentire – Chiara è stata anche per anni una collega in FantasyMagazine – e che sanno tenere un incontro, dicendo cose interessanti nel modo giusto, cioè con chiarezza e senza annoiare. Se potete andare, il mio consiglio è di non farvi scappare l’occasione.

Pubblicato in approfondimenti, appuntamenti, citazioni | Contrassegnato | 2 commenti

I nostri antenati di Ettore Salvini

Quando un signore mi ha chiesto I nostri antenati di Ettore Salvini gli ho dato il beneficio del dubbio. Ho visto troppi casi di libri diversi aventi in comune il titolo per escludere a priori l’esistenza di questo libro. Però dal controllo fatto l’unico che è risultato esistente è stato il libro che mi era venuto in mente fin dal primo istante, la trilogia Italo Calvino composta da Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente. A quel punto ho chiesto al cliente se non potesse trattarsi del libro di Calvino. La risposta è stata “Sì, sarà quello”. Uguale.

La quarta di copertina:

Un’armatura vuota animata da uno spirito invisibile che riesce a farsi accettare tra i Paladini di Carlo Magno, un visconte diviso a metà da una palla di cannone che si scinde in una parte buona e in una cattiva, un barone che, per sfuggire a un rimprovero, si rifugia sopra un albero e passa in mezzo agli alti rami tutta la sua esistenza.

Pubblicato in Libri ai confini della realtà | Lascia un commento

I fiumi della guerra di George R.R. Martin. Capitolo 2: Arya

Da una sorella all’altra, anche se Sansa e Arya non potrebbero essere più diverse. La prima è romantica e sognatrice, ed è intrappolata in una situazione che sembra senza sbocco, la seconda è attenta a tutto ciò che la circonda, combattiva, e anche se pure lei non può decidere liberamente delle sue azioni non intende farsi limitare dal fatto di essere circondata da un bel po’ di gente più grande e più forte di lei. Il gruppo di cui fa parte arriva a Tempo di Pietra e George R.R. Martin ne approfitta per fare un tuffo nel passato di Westeros. I personaggi viaggiano abbondantemente per due continenti, e quando i viaggi non sono movimentati da aggressioni e ammazzamenti vari lo scrittore ne approfitta per farci conoscere un po’ meglio la storia del suo mondo. L’ho scritto in un articolo intitolato Viaggio nel passato con George R.R. Martin pubblicato sul sesto numero di Effemme:

ricostruire quanto avvenuto in passato è estremamente difficile, ma anche di fondamentale importanza per capire cosa stia avvenendo e cosa potrà ancora avvenire in futuro.

L’intenzione di Martin è di far crescere la storia contemporaneamente avanti e indietro, e di svelare continuamente nuovi episodi del passato capaci di gettare una nuova luce sul presente. La storia procede e le certezze dei lettori si sgretolano e devono essere riorganizzate. E, sull’importanza del passato e sui tanti misteri insoluti, si sono sviluppate intere comunità on-line, impegnate a sviscerare ogni singola parola scritta nei romanzi. Del resto il passato, in tutte le sue ramificazioni, continua a influenzare la trama, a fissare rivalità e alleanze, a suggerire linee d’azione, a guidare la condotta di così tante figure da essere diventato l’elemento di spicco di una saga orientata verso un futuro che appare più fosco che mai.

Il passato si articola su due livelli, quello della storia e quello del mito. Può essere tanto recente da mischiarsi con la cronaca, come nel caso dell’omicidio di Jon Arryn, o tanto lontano da svanire nelle nebbie del tempo, come con le leggende sugli Estranei, ma in entrambi i casi proietta ombre minacciose sul destino dei Sette Regni e sui loro abitanti.

Se volete sapere le altre cose che ho scritto dovete comprare la rivista, questa non è nemmeno mezza pagina all’interno di un articolo lungo otto pagine. Allora cosa succede in questo viaggio che apre I fiumi della guerra? Succede che ad Arya viene raccontata la storia della Battaglia delle Campane, una battaglia in cui Jon Connington, all’epoca primo cavaliere per re Aerys il Folle, ha seriamente rischiato di vincere e di mettere la parola fine alla rivolta Baratheon.

Finito il racconto pensiamo alle battaglie più recenti, alla salute precaria di lord Hoster Tully e allo Sterminatore di Re in fuga, mentre Arya si interroga sugli orrori della guerra. I mostri, coloro che fanno del male a degli innocenti solo perché possono farlo, si trovano in entrambi gli schieramenti.

Nel bordello dove fa sosta il gruppo c’è una ragazza, Bella, che potrebbe essere la figlia di Robert Baratheon. E perché no? Che Robert si divertisse ogni volta che poteva lo sappiamo, e una profezia che leggeremo più avanti dice che Robert avrebbe avuto sedici figli. Non l’ho indicata come spoiler perché per la trama è poco significativa, comunque di quanti bastardi siamo a conoscenza? Mya Stone, Gendry, Barra (la figlia della prostituta fatta assassinare da Cersei ad Approdo del Re dopo la morte di Robert), una coppia di gemelli fatta assassinare fuori scena da Cersei, Edric Storm. Il totale fa sei, sette se contiamo Bella, ne mancano ancora nove, anche se magari di loro non sapremo mai nulla.

Per quanto Arya sia determinata è una ragazzina, cosa che a volte dimentichiamo. I suoi bisticci con Gendry non hanno nulla di sorprendente, anche se a noi che li vediamo da fuori possono sembrare sciocchi. Ma quante volte facciamo cose sciocche? Da notare il distacco fra nobili e plebei, presente in Le cronache del ghiaccio e del fuoco e quasi eliminato in Il trono di spade.

Al mattino il gruppo ha un nuovo prigioniero, anche se Martin conclude appositamente il capitolo senza dirci il suo nome.

Pubblicato in Effemme, George R.R. Martin rilettura | Contrassegnato | Lascia un commento

C.S. Lewis: Il cavallo e il ragazzo e Le cronache di Narnia

Il cavallo e il ragazzo è la dimostrazione di come Le cronache di Narnia siano più una sequenza di storie collegate dall’ambientazione che una vera e propria saga. Il nipote del mago è un’aggiunta successiva alla saga, come se Lewis avesse deciso di definire meglio cose che all’inizio aveva lasciato in modo un po’ vago. Riprendo in mano le date di pubblicazione:

  1. 1950 Il leone, la strega e l’armadio (The Lion, the Witch, and the Wardrobe)
  2. 1951 Il principe Caspian (Prince Caspian)
  3. 1952 Il viaggio del veliero (The Voyage of the Dawn Treader)
  4. 1953 La sedia d’argento (The Silver Chair)
  5. 1954 Il cavallo e il ragazzo (The Horse and His Boy)
  6. 1955 Il nipote del mago (The Magician’s Nephew)
  7. 1956 L’ultima battaglia (The Last Battle)

Macmillan, primo editore americano della saga, numerò i libri e li pubblicò nell’ordine di pubblicazione originale. Quando HarperCollins ottenne i diritti, nel 1994, rinumerò i volumi usando l’ordine cronologico interno, come suggerito da Douglas Gresham, figlio adottivo di Lewis. L’ordine è stato adottato in seguito anche negli altri paesi, Italia compresa:

  1. Il nipote del mago
  2. Il leone, la strega e l’armadio
  3. Il cavallo e il ragazzo
  4. Il principe Caspian
  5. Il viaggio del veliero
  6. La sedia d’argento
  7. L’ultima battaglia

In una lettera del 1955 citata da Lyle W. Dorsett e Marjorie Lamp Mead in C.S. Lewis’ Letters to Children lo scrittore,, rispondendo a un fan, ha affermato :

Penso di essere d’accordo con il vostro ordine (cioè quello cronologico) per leggere i libri più che con quello di vostra madre. La serie non è stata pianificata fin dall’inizio come lei pensa. Quando scrissi Il Leone non sapevo che ne avrei scritto ancora. Quindi scrissi il Principe Caspian come seguito e ancora non pensavo che ne avrei scritti altri, e quando completai Il viaggio ero sicuro che sarebbe stato l’ultimo. Ma scoprii che mi sbagliavo. Quindi forse non importa in che ordine qualcuno li legge. Non sono neanche sicuro che gli altri siano stati scritti nello stesso ordine nel quale sono stati pubblicati.

Insomma, Lewis navigava a vista. Non che sia sbagliato, moltissimi scrittori creano un mondo e aggiungono nuove storie solo quando ritengono di aver qualcosa da dire, mi limito a constatare che non esiste un progetto unitario del mondo, anche se in alcuni momenti lo scrittore ha provato a unire i romanzi in qualcosa di organico. È bello ritrovare in Il leone, la strega e l’armadio il lampione che vediamo in Il nipote del mago, questo collegamento è riuscito alla perfezione, meno la trasformazione di Jadis nella Strega Bianca. Nessun dubbio, conoscendo Jadis, che possa diventare una strega temibile, ma nella Strega Bianca non c’è alcuna traccia di quella che era stata Jadis. La Strega Bianca è una creazione precedente, ma quando Lewis le ha creato un passato avrebbe dovuto armonizzarla meglio a quel che aveva già scritto.

Il cavallo e il ragazzo è un semplice voler tornare in un mondo che lo scrittore aveva già creato, ma senza che ci sia una reale necessità di andare proprio in quel mondo. In questo romanzo non c’è nessun contatto fra Narnia e la nostra realtà, la storia potrebbe essere ambientata in un qualsiasi altro mondo fantastico e non ne risentirebbe affatto. Il fatto che si vedano Susy, Edmund e Lucy non è significativo, i sovrani potrebbero avere un altro nome e non cambierebbe nulla. La loro presenza ci fa semplicemente collocare il romanzo nel bel mezzo dell’ultimo capitolo di Il leone, la strega e l’armadio, La caccia al cervo bianco, dopo che i fratelli Pevensie hanno vinto e prima che tornino indietro molti anni più tardi. Un legame più forte è dato da Aslan. Gli animali parlanti nella narrativa fantastica sono piuttosto frequenti, cosa che rende poco significativo per l’ambientazione in uno specifico mondo il fatto che due cavalli sappiano parlare. Aslan è meno facile da accantonare, la sua presenza spicca ed è l’unica cosa che richiama alla mente Narnia, ma in realtà se a fare quel che fa lui fosse stata un’altra creatura maestosa e intelligente con un nome diverso e un diverso aspetto la storia avrebbe funzionato altrettanto bene. Mi irrita un po’ vedere sottolineato il ruolo di Aslan come dio figlio, mentre l’Imperatore d’Oltremare è chiaramente dio padre, ma dubito che da ragazzina me ne sarei resa conto. Mi irrita di più vedere l’espandersi del mondo, che per me è sinonimo d’incoerenza. Ne Il nipote del mago Aslan crea il mondo. L’impressione è che crei tutto il mondo, qui invece scopriamo che Narnia è semplicemente una piccola terra affiancata da altri regni, perciò il suo ruolo stesso ne viene ridimensionato. Boh. I miei gusti sono per opere più moderne, vero, ma capisco come a J.R.R. Tolkien potessero non piacere le storie narrate dal suo amico.

Delle Cronache di Narnia ha parlato Paolo Gulisano in un saggio intitolato Un giorno sarai abbastanza vecchio per ricominciare a leggere le fiabe contenuto in Il fantastico nella letteratura per ragazzi.

Pubblicato in impressioni di lettura | Contrassegnato | Lascia un commento

Novità di febbraio 2018 – quarta parte

Orson Scott Card, Pathfinder. Rovine, Mondadori, 16,00 €

Rigg e i suoi amici hanno attraversato la barriera tra l’unico mondo che conoscevano e un mondo che non avrebbero mai potuto immaginare, dove speravano di essere finalmente al sicuro. Ma anche da questo lato delle Mura i pericoli non sono assenti, sono solo più difficili da individuare. Rigg, Umbo e Param capiscono presto che non possono fidarsi di nessuno. Forse nemmeno l’uno dell’altro… eppure non hanno scelta. Rigg infatti può decifrare le scie del passato, ma non riesce ancora a vedere l’orrore che si sta preparando, l’enorme forza distruttrice che sta per abbattersi sul pianeta Giardino. E solo lavorando all’unisono Rigg, Umbo e Param possono riuscire a modificare il passato. Per sperare di avere ancora un futuro…

 

Manlio Castagna. Petrademone. Il libro delle porte. Vol. 1, Mondadori, 17,00 €

Frida ha appena perso genitori in un incidente del quale si sente responsabile e viene mandata a Petrademone, la tenuta degli zii, scenario di misteriosi avvenimenti: gli amati border collie di famiglia sono spariti e tutte le notti una strana nebbia avvolge i prati circostanti la casa, portando l’eco di voci inquietanti. Insieme a tre amici, la ragazza scoprirà l’esistenza di un mondo parallelo e malvagio e di essere la “prescelta” per una missione dalla quale dipenderà il destino dell’umanità intera. Età di lettura: da 10 anni.

 

 

Joe Dever, California countdown. Freeway warrior il guerriero della strada. Vol. 4, Vincent Books, 16,90 €

Il tuo nome è Cai Phoenix, nato in California il Giorno del Ringraziamento dell’anno 2013. Nel 2024 ti trovavi per le vacanze natalizie a Dallas, nel Texas, dove eri stato invitato dagli zii Jonas e Betty Ann. Zio Jonas lavorava come dirigente in uno stabilimento petrolifero dal 2008, anno in cui si era laureato in geologia presso la Texas University. Dall’inizio dell’estate del 2024 era impegnato nella costruzione di un pozzo che doveva estrarre petrolio dagli scisti bituminosi vicino ad Austin, il primo di questo genere in Texas, e come regalo di Natale ti aveva promesso una visita guidata negli impianti sotterranei che, per ragioni di sicurezza, erano completamente autosufficienti. Fu durante quella visita, il 3 gennaio 2025, che avvenne lo scoppio della Bomba.

 

 

Philip K. Dick, Tutti i racconti. Vol. 1. 1947-1953, Fanucci, 14,90 €

Nuova edizione. La sinossi:

Tornano in libreria gli straordinari racconti di Philip K. Dick, i primi scritti del più geniale tra gli innovatori del genere della fantascienza. Trentatré racconti, pubblicati tra il 1947 e il 1953, di un Philip K. Dick che muove i primi passi nella letteratura fantascientifica: storie che possono essere raggruppate in tre categorie principali, quella basata sul grimmick, la trovata che risolve un complesso quadro di indizi volti a porre l’enigma di una civiltà aliena, quella dei racconti di fantasia, in cui l’immaginazione dickiana può uscire dagli schemi ed esprimersi al meglio, e quella fondata sul tema della guerra, una delle sue ossessioni, che risente ancora delle visioni apocalittiche con cui l’umanità ha visto schiudersi il secondo conflitto mondiale. I temi cari all’autore sono quasi tutti già presenti in questa antologia: il rapporto con Dio, la diversa percezione del reale e le sue differenti sfaccettature, il conflitto tra vita biologica e artificiale, l’angoscia dell’impossibilità di comunicare con gli altri e l’attenta osservazione della società e del mondo intero.

 

 

John Gwynne, Valour. L’astro splendente. La fede e l’inganno, Fanucci, 16,90 €

Edizione economica. La sinossi:

L’annosa guerra condotta dal re di Tenebral, Nathair, ha ormai devastato le Terre dell’Esilio. Insieme alla sua perfida e intrigante alleata, la regina Rhin di Cambren, i cui reali obiettivi sono sconosciuti allo stesso sovrano, il conquistatore percorre quelle immense lande con il suo esercito spietato, sterminando chiunque si opponga alla sua crociata e schiacciando sotto il suo giogo le genti sconfitte. Data per morta, Cywen ha perso la sua famiglia e ha visto la sua patria saccheggiata dai crudeli invasori. Ma non ha scelta: dovrà battersi con tutte le forze per sfuggire ai nemici, per i quali rappresenta una pericolosa minaccia che potrebbe intaccare il loro potere. Suo fratello Corban, intanto, vaga esiliato insieme ai compagni alla ricerca dell’unico luogo che possa dare loro rifugio: il Domhain. Ma per raggiungerlo dovranno affrontare le bande di guerrieri di Cambren, i giganti e i wolven delle montagne. Saranno queste le prove che il giovane Corban dovrà superare per diventare colui che tutti credono sia: l’Astro Splendente destinato a liberare le Terre dell’Esilio.

 

 

A.G. Howard, Rose blood, Newton Compton, 12,99 €

Rune Germaine ha una splendida voce, paragonabile a quella di un angelo, ma è afflitta da una terribile maledizione: quando si esibisce, infatti, si sente malata e stanca, come se la bellezza del suo canto le rubasse ogni volta un po’ di vita. Sua madre, nel tentativo di aiutarla, decide di iscriverla a un conservatorio poco fuori Parigi, convinta che l’arte potrà curare la strana spossatezza di Rune. Poco dopo il suo arrivo nel collegio di RoseBlood, la ragazza si rende conto che c’è qualcosa di soprannaturale nell’aria. Il misterioso ragazzo che vede spesso in cortile, infatti, non frequenta nessuna delle classi a scuola e scompare rapidamente come è apparso, non appena Rune distoglie lo sguardo. Non ci vuole molto perché tra i due nasca un’amicizia segreta. Thor, è questo il nome del ragazzo, indossa abiti che sembrano provenire da un altro secolo e in sua presenza Rune si sente meglio, quasi cominciasse davvero a guarire. Ma tra i corridoi di RoseBlood c’è una terribile minaccia in agguato, e l’amore tra Rune e Thor, che sta sbocciando, verrà messo a dura prova. Dalla scelta di Thor, infatti, potrebbe dipendere la salvezza di Rune o la sua completa distruzione.

 

 

Yakumo Koizumi, Principesse e mononoke. Storie di fantasmi giapponesi, Kappalab, 15,00 €

Nuova edizione. La sinossi:

Ci attirano, ci affascinano, ci spaventano e spesso ci lasciano con un impensabile senso di vuoto. Le storie di fantasmi giapponesi aleggiano tra l’orrore e il romanticismo, in un limbo percorso da anime che non trovano pace per essere state costrette ad abbandonare il mondo terreno prima di aver compiuto fino in fondo il loro percorso. Vendetta, amore, imbarazzo, risentimento, curiosità, angoscia, nostalgia, memoria, altruismo: ogni fantasma ha il suo personale motivo per ripresentarsi ai viventi, e ognuno lo fa in modo diverso, e con differenti effetti sulla quotidianità di amici, nemici, parenti o amanti. «Principesse e Mononoke. Storie di fantasmi giapponesi» raccoglie i più celebri racconti di genere della tradizione giapponese, come quello di Hoichi, suonatore cieco di biwa, o quello di Oyuki, dama delle nevi, che tornano qui nella loro dimensione originale.

 

 

Daniel Keyes, La quinta Sally, Nord, 16,90 €

Sally Porter apre gli occhi in un letto d’ospedale. Non ha nessun ricordo della sera precedente né di come sia finita lì. Di una cosa però è certa: non è possibile che abbia tentato il suicidio, come le hanno riferito i medici, e neppure che abbia quasi ucciso i due uomini che l’hanno salvata per poi cercare di violentarla. Eppure i medici non mentono, ed è così che Sally scopre di soffrire di un grave disturbo dissociativo dell’identità. Infatti era Nola, l’artista che possiede uno studio al Greenwich Village, che voleva morire, ed è stata Jinx, la violenta assassina, a difendersi dagli aggressori. Tuttavia in Sally albergano altre due personalità, che prendono di volta in volta il sopravvento e la spingono a comportarsi in maniera bizzarra: Derry, la cameriera gentile e affabile con tutti, e Bella, la seduttrice. Sconvolta da quella rivelazione, Sally chiede aiuto al dottor Roger Ash, un esperto di personalità multipla. Per il dottor Ash, l’unica soluzione è fondere le diverse personalità per dare vita alla «quinta Sally», una Sally finalmente unita e completa. Si tratta di un procedimento complesso e doloroso, in cui Sally dovrà rivivere i traumi che hanno causato la scissione e accettarli come parte integrante del suo passato. Ma non sarà facile nemmeno per Roger Ash, perché le ombre nascoste nel labirinto della psiche di quella donna così tormentata ed enigmatica lo costringeranno ad affrontare anche i suoi demoni… Ispirato ai casi che Daniel Keyes ha studiato durante la sua lunga carriera, questo romanzo è un viaggio attraverso i recessi più oscuri e insondabili della mente umana e un’ideale continuazione del percorso cominciato dall’autore con “Una stanza piena di gente”.

 

 

Joseph Sheridan Le Fanu, Carmilla, Edizioni Clandestine, 7,50 €

Una misteriosa e affascinante fanciulla dal nome Carmilla viene affidata dalla madre alle cure di Laura e del ricco padre, nel loro antico castello in Stiria, isolato e immerso in un paesaggio incantato. Tutti nel castello rimangono affascinati dalla straordinaria bellezza della giovane, ma le sue abitudini insolite e il comportamento enigmatico cominceranno presto a suscitare curiosità e inquietudine. Nel frattempo, un morbo sconosciuto sta mietendo vittime nel villaggio circostante: gli abitanti terrorizzati e superstiziosi temono il ritorno dell'”upir”, il vampiro che nei vecchi racconti si narrava infestasse quei luoghi.

 

 

Richard Matheson, Tutti i racconti. Vol. 1. 1950-1953, Fanucci, 14,90 €

Edizione economica. La sinossi:

Per la prima volta al mondo, raccolti in quattro volumi tutti i racconti di Richard Matheson, definito dalla critica italiana e internazionale come il miglior scrittore al mondo di narrativa breve. Questo volume raccoglie i racconti scritti dal 1950 al 1953 e precisamente: “Nato d’uomo e di donna”, “Sogni a occhi aperti”, “Terzo dal sole”, “Figlio di sangue”, “L’abito fa il monaco”, “Il vestito di seta bianca”, “Occhi di sceriffo”, “Le montagne della mente”, “Ritorno”, “La cosa”, “Dai canali”, “Guerra di streghe”, “Prima che avvenga”, “Fratello della macchina”, “Sempre vicina a te”, “Appartamento a basso canone”, “Cuori solitari”, “I diseredati”, “La giusta punizione”, “L’astronave della morte”, “Eliminazione lenta”, “Una stanza per morire”, “Il cerchio si chiude”, “Lazzaro II”, “La legione dei cospiratori”, “Bambina smarrita”, “Una chiamata da lontano”, “La casa impazzita”, “Casa Slaughter”, “L’ultimo giorno”, “L’uomo che creò il mondo”, “Matrimonio”, “Gravidanza indesiderata”, “Paglia umida”.

 

 

Colin Meloy e Carson Ellis, I segreti del bosco proibito. Wildwood, Salani, 12,00 €

Ci sono posti al mondo dove la gente non va mai ad abitare. Magari fa troppo freddo, o ci sono troppi alberi, o le montagne sono troppo ripide. Ma qualunque sia la ragione, nessuno ha mai pensato di costruirci una strada, e senza strade non ci sono case, e senza case non ci sono città. E proprio vicino a dove vive Prue McKeel c’è un posto del genere, rappresentato sulle mappe da una grande chiazza verde all’estrema periferia della città. Tutti la chiamano ‘Landa Impenetrabile’ e nessuno ha mai provato a entrarci. O meglio, nessuno è mai tornato per raccontarlo… Ma quando uno stormo di corvi rapisce Mac, il suo fratellino, Prue non ha un momento di esitazione, e lo segue intrepida in quelle terre sconosciute. Comincia così un’avventura che condurrà Prue nel cuore di un Bosco selvaggio e dimenticato, che nasconde in realtà un mondo segreto in grande subbuglio, abitato da creature magiche. Quella che sembrava essere una missione di salvataggio si trasforma dunque in un’epica battaglia per liberare questa meravigliosa terra incantata. Età di lettura: da 8 anni.

 

 

Kiran Millwood Hargrave, La ragazza di stelle e inchiostro, Mondadori, 17,00 €

Isabella, figlia del cartografo che ha mappato la misteriosa isola di Joya fin dove lo spietato governatore Adori permette di esplorarla, sogna di poter disegnare su una cartina la risposta a queste domande. Così quando Lupe, la sua migliore amica nonché figlia del governatore, sparisce proprio in quei territori, è Isabella a guidare la spedizione di ricerca. Le mappe di famiglia la guidano attraverso villaggi deserti, nere foreste e fiumi prosciugati, e le stelle che suo padre le ha insegnato a osservare la accompagnano dall’alto. Ma il vero pericolo del suo viaggio appare presto chiaro: nelle viscere bollenti della terra Yote, un demone di fuoco, si sta risvegliando.

 

 

Walter Moers, La città dei libri sognanti, Salani, 12,00 €

“Questa è una storia su un luogo in cui leggere è ancora un’avventura. Qui si parla di un luogo dove, a leggere, si rischia d’impazzire. Dove i libri possono ferire, avvelenare e perfino uccidere. Solo chi, pur di leggere, sia veramente disposto a correre simili rischi, solo chi sia pronto a giocarsi la pelle pur di conoscere la mia storia, mi segua e volti la pagina.” (Ildefonso de Sventramitis) L’ammonimento di Ildefonso de’ Sventramitis la dice lunga su questo nuovo romanzo ambientato a Zamonia. Il famoso dinosauro Poeta, ancora giovane, modesto (più o meno) e simpatico, ci conduce in un viaggio alla volta di Librolandia, per risolvere il mistero del manoscritto perfetto lasciatogli in eredità dal suo padrino. La leggendaria città sembra un’immensa libreria antiquaria, ma in realtà è piena zeppa di pericoli, mostri feroci e libri dotati di vita propria. Qui incontreremo l’alter ego zamoniaco di Lovecraft, ma anche di William Shakespeare, Edgar Allan Poe, Oscar Wilde, Honoré de Balzac, Johann Wolfgang von Goethe e tanti altri, e risolveremo il mistero dell’ispirazione poetica. Tra Blade Runner, Fahrenheit 451 e Matrix, un universo bizzarro e geniale che solo una mente come Walter Moers poteva inventare… un videogame impazzito, frutto di una immaginazione sfrenata e di amore per la letteratura. Età di lettura: da 10 anni.

 

 

Philip Osbourne, Il signore della notte e i bulli, Curcio, 11,90 €

Basato su accadimenti reali, “Il signore della notte e i bulli” è una storia fantasy dalle tinte horror, che racconta le gesta di Mr. Night, un essere mostruoso capace di vendicare chi lo invoca. “Cosa ti fanno? Perché parli di bullismo?”, domanda uno dei protagonisti del romanzo. “Il bullismo era solo qualcosa di cui avevo sentito parlare nei tg e in qualche film. Non ne ero mai stato toccato, forse perché non frequentavo i corridoi della scuola o qualche gruppo”. Questo è quello che succede ne “II signore della notte e i bulli”, si tocca con mano uno dei fenomeni più drammatici che spesso colpisce gli adolescenti o addirittura i bambini. Ci si sente lontani d tale questione fin quando non ci si ritrova protagonisti di questo incubo. Cosa si può fare per sconfiggerlo? Non basterà ignorare le chat, i messaggi minatori o le continue persecuzioni. Non basterà neanche appoggiarsi alle persone care. Un’esperienza di vita reale, che vede come protagonisti proprio degli adolescenti che per fermare i bulli si affidano a un mostro! Età di lettura: da 11 anni.

 

 

Michel Pastoureau, Figure dell’araldica, Ponte alle Grazie, 20,00 €

Nata nel XII secolo sui campi di battaglia, l’araldica doveva servire a identificare i cavalieri, resi irriconoscibili dagli elmi e dalle armature. L’idea che gli stemmi siano monopolio dell’aristocrazia nasce in quei giorni, ma in verità tutti possono portarne uno, nobili o plebei, basta che rispettino le regole del blasone. Un codice funzionale elaborato per essere riconosciuto anche da lontano, fatto di colori vivi, immagini evidenti, segnaletica forte. Un sistema che ancora oggi è alla base della comunicazione e ci aiuta a capire i simboli presenti sulle bandiere delle squadre di calcio e in quelle nazionali, i loghi e i marchi più famosi, i cartelli stradali e molto altro.
In questo saggio lo storico dei simboli e dei colori Michel Pastoureau racconta con passione come è nata l’araldica, in che modo si è diffusa, e come è giunta a essere presente nella vita di ognuno di noi, diventando uno dei grandi codici di comunicazione della società contemporanea.

 

 

Marco Pellitteri, Mazinga nostalgia. Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation. Tomo 1, Tunué, 29,90 €

Che differenza c’è fra Capitan Harlock e il Corsaro Nero? Qual è lo scarto linguistico fra le avventure di Superman e quelle di Jeeg Robot d’Acciaio? Come inserire Candy Candy nella tradizione del romanzo d’appendice? Con un’indagine incrociata, e vivacemente multidisciplinare, Marco Pellitteri s’interroga sui rapporti che intercorrono tra gli eroi dell’immaginario occidentale pretelevisivo e quelli delle generazioni cresciute con i personaggi televisivi e multimediali provenienti dal Giappone dalla metà degli anni Settanta. “Mazinga Nostalgia”, che è ormai considerato lo studio più importante per capire l’immaginario visuale e la varietà di contenuti dell’animazione giapponese, nonché per sfatare i luoghi comuni e i pregiudizi su di essa, torna in una nuova edizione ampliata a distanza di venti anni dalla prima uscita.

Un estratto: https://issuu.com/tunue/docs/mazinga_completo_issuu?e=1726973/57487357

 

 

Anthony Ryan, La regina di fuoco. L’ombra del corvo. Vol. 3, Fanucci, 16,90 €

Edizione economica. La sinossi:

Dopo aver combattuto fin quasi alla morte, la regina Lyrna è determinata a scacciare l’esercito invasore volariano e riconquistare l’indipendenza del Regno Unificato. Ma per portare a compimento i propri piani, stavolta non le basterà radunare le forze a lei fedeli. Dovrà scendere a patti con coloro che sono in possesso del dono del Buio, esseri ripugnanti che ha sempre detestato, e condurre la guerra alle porte delle fortezze nemiche. Adesso più che mai, l’esito della battaglia e il destino del regno poggiano sulle spalle di Vaelin Al Sorna, il Signore della Torre delle Lande Settentrionali. La prova che sarà chiamato ad affrontare si rivelerà la più ardua. L’esercito volariano ha un nuovo misterioso alleato, una forza in grado di governare l’oscurità e donare l’immortalità a chi promette di servirla. Vaelin Al Sorna dovrà sconfiggere un nemico mai affrontato prima, che non può essere ucciso, ed è chiamato all’impresa proprio quando il Canto del Sangue, il mistico potere che lo ha reso un invincibile guerriero, sembra destinato a tacere per sempre…

 

 

Jeff VanderMeer, Borne, Einaudi, 20,00 €

Fra le macerie di una città in rovina – infestata da biotecnologie fuori controllo, percorsa da bande di razziatori, dominata dal cielo da un orso mutante di nome Mord – la cacciarifiuti Rachel si imbatte in una creatura misteriosa e decide di prenderla con sé, chiamandola Borne. All’inizio poco piú di una pianta, Borne cresce a una rapidità impressionante: è un bambino curioso e frenetico; è un anemone di mare gigante che muta forma e colore; è una persona; è un mostro; è un figlio adottivo. L’arrivo di Borne altera gli equilibri della vita di Rachel – che, arrivata nella città come migrante, si trova a dover imparare a essere madre rievocando gli anni spesi coi genitori a girare per campi profughi, fra una catastrofe ecologica e l’altra. Altera anche il suo rapporto con Wick, il creatore di bio-tec con cui convive, che non si fida del nuovo arrivato: forse perché teme che sia un mutante, o forse perché, come un padre inesperto, si sente tagliato fuori dall’amore che lo lega a Rachel. E mentre Borne cresce, tutt’intorno si intensifica la lotta per il dominio sulla città tra l’enigmatica Compagnia e le creature che le si sono ribellate – su tutti Mord, l’orso gigante le cui incursioni aeree si fanno sempre piú frequenti e sanguinarie. E con orrore di Rachel e Wick appare sempre piú chiaro che Borne – il loro bambino, la loro arma aliena – in questa guerra è destinato a giocare un ruolo decisivo.

Pubblicato in anteprima, freschi di stampa | Contrassegnato | Lascia un commento

Emanuele Manco: Matematica nerd

Ma i draghi di Game of Thrones possono volare? Che portanza devono avere le ali per sostenere il loro peso? E quanto bisogna spendere per avere tutti i Rollinz?

La risposta a tutte le domande, per me, è “non ne ho idea”, anche anche se io so, e questo sapere non necessita di spiegazioni, che i draghi di Le cronache del ghiaccio e del fuoco volano (di quelli di Il trono di spade m’importa ben poco), e che i soldi spesi per i Rollinz non sono un problema mio visto che mia mamma fa regolarmente la spesa all’Esselunga indipendentemente da quali bustine vengano spacciate dalle cassiere.

Matematica nerd è il titolo di un saggio di Emanuele Manco, e visto che questo è il secondo libro che mi procuro che contiene la parola nerd nel titolo mi viene il dubbio di essere un po’ nerd anch’io. Questa la presentazione:

A quali forza è stata sottoposta la spina dorsale di Gwen Stacy quando l’Uomo Ragno cercò di salvarla dalla drammatica caduta dal ponte? Quanto bisogna spendere al supermercato per avere buone probabilità di completare la raccolta dei Rollinz? Che probabilità hanno di sopravvivere i personaggi di Game of Thrones, e davvero un drago può volare? Sono domande sulle quali normalmente le persone normali sorvolano. Ma i nerd no, e soprattutto non i matematici nerd, che hanno pronta un’equazione per verificare calcoli alla mano. Se siete anche voi matematici nerd apprezzerete questo libro; se siete nerd non matematici, troverete uno stimolante modo nuovo per affrontare il mondo dell’immaginario.

Matematica no, questo non me lo può dire nessuno, anche se al Liceo andavo bene. Ho dimenticato quasi tutto, perciò le mie conoscenze dell’epoca non contano. Però è vero che i libri scientifici di tipo divulgativo non mi spaventano, ho letto, per esempio, le Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli, ed è da quando L’ordine del tempo è arrivato in libreria che mi dico che lo dovrei leggere. Chi ha nascosto la mia giratempo?

Che senso ha un libro come questo? Per un matematico può essere un modo per giocare con la sua materia, e che si possa giocare con la matematica per me è un fatto ovvio. Nel mio piccolo io giocavo con la matematica, risolvere determinati problemi non è diverso, come impegno per il cervello, dal risolvere rebus o cruciverba, solo bisogna conoscere meccanismi diversi. Se le persone possono divertirsi con i cruciverba, allora possono divertirsi anche con le equazioni, anche se il divertimento delle equazioni non è evidente per tutti. Del resto non esiste un libro che piace a tutti, o un cibo che piace a tutti, perché tutti dovrebbero amare lo stesso tipo di sfida intellettuale? Per un non matematico – purché non sia qualcuno di totalmente allergico alla matematica – può essere interessante scoprire l’utilità e il legame di dati e numeri per opere di fantasia. È molto probabile che George R.R. Martin non si sia preoccupato della reale possibilità di volare per i suoi draghi, che i draghi narrativi volino è un assioma, ma rifletterci un po’ può aiutarci a capire meglio l’opera, così come riflettere sulla spesa può… beh, mi sa che quello ci rende un po’ meno orgogliosi di aver completato la collezione e ci fa sentire tutti un po’ più tonti e vittime degli esperti di marketing (a meno che le mostre abitudini di spesa siano rimaste immutate e la collezione non sia stata completata per inerzia, con i Rollinz che arrivavano senza essere cercati). Capire certi meccanismi del mondo in cui viviamo comunque è sempre interessante.

Matematica nerd è un ebook. Il prezzo è ridotto, il tempo di lettura dipende dalla conoscenza della materia. Se a qualcuno gli argomenti sembrano familiari è perché è un lettore di www.fantasymagazine.it o di www.fantascienza.com o di entrambi, e si è già imbattuto in una versione di questi articoli. Del resto lo stesso Emanuele lo ha scritto nella sua introduzione:

Quella che state per leggere è una versione ampliata di vari articoli pubblicati su FantasyMagazine. Riprendo e ampio articoli pubblicati su altre riviste, ai quali si rimanda per approfondimento, aggiungendo alcune considerazioni e casi particolari.

Sapete tutti che per me i libri che parlano di fantastico in modo serio, o che fanno scoprire aspetti su cui tendiamo a non soffermarci serio importanti. Ma se gli articoli sono stati già pubblicati gratis su internet, perché spendere l’altissima cifra di 1,99 € per leggerli? Una prima risposta potrebbe essere che gli articoli sono stati rivisti e approfonditi, perciò non tutto quel che dicono è stato pubblicato su internet. Io sto rivedendo alcuni miei vecchi articoli e so che il lavoro per fare una cosa di questo tipo è molto. Ma la risposta vera è un’altra, e si riallaccia a quando ho deciso di comprare i cinque ebook di Leigh Butler Re-reading Robert Jordan’s The Wheel of Time, anche se potevo tranquillamente leggere gratis le sue parole sul blog di tor. Io ho comprato quegli ebook perché mi era piaciuto leggere quel che aveva scritto Leigh. I suoi commenti erano interessanti, o divertenti, o un mix delle due cose, e anche quando non condividevo le sue idee mi spingevano a guardare la saga da un’ottica diversa dalla mia. Leggere i suoi commenti mi aveva arricchita, e darle quella manciata di euro – la spesa totale  stata inferiore ai 9,00 euro – è stato il mio mondo per ringraziarla per il suo lavoro. Scrivo anch’io, e come lei lo faccio quasi sempre gratis perché mi diverto a farlo, ma un riconoscimento non dispiace mai.

Per questo ho comprato l’ebook di Emanuele, anche se lui me ne aveva inviata una bozza gratis. Perché il lavoro, anche quello intellettuale, anche quello che viene fatto per divertimento, merita un riconoscimento. Se apprezziamo qualcosa è giusto che la paghiamo.

Secondo Emanuele la matematica entra nella vita di ogni giorno nei modi più imprevedibili. Fino a quando i draghi restano confinati nella narrativa io posso convivere con le irruzioni della matematica.

Pubblicato in freschi di stampa | Contrassegnato | Lascia un commento

I fiumi della guerra di George R.R. Martin. Capitolo 1: Sansa

Sansa e Tyrion si sposano. Possiamo dire che A Storm of Swords è un libro molto romantico? In fondo in questo romanzo di matrimoni ce ne sono ben tre, come aveva anticipato George R.R. Martin a un intervistatore prima della pubblicazione. Tre matrimoni, aveva detto, quanto a romanticismo si vedrà, anche se Martin per lungo tempo è stato ritenuto uno scrittore romantico. Non perché sdolcinato ma perché legato alle atmosfere del Romanticismo, compreso il suo lato cupo e crepuscolare. Non dimentichiamo che il suo primo romanzo è La luce morente, e se parlassimo di racconti potrei citarne un bel po’.

I fiumi della guerra, seconda delle tre parti in cui Mondadori ha suddiviso A Storm of Swords, si apre con un matrimonio. Sansa non è felice, ovvio, dopo quello che è successo lei odia tutti i Lannister e diffida di loro, senza considerare che sperava di poter sfuggire alle loro grinfie andando ad Alto Giardino. Non c’è dubbio che anche i Tyrell avrebbero visto in lei più una pedina politica che una persona, ma almeno si sarebbe allontanata da Jeoffrey e Cersei. Tyrion, nella famiglia Lannister, è il migliore, non è inutilmente crudele – e sottolineo l’inutilmente, perché anche lui sa essere spietato – ed è intelligente, peccato che la giovane Stark sia ancora troppo propensa a giudicare le persone dalle apparenze. Per Sansa è tutto improvviso e inaspettato, in modo che i Tyrell scoprano il matrimonio a fatto compiuto e non possano opporsi, ma Cersei e Jeoffrey evidentemente si divertono a spargere sale sulle ferite della giovane, l’unico che pensa un po’ a lei è Tyrion, che si ferma per dirle qualche parola. Sansa ricorda che Tyrion è stato gentile con lei, avrebbe dovuto ricordarlo un po’ di più. Noi qui siamo dal punto di vista di lei, vediamo la sua delusione e la sua amarezza, ma quanto dev’essere difficile per lui conoscendo il disprezzo che il padre ha sempre manifestato nei suoi confronti e vedendo il ridicolo con cui tutti si divertono a ricoprirlo? Anche un ridicolo involontario, Sansa si sente umiliata e non si inginocchia, ma Tyrion ha limiti fisici evidenti che non dipendono dalla sua volontà.

Il successivo banchetto è un’altra tortura, con Sansa che cerca di non mostrare la disperazione e che non sa come comportarsi. Abbiamo una battuta di ser Garlan su suo fratello Loras, uno di quei dettagli che possono passare inosservati: “«Mia signora, ho visto il modo in cui guardi mio fratello. Loras è valoroso e avvenente, e noi tutti lo amiamo profondamente… ma il tuo Folletto sarà un marito migliore. È un uomo più grande di quanto appaia.»” Questo perché Loras è gay, quindi non potrebbe essere un vero marito, è interessante notare che Garlan sa che Tyrion è in gamba.

Garlan non c’è nella serie televisiva Il trono di spade, David Benioff e D.B. Weiss hanno tagliato la sua figura e quella di suo fratello Wyllas, l’erede di Alto Giardino che noi per ora conosciamo solo grazie a quel che ci è stato detto di lui. Martin ha dichiarato che hanno un ruolo da ricoprire nella storia che sta scrivendo, e io sono curiosa di vederli all’opera. Subito dopo c’è l’ennesimo momento di simpatia di Joffrey, che dice a Sansa che l’avrà comunque nel suo letto:

«Mio zio ti porterà nel mio letto tutte le volte che io glielo ordinerò.»

Sansa scosse la testa. «No, non farà questo.»

«Invece sì, o io avrò la sua testa. Quel re Aegon, lui ha avuto tutte le donne che voleva, sposate oppure no.»

Simpatia portami via. Comunque se Robert Baratheon ha avuto tutte le donne che ha voluto – donne consenzienti – il precedente di un sovrano Targaryen che ha avuto un bel po’ di amanti, anche se erano donne sposate, è interessante. E se Aegon IV il Mediocre non fosse stato l’ultimo? Non è stato l’ultimo, anche Aerys II il Folle ha avuto un bel po’ di amanti, sappiamo con certezza che aveva l’abitudine di portarsi a letto le dame da compagnia della regina Rhaella. Aegon, legittimando i suoi bastardi in punto di morte, aveva fatto un danno enorme perché aveva reso possibile le rivolte Blackfyre. Aerys il Folle ha avuto un bel po’ di amanti, e sapendo che la regina Rhaella non era consenziente – certamente la picchiava – non è da escludersi che si sia imposto su altre donne che non lo volevano. Joanna Lannister era fra loro? Possibile, anche se io ho divagato parecchio.

Tyrion e Joffrey si scambiano piacevolezze, senza dubbio il re si merita tutto quel che suo zio gli sta dicendo, anche se il Folletto dovrebbe ricordarsi che sta parlando con il re. Sansa però è troppo infelice per rendersi conto del rischio da lui corso per proteggerla come può. La scena nella loro stanza è dolorosa, con lei che è giustamente spaventata – ha solo 13 anni, ricordiamolo, e dalla morte di Robert Baratheon ha vissuto continuamente nel terrore – e lui che non riesce a comunicare con lei. Tyrion ha subito abusi psicologici per anni a causa del suo aspetto, ha trovato un equilibrio precario ma deve continuamente combattere per ottenere qualsiasi cosa. Sono due personaggi feriti, e anche se le circostanze li hanno messi insieme non riescono a incontrarsi, ed è un peccato perché si sarebbero potuti aiutare a vicenda. La loro solitudine è solo accentuata dal matrimonio.

Pubblicato in citazioni, George R.R. Martin rilettura | Contrassegnato | Lascia un commento