Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson. Dal capitolo 19 al capitolo 24

Rilettura di Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson.

19: La scelta di una benda

Dopo Agelmar, anche Bashere è in difficoltà:

«Quanto è brutta la situazione?» chiese infine Elayne.

«Brutta» disse Bashere. «Avrei dovuto rendermene conto, che io sia folgorato. Avrei dovuto capire.»

«Non puoi pianificare ogni cosa, Bashere.»

«Perdono,» disse lui «ma è esattamente quello che dovrei fare.»

Io non avevo minimamente intuito il piano di Graendal, ma visto con il senno di poi è assolutamente geniale ed efficace. E gli indizi li abbiamo, solo che all’inizio è difficile notarli visto tutto quel che sta accadendo.

A quanto pare Bair ha avuto la stessa preoccupante visione di Aviendha, anche se Egwene non ha idea di quale sia l’argomento di conversazione delle Sapienti. Però io, come loro, rifiuto di credere che le visioni mostrate non possano essere modificate, altrimenti non ci sarebbe alcun senso nel mostrare quelle visioni. Le visioni del passato donano consapevolezza, ma quelle del futuro devono guidare su come modellarlo, anche evidenziando i rischi in caso di errori.

Sapevamo già che il Fuoco malefico era pericolosamente potente, ora scopriamo che è ancor più potente di quel che credevamo, al punto da minacciare il Disegno stesso:

«Il Fuoco Malefico indebolisce il Disegno. Durante la Guerra del Potere, perfino i Reietti iniziarono a temere di usarlo, per paura di sfilacciare il mondo stesso.»

Egwene e le Sapienti si salutano, sarebbe stato bello che potessero trascorrere tempo insieme come persone che si stimano e non come governanti pressati da necessità impellenti. Al ritorno nello studio Egwene trova Rand ad aspettarla. Il dono del nastro sembra un po’ riduttivo visto che a Elayne Rand ha donato qualcosa di ben più importante, ma sta cercando di ritornare all’affetto che condividevano quando entrambi erano più giovani e innocenti. Per fortuna il momento difficile dura poco, ma perché devono sempre fare così fatica a parlarsi con serenità quando è evidente che si vogliono bene davvero? Oltretutto sono entrambi consapevoli del fatto che probabilmente questo è un addio.

Rand cita sua madre, e Gawyn capisce l’importanza che questo può avere per Galad.

Rand si rende conto che i sigilli custoditi da Egwene sono falsi, e io mi domando come mai non se ne siano accorti prima. Dai sigilli autentici trasudava malvagità, anche ritrovare il passo in cui si faceva quest’affermazione mi richiederebbe troppo tempo. Quando Taim li ha falsificati ha riprodotto anche quest’effetto o è una svista dei romanzi? Perché noi sappiamo che i sigilli li ha Taim, abbiamo già avuto due indizi in proposito.

Riprendo da internet una breve storia del ritrovamento dei sigilli:

  1. Found broken at the Eye of the World. (TEotW,Ch52) Moiraine shows the pieces to Siuan. (TGH,Ch5) (BROKEN)
  2. Bayle Domon had one, intact, that he got from a shopkeeper in Maradon. (TGH,Ch9) It was taken by Turak. (TGH,Ch29) Moiraine found it after the fight, and it was broken by then. (TGH,Ch49) (BROKEN)
  3. Turak had one. Moiraine found it along with (2). Also broken. (TGH,Ch49) (BROKEN)
  4. Moiraine found one in the Stone of Tear, intact. (TDR,Ch56) In TFoH,Ch52, when they go down to the docks, Rand spots two casks with the two seals (#4 and #5) in them packed in wool for protection. (INTACT)
  5. Moiraine found another one in Rhuidean, and made a scratch. She put it back in her pouch. (TFoH,Ch2) In TFoH,Ch52, when they go down to the docks, Rand spots two casks with the two seals (#4 and #5) in them packed in wool for protection. (INTACT)
  6. Nynaeve found one in the Panarch’s Palace, (TSR,Ch54), broken on the way to Salidar. (TFoH,Ch50) (BROKEN)
  7. Mazrim Taim gives Rand one when he comes to Rand. He found it in a “decaying little farm in Saldaea. I stopped for water, and the farmer gave it to me. He was old, with no children or grandchildren to pass it on to, and he thought I was the Dragon Reborn. He claimed his family had guarded it for more than two thousand years. Claimed they were kings and queens during the Trolloc Wars, and nobles under Artur Hawkwing.” Rand (or is it Lews Therin?) tries to destroy it, but Davram Bashere stops him. (LoC,Ch2) (INTACT)

Mat ottiene un nuovo guardaroba Seanchan, forse i nastri rosa di Tylin tutto sommato erano qualcosa di discreto. Almeno riesce a tenere il cappello.

20: Dentro Thakan’dar

Nomi più facili da scrivere no? Era chiedere troppo? Thakan’dar. Perché?

Nel bel mezzo del combattimento Egwene sente che qualcosa non va, ordina di ripiegare e di smettere d’incanalare, Romanda non l’ascolta e viene seccata sul posto dagli Shariani. Romanda è sempre stata una piaga difficile da sopportare per tutto il tempo che l’abbiamo conosciuta, ma era in gamba e avrebbe potuto fare molto durante la battaglia, invece ce la siamo giocata qui.

Da L’Occhio del Mondo a Le torri di mezzanotte: 297.

Nazar, ucciso dalla Progenie dell’Ombra al Passo di Tarwin. 298.

Nalaam, Asha’man ucciso da Mazrim Taim e i suoi accoliti mentre stava cercando di liberare Logain. 299.

Bulen, soldato malkierano ucciso dai Trolloc al Passo di Tarwin. 300.

Evin, Soldato della Torre Nera convertito a forza da Mazrim Taim e da lui ucciso quando, con un trucco, Androl è riuscito a farlo rivoltare contro il suo nuovo padrone. 301.

Deepe, Asha’man sopravvissuto a Maradon e ucciso da Mazrim Taim mentre combatteva agli ordini di Lan. 302.

Romanda, Aes Sedai uccisa dagli Shariani. 303.

Shara. Per tutta la saga abbiamo avuto diverse menzioni di questo popolo, troppo brevi perché potessimo intuirne l’importanza o anche solo capire qualcosa della loro struttura sociale, ma le menzioni erano abbastanza numerose da impedirci di dimenticarci di loro. Poteva essere solo qualcosa per farci vedere la vastità del mondo, invece erano anticipazioni per dirci che questo popolo sarebbe venuto a romperci le scatole. Sanderson ha scritto parecchie pagine nelle quale racconta come abbia fatto Demandred a diventare il Wyld. Alla fine ha deciso di escludere il testo dai romanzi, ritenendo più d’effetto mostrare senza anticipazioni l’arrivo a sorpresa dell’esercito straniero che ha devastato quello di Egwene. Le pagine su Demandred sono confluite in un racconto intitolato River of Souls e pubblicato nell’antologia Unfettered.

Egwene passa improvvisamente dall’essere la leader di un potente esercito a una fuggitiva braccata. E, nonostante tutto, è sempre conscia di essere l’Amyrlin e di avere un dovere nei confronti di coloro che dipendono da lei.

Preparativi per la missione a Shayol Ghul. Aviendha, da vera Aiel, vede tutto in termini di onore:

«Tu intendi ucciderlo» sussurrò Aviendha. «L’Accecatore stesso.»

«Sì.»

Aviendha attese.

«Altri mi dicono che sono uno sciocco a pensarlo» disse Rand. Le sue guardie attraversarono il passaggio per tornare a Merrilor.

«Nessun guerriero dovrebbe entrare in battaglia senza avere l’intenzione di vederla terminare» disse Aviendha. Esitò dopo averlo detto: le era venuto in mente qualcos’altro.

«Cosa c’è?» chiese Rand.

«Be’, la vittoria più grande sarebbe prendere il tuo nemico come gai’shain

«Dubito che lui si sottometterebbe a quello» disse Rand.

«Non scherzare» disse lei, dandogli di gomito nel fianco e facendolo grugnire. «Devi prenderlo in considerazione, Rand al’Thor. Qual è il modo migliore di ji’e’toh? Imprigionare il Tenebroso è come prenderlo gai’shain? Se è così, quello sarebbe il percorso adeguato.»

«Non sono certo di cosa sia ‘adeguato’ in questa occasione, Aviendha.»

«Un guerriero deve sempre considerare ji’e’toh» disse lei in tono severo.

Sigillare il Tenebroso fuori dal Disegno invece di ucciderlo è come prenderlo gai’shain?

Rand manda Min da Egwene e discute di Callandor. Perché non ha rivelato le sue intenzioni a Nynaeve? Per non dirle a noi? O perché ancora non aveva idea di quel che sarebbe accaduto?

21: Un errore da non ignorare

Come Egwene, avevo temuto che Siuan e gli altri fossero morti, scoprire la loro via di fuga è stato meraviglioso.

E Yukiri continuava a dire che pensava quel flusso fosse l’anticamera per scoprire il segreto su come volare! Sciocca donna. C’era un buon motivo per cui il Creatore non aveva dato alla gente le ali.

Forza Yukiri! Vero che sopravvive? Perché io non lo ricordo, ma mi sta sempre più simpatica. E certi flussi vanno assolutamente provati.

La situazione è brutta, anche se Siuan rifiuta di credere alla morte di Egwene. Quanto a Bryne, è in fase di giusta autocritica.

Siuan bofonchiò. «Uomo sciocco.»

«Hai ragione» disse lui in tono solenne. «Su entrambi i punti. Penso che Egwene ci sorprenderà. Sono anche uno sciocco.»

«Bryne…»

«Lo sono, Siuan. Come è potuto sfuggirmi che stavano temporeggiando? Volevano tenerci occupati finché quest’altro esercito non fosse riuscito a radunarsi. I Trolloc hanno ripiegato su quelle colline. Una mossa difensiva. I Trolloc non difendono. Ritenevo che stessero semplicemente tentando di predisporre un’imboscata e che fosse quello il motivo per cui stavano trascinando indietro i cadaveri e si preparavano ad aspettare. Se li avessi attaccati prima, questo si sarebbe potuto evitare. Sono stato troppo cauto.»

«Un uomo che pensa tutto il giorno al pescato che non ha preso a causa del mare in tempesta finisce per perdere tempo quando il cielo è limpido.»

«Un proverbio intelligente, Siuan» disse lui. «Ma c’è un detto tra i generali, scritto da Fogh l’Instancabile. ‘Se non impari dalle tue sconfitte, verrai dominato da esse.’ Non riesco a capire come abbia potuto lasciarlo accadere. Sono stato addestrato meglio di così, mi sono preparato meglio di così! Non è solo un errore che posso ignorare, Siuan. C’è in gioco il Disegno stesso.»

Prima o poi dovrò riunire i detti sul pesce di Siuan, così come le figure della spada, che negli ultimi libri ho assolutamente trascurato. E magari pure i proverbi di Lini. Comunque Gareth ha ragione, non è solo un errore che può ignorare, e lui è più intelligente di così. La Coercizione fa davvero brutti scherzi alla mente, e questo è l’ennesimo indizio (che io la prima volta non avevo visto) che c’è una Coercizione in atto, anche se le prove le avremo più avanti.

Lyrelle e le altre Aes Sedai inviate da Egwene entrano finalmente nella Torre Nera, ora sotto il dominio di Logain – anche se è Androl, aiutato da Pevara, a gestire tutte le questioni pratiche – per legare gli Asha’man come custodi. Aspetto positivo: Aes Sedai riposate a disposizione, e ce n’è un gran bisogno sui campi di battaglia. Aspetto negativo: Lyrelle avrebbe bisogno di una bella lezioncina su come trattare gli altri. È irritante all’ennesima potenza, vero? Lei e il suo rifiutarsi di vedere Androl e gli altri come persone e giudicarli semplicemente esseri inferiori, inaffidabili e di un qualche valore solo se possono essere utili ai suoi scopi. Esattamente il modo in cui, nella nostra società, molto uomini vedono le donne, il ribaltamento è effettuato davvero con maestria.

«Le cose stanno così, Aes Sedai» disse Androl. «Il Drago Rinato ci ha mandato un messaggio poco fa. Ci ha ordinato di imparare un’ultima lezione: che non dobbiamo pensare a noi stessi come armi, ma come uomini. Be’, gli uomini possono scegliere il loro destino, e le armi no. Qui ci sono i tuoi uomini, Aes Sedai. Rispettali.»

Androl è uno dei miei miti nella parte finale della saga. Mi spiace che Rand non sia andato di persona invece di inviare un messaggio, ed è un peccato non aver avuto una conversazione fra lui e Androl, ma è importante che lui abbia pensato di mandare il messaggio e che gli uomini lo abbiano ricevuto.

Emarin è ancora traumatizzato per quello che gli hanno fatto, spero che torni a essere quello di prima. Nynaeve dove sei? Sì, lo so dov’è, ma anche qui c’è bisogno di lei. Se qualcuno può guarire qualcun altro da questo trattamento è senz’altro lei. A proposito, Emarin sopravvive? Non lo ricordo. Ricordo la sorte dei personaggi di cui abbiamo avuto il punto di vista per romanzi e romanzi, ma di alcuni personaggi non ricordo nulla. Emarin è uno di questi: ho reimparato ad apprezzarlo durante la lettura – perché lo avevo apprezzato anche durante la lettura – ma di lui non ricordo niente. Ora però baro: vado a prendere l’enciclopedia e controllo quello che dice, ma a voi non lo dico.

Porca puzzola, invece ve lo dico. Come mai non l’avevo notato? No, niente spoiler.

Emarin Pendaloan. A Tairen nobleman. He was the young brother of Algarin; the two was very close. Emarin could channel and was captured by Cadsuane and gentled at the White Tower. He lived fot ten years after that; Algarin credited Cadsuane for makinf that possible. Algarin assumed Emarin’s name when he went to the Black Tower. See also Algarin Pendaloan.

Insomma, quello che noi abbiamo sempre chiamato Emarin in realtà è Algarin. Sospetto che pure fra dieci anni mi ritroverò a scoprire in La Ruota del Tempo cose che prima non avevo notato. Questa invece, sempre senza spoiler, è la voce dedicata ad Algarin:

Algarin Pendaloan. A Tairen Lesse Lord of the Land, whose channeling brother Emarin was captured by Cadsuane. Rand and his group stayed at Algarin’s manor house. He went to the Black Tower to be tested, and there took the name Emarin. Taim Attempted to turn him, but he resisted and went to fight in the Last Battle.

Questo è il capitolo 23 di Crocevia del crepuscolo. Il punto di vista è quello di Cadsuane, il ragazzo con cui lei sta parlando è Rand:

«Algarin aveva un fratello in grado di incanalare» disse, voltandosi verso una sedia di fronte. A metà movimento, barcollò. Si aggrappò a un bracciolo con una risata soffocata, fingendo di essere inciampato nei suoi stessi stivali, ma non era accaduto nulla del genere. E non aveva afferrato saidin – lei lo aveva visto barcollare, nel tentativo – oppure i suoi ornamenti l’avrebbero avvertita. Corele aveva detto che gli serviva solo un altro po’ di sonno per riprendersi da Shadar Logoth. Per la Luce, aveva bisogno di tenere il ragazzo in vita, o sarebbe stato tutto inutile!

«Lo so» replicò lei. E dal momento che sembrava che Algarin potesse avergli detto tutto, aggiunse: «Fui io a catturare Emarin e a portarlo a Tar Valon.» Era strano che Algarin potesse essere grato per una cosa del genere, agli occhi di qualcuno, ma il suo fratello più giovane era sopravvissuto per più di dieci anni dopo essere stato domato, dopo che lei lo aveva aiutato a riconciliarsi con l’accaduto. I fratelli erano stati molto vicini.

Le sopracciglia del ragazzo si contrassero mentre si sistemava nella sedia. Non l’aveva saputo. «Algarin vuole essere messo alla prova» disse.

Lei incontrò il suo sguardo, impassibile e serena, e trattenne la lingua. I figli di Algarin, quelli ancora in vita, erano sposati. Forse era pronto ad affidare questo appezzamento di terra ai suoi discendenti. In ogni caso, un uomo in grado di incanalare in più o in meno a questo punto faceva poca differenza.

Il nome Emarin lo abbiamo qui, accidenti, e da come il testo è scritto lui era sopravvissuto, al passato, quindi ora è morto. Del resto in tutto il tempo che siamo stati alla Torre Bianca l’unico incanalatore vivo anche se domato che abbiamo visto è stato Logain. L’ultima frase che ho riportato dimostra quanto anche Cadsuane non possa prevedere quel che avverrà: Algarin/Emarin è fondamentale per Androl e il suo gruppo, anche se lei pensa che faccia poca differenza. A volte non importa quante sono le persone a fare una cosa ma chi è a farle. La casa in cui i due si trovano, la casa di Algarin, è quella presso cui avverrà il massiccio attacco dei Trolloc che spingerà Nynaeve a portare Lan alle Marche di Confine e Verin a intraprendere il suo ultimo viaggio.

Va bene, abbiamo bisogno di Nynaeve per guarire Emarin, e pure Logain. Non sono stati spezzati, ma un po’ sono cambiati.

Logain era… cambiato da quell’ordalia. Androl le sussurrava che adesso era più cupo. Parlava di meno. Pareva ancora determinato ad andare all’Ultima Battaglia, ma per ora radunava gli uomini e meditava su cose che avevano trovato nelle stanze di Taim. Pevara era preoccupata che la Conversione l’avesse spezzato dentro.

«Pensa che possa esserci qualcosa in quelle mappe militari che ha trovato nelle stanze di Taim» disse Emarin.

Bisogna agire, certo, ma il controllo che Logain sta facendo è importante.

22: Il Wyld

Egwene su sveglia e riflette sugli Shariani e sul loro inquietante uso dei tatuaggi. Io mi domando se dopo un po’ di tempo non finirebbero con l’avere tutti gli abitanti ridotti al più infimo livello. La crescita sociale può non essere facile ma dev’essere possibile, altrimenti l’appiattimento verso il basso è inevitabile. Leane viene catturata e poi liberata con un messaggio per Rand dopo un momento orrorifico di prigionieri arsi vivi in quanto ritenuti inutili. Leane è uno di quei personaggi che in quest’ultimo romanzo si vede pochissimo, dopo che in alcune fasi della saga l’abbiamo vista all’opera qui mi pare sottosfruttata. Certo, Sanderson non aveva lo spazio per occuparsi nel dettaglio di tutti, ma mi spiace averla vista così poco.

Perrin viaggia nel Mondo dei sogni e vede Graendal – lui ancora non la riconosce, ma noi sì –uscire dalla tenda di Ituralde, di quanti indizi avevamo bisogno per pensare alla Compulsione? Io parecchi, oltretutto ho letto questo romanzo per la prima volta in inglese, e quindi è più facile che mi sfuggano i dettagli, e in pochi giorni, perché dovevo conoscere la conclusione, non il modo migliore per notare gli indizi relativi a quel che verrà svelato più avanti. Però, insomma…

«Fate pure: scagliate i vostri eserciti contro di loro, sciocchi» continuò fra sé. «La vittoria maggiore sarà la mia. Un insetto può avere mille zampe, ma solo una testa. Distruggi la testa e avrai vinto. Tutto ciò che stai facendo tu è tagliar via le gambe, stupido idiota. Stupido, arrogante, insopportabile idiota. Io avrò quello che mi è dovuto, avrò…»

Questo borbottio Graendal lo fa davanti ai sogni di Davram Bashere, anche se Lanfear ce lo dirà qualche pagina più avanti. A volte so essere proprio cieca. Sarà che non potevo accettare che personaggi che amavo venissero manipolati a questo modo? Comunque gli Aiel sono sempre Aiel:

«Sì» convenne Gaul. «Un guerriero che non vuole colpire una Fanciulla è un guerriero che le nega il suo onore. Naturalmente, l’onore maggiore per te…»

Sarebbe prenderla prigioniera. Poteva riuscirci?

Lanfear rimodella i suoi piani, piani per cui comunque aveva iniziato a mettere le basi molto tempo fa.

«Tu sei abile qui dentro Tel’aran’rhiod. Molto più di quanto lo sia mai stato Lews Therin. Ho sempre pensato che avrei regnato al suo fianco, che solo un uomo in grado di incanalare sarebbe stato degno di me. Ma il potere che tu mostri qui… penso di poterlo accettare come un sostituto.»

Ci parla anche della distorsione del tempo, cosa che consente a Jordan e Sanderson di narrare un duello breve per Rand e una guerra lunga per i soldati posti sotto il comando di Elayne e dei vari capitani.

23: Al limitare del tempo

Gawyn va in esplorazione con un anello al dito. Sapevamo che lo avrebbe fatto. Da quando gli abbiamo visto prendere gli anelli sapevamo che prima o poi li avrebbe usati, in caso contrario era inutile farglieli prendere.

Ho notato molta avversione nei confronti di Gawyn, in tanti non riescono a digerirlo e puntano il dito contro tutte le fesserie che fa. Ok, Gawyn fa fesserie. Il suo odio nei confronti di Rand era dettato dalla gelosia, ed Elayne è stata molto brava a fargliela notare. Il suo prendere le parti di Elaida contro Siuan ha consentito a Elaida di insediarsi sul seggio dell’Amyrlin – non dimentichiamo che Gawyn ha ammazzato Hammar e Coulin – ma se Elaida non fosse stata innalzata poi Egwene non avrebbe avuto la sua crescita. Certo, Jordan poteva scegliere di far vincere Elaida senza la partecipazione di Gawyn, ma ha scelto la strada più difficile. Chi si lamenta che Jordan presenta una distinzione troppo netta fra buoni e cattivi – cosa che può fare solo chi si è fermato all’inizio della saga o chi è totalmente cieco nei confronti di ciò che legge – dovrebbe notare che un personaggio positivo si pone sul fronte sbagliato. Gawyn è un personaggio positivo, pensiamo a come sta al fianco di Elayne, e come si mostra amichevole nei confronti di Rand, in L’Occhio del Mondo. Il fatto che compia delle scelte sbagliate non significa che non sia un personaggio positivo, solo che è umano e commette errori. Pure la gelosia è umana, e se anche Gawyn per un bel pezzo avrebbe ammazzato Rand se ne avesse avuto l’opportunità, di fatto non compie mai un atto immorale. Non ferma le Aes Sedai che lo hanno rinchiuso nella cassa, ma onestamente come può un non incanalatore fermare delle Aes Sedai? E poi lui ha giurato loro fedeltà, e l’ultima volta che si è trovato in un conflitto di Aes Sedai c’è stata la spaccatura della Torre. Dovrebbe mettersi di mezzo di nuovo? E quale sarebbe il risultato poi?

Qui, in numerose pagine, abbiamo visto la sua difficoltà ad adattarsi al ruolo di spalla di Egwene. È un principe, e se anche aveva sempre saputo di dover sostenere Elayne il suo ruolo fra le Aes Sedai è ancora più defilato. A Caemlyn sarebbe stato la persona più importante dopo la regina, qui è un Custode come tanti, anche se è il Custode dell’Amyrlin ed è un Maestro spadaccino. Ha avuto bisogno di tempo, ma ha imparato a vedere la donna che ama prima come una sovrana, sua superiore di rango, e poi come la donna che ama. Fatica? Certo. Fa errori? Tanti. Però fa del suo meglio. Anche gli altri hanno commesso errori, e non li ho visti criticati come ho visto criticato Gawyn.

Gawyn qui fa una cosa che sa che lo porterà alla morte: usa un ter’angreal dagli effetti collaterali tremendi perché capisce che è l’unico modo per salvare Egwene. Non è un gesto egoista, perché vuole fare l’eroe. A quella tentazione ha resistito. È un gesto dettato dalla necessità, lui deve tirare Egwene fuori di lì a qualunque costo, e se il costo è la sua vita è disposto a pagarlo. Io, quando gli ho visto infilare l’anello, ho iniziato a sperare nelle doti di guaritrice di Nynaeve.

Mentre Gawyn è via Egwene viene catturata da una singola incanalatrice e poi liberata da Leilwin, che dimostra di avere doti notevoli anche quando non è al comando di una nave. Per la prima volta Egwene può fidarsi di una Seanchan. Gawyn arriva, dopo essersi sbarazzato di una mezza dozzina di avversari, e Leilwin intuisce come ha potuto farlo ma non dice nulla.

Aviendha saluta Rand che si reca al suo appuntamento con il Tenebroso e combatte nella vallata. Affronta brevemente Graendal e altre incanalatrici. Sul terreno rimangono Duhara Basaheen e Falion Bhoda. Duhara è stata la Custode degli Annali durante il breve regno (5 anni) di Sierin Vayu, assassinata grazie a un complotto di Chesmal Emry che sapeva che Sierin aveva scoperto la sua vera Ajah e stava per denunciarla. In seguito Duhara è stata una sostenitrice di Elaida ed è stata mandata da Elaida a Caemlyn nel vano tentativo di controllare Elayne. Il suo nome compariva nell’elenco di Nere compilato da Verin. Falion è una delle Nere fuggite dalla Torre Bianca con Liandrin. Inviata da Moghedien a Ebou Dar insieme a Ispan, è sfuggita alla cattura ma non alla punizione presso lady Shiaine. Catturata quando Birgitte libera Elayne davanti Caemlyn, era fuggita grazie all’intervento di Doilin Mellar. Non intendo fermarmi a controllare l’identità di tutte, ma con tutti i nomi che ci sono a volte un riepilogo del cammino del personaggio è necessario.

Thom si ferma all’ingresso della caverna, a fare la guardia, ed è facile dimenticarci di lui perché subito dopo Rand inizia il suo viaggio più importante, ma Thom mi è sempre piaciuto. Sono stata felice quando ho scoperto che non era un semplice menestrello girovago visto per poche pagine all’inizio di L’Occhio del Mondo.

La ferita, quella vecchia ferita, si era riaperta. Sentì sangue dentro lo stivale. Gli era colato lungo il fianco, giù per la gamba e, quando muoveva il piede, si lasciava dietro un’orma insanguinata.

Sangue sulle rocce…

Io ho sempre pensato che il sangue sulle rocce implicasse una ferita, non necessariamente la morte. Per la verità avevo creduto che la mano l’avrebbe persa qui, ma a meno di perderla a fine confronto, quando già aveva assestato il colpo decisivo, lo shock di una ferita del genere lo avrebbe certamente condotto alla sconfitta. Meglio che le cose siano andate in un altro modo.

Sopravvivere non era il suo obiettivo. Non lo era già da qualche tempo.

Voleva fare questo nel modo giusto. Doveva farlo nel modo giusto. Era il momento giusto? I suoi piani erano stati accurati?

È il momento. Il compito va intrapreso.

La voce parlò con l’ineluttabilità di un terremoto, con le parole che riverberavano attraverso di lui. Più di suono nell’aria, molto di più, le parole si trasmisero come da un’anima a un’altra. Moiraine annaspò e strabuzzò gli occhi.

Rand non fu sorpreso. Aveva già udito questa voce una volta e si rese conto che la stava aspettando. Ci stava sperando, almeno.

«Grazie» sussurrò Rand, poi avanzò nel regno del Tenebroso, lasciandosi alle spalle orme di sangue.

La voce del Creatore stesso che parla al suo campione. Rand l’aveva già sentita nel capitolo 51 di L’Occhio del Mondo, quando dopo aver sconfitto Aginor si trova a combattere i Trolloc al fianco degli Shienaresi al Passo di Tarwin. Il luogo della prima battaglia che avevamo visto combattere – anche se un po’ dal di fuori – è anche il luogo dove comincia l’Ultima Battaglia.

Il vento si levò, ululò, ruggì con la voce di Rand giù per il passo, frustò le fiamme in una muraglia di fuoco che si avventò contro l’orda di Trolloc più rapidamente d’un cavallo al galoppo. Le fiamme divorarono i Trolloc e le montagne tremarono per le urla di quelle creature deformi, urla intense quasi quanto il vento e la voce di Rand.

«Deve finire!»

Rand prese a pugni il terreno e la terra rintoccò come un gong. Graffiò con la mano il suolo pietroso e la terra tremò.

Increspature corsero nel terreno in onde sempre più alte, di roccia e di terriccio, torreggiarono sopra Trolloc e Fade, si abbatterono su di loro mentre la montagna si apriva sotto i loro piedi. Una massa ribollente di carne e di pietrisco si riversò contro l’orda di Trolloc. I superstiti erano pur sempre un esercito possente, ma raggiungevano ormai solo il doppio degli uomini e per di più erano in preda al terrore e alla confusione.

Il vento morì. Le urla morirono. La terra rimase immobile. Polvere e fumo turbinarono nel passo e circondarono Rand.

«La Luce ti fulmini, Ba’alzamon! Deve finire!»

NON QUI.

Non era un pensiero di Rand, questo che gli faceva vibrare il cranio.

NON VI PRENDERÒ PARTE. SOLO IL PRESCELTO PUÒ FARE QUEL CHE VA FATTO, SE VORRÀ.

«Dove?» Rand non l’avrebbe voluto chiedere, ma non poté trattenersi. «Dove?»

La foschia che lo circondava si suddivise e lasciò una cupola d’aria chiara e pulita, alta dieci braccia, tra pareti turbinanti di fumo e di polvere. Rand vide davanti a sé una serie di gradini, ciascuno isolato e privo d’appoggio, che si estendevano nel buio che oscurava il sole.

NON QUI.

L’ho detto, la storia è circolare, e sono davvero tanti i punti in cui questo romanzo ci riporta all’inizio.

24: Ignorare i presagi

Fortuona conferma di non essere molto brava a scegliere i nomi e ribattezza Mat Knotai. Quella che se l’è cavata meglio è Egeanin, evidentemente perché il nome che riceve voleva essere una punizione e quindi, a giudizio di Tuon, brutto.

«Knotai?» disse Knotai.

Come non condividere la sua perplessità? Anche se poi lui dice che il nome gli piace, ma quanto spesso bisogna credere a Mat Cauthon?

Dopo aver esitato sul compiere la scelta più conveniente o quella più giusta Tuon va ad aiutare le Aes Sedai.

Lan combatte e pensa ai brutti sogni di Lord Agelmar.

Elayne incita le sue truppe e inizia a combattere contro la prima metà dell’esercito Trolloc davanti a Cairhien.

Ituralde prese una boccata dalla sua pipa mentre cavalcava lungo il costone che delimitava la valle a nord. Sì, avrebbe perso. Ma con queste risorse l’avrebbe fatto con stile.

Frase citata da una delle mie compagne di rilettura. Se proprio non si può vincere, almeno si deve cercare di perdere con stile. E di stile Ituralde ne ha in abbondanza.

Menzione delle Cercavento che stabilizzano la situazione meteo usando la Scodella dei Venti. Per questo abbiamo dovuto sopportare quella piaga di popolo un romanzo dopo l’altro? Non bastava un piccolo gruppo di Aes Sedai, o di Sapienti specializzate in climatologia?

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Novità fra fine 2017 e inizio 2018

Un avviso prima che passiate alla lista: per i libri di imminente pubblicazione gli editori hanno già annunciato una data precisa e tutti i dati, per gli altri libri le informazioni vanno prese tenendo un certo margine di dubbio. Gli editori cambiano idea spesso e volentieri e per i motivi più diversi. I dati che cambiano con maggior facilità sono il mese di pubblicazione e il prezzo, ma mi è capitato di vedere più volte annunciare libri che poi non sono mai stati pubblicati. Tradotto in parole povere: quasi certamente vedremo questi libri in libreria nel periodo indicato, ma io non metterei la mano sul fuoco.

Atlantide e i mondi perduti,di Clark Ashton Smith

  • Editore: Mondadori
  • Data di pubblicazione: ottobre 2017
  • Prezzo: 25,00 €

 

 

Draghi e altri animali, di Paolo Barbieri

In vendita dal 24 ottobre

  • Editore: Mondadori
  • Collana: I Grandi
  • Data di pubblicazione: luglio 2017
  • Pagine: 64
  • Formato: rilegato
  • Prezzo: 19,00 €

Ci sono mondi fantastici popolati da draghi. Ci sono altri mondi fantastici popolati da rondini, tigri, tartarughe e balene. Il libro che avete tra le mani unisce questi mondi.

 

La maschera d’argento. Magisterium vol.4, di Holly Black e Cassandra Clare

  • Editore: Mondadori
  • Collana: I Grandi
  • Data di pubblicazione: novembre 2017
  • Pagine: 252
  • Prezzo: 17,00 €

 

La nuova dinastia, di Silvana De Mari

  • Editore: Lindau
  • Collana: Grandi avventure seguendo una stella!
  • Data di pubblicazione: novembre 2017
  • Pagine: 120
  • Formato: brossura
  • Prezzo: 9,00 €

Come suo padre, impiccato per stregoneria, il giovane Artrid è un Divinatore, capace di vedere e parlare con i folletti, esseri magici in grado di predire il futuro. Temuto e scacciato come tutti i diversi, il ragazzo – con un po’ di aiuto – dovrà imparare a controllare il suo dono per poter salvare il regno dall’Ombra che ha stretto in una gelida morsa i cuori degli abitanti della città (e sposare la Principessa, altrimenti che storia è?).

La presentazione dell’autrice: https://www.silvanademari.it/ottobre-un-libro/

Il libro in passato è stato pubblicato all’interno del progetto Insieme per la scuola promosso da Conad. A suo tempo ne avevo scritto una recensione: http://www.fantasymagazine.it/23256/la-nuova-dinastia

 

Storia di Arduin il rinnegato. Signore dell’onore e del coraggio, di Silvana De Mari

  • Editore: Ares
  • Collana: Narratori
  • Data di pubblicazione: novembre 2017
  • Pagine: 496
  • Prezzo: 19,00 €

La presentazione dell’autrice: https://www.silvanademari.it/arduin-il-rinnegato/

 

American Gods, di Neil Gaiman

  • Editore: Mondadori
  • Collana: Oscar Ink
  • Traduttore: Bagnoli K.
  • Data di Pubblicazione: dicembre 2017
  • Prezzo: 25,00 €

Notare la collana: Oscar Ink. Si tratta del graphic novel tratto dal romanzo. Il romanzo comunque dovrebbe essere ripubblicato anche nella versione illustrata nella collana I Draghi.

 

 

Il richiamo dell’Havel. Berlin vol.5, di Fabio GedaMarco Magnone

In vendita dal 17 ottobre

  • Editore: Mondadori
  • Collana: I Grandi
  • Pagine: 204
  • Formato: rilegato
  • Prezzo: 15,00 €

Gli adulti non esistono più. Nel 1975 il virus li ha uccisi e da tre anni uccide chiunque abbia più di sedici anni. Questa è l’unica certezza per i bambini e ragazzi allo sbando tra le spettrali vie di Berlino. E invece no. Gli adulti esistono ancora. Uno di loro, Andreas Beck, sta cercando una cura al virus, mentre gli altri sono armati e pronti a tutto. Anche a sparare a Bernd. Intanto Jakob è ancora sconvolto da quando, nel mezzo di una tormenta di neve, ha dovuto salvare la sua peggior nemica, Wolfrun, caduta in un lago gelido con il cavallo Ziggy. Sembra che per entrambi da quel momento il mondo si sia capovolto e ora, in fuga dai loro nuovi nemici, si stanno per incontrare di nuovo… Età di lettura: da 12 anni.

 

Guerrieri d’inverno, di David Gemmell

In vendita dal 19 ottobre

  • Editore: Fanucci
  • Collana: Tif extra
  • Pagine: 368
  • Formato: brossura
  • Prezzo: 17,00 €

Anhtart, il Signore dei Demoni, è tornato tra gli umani sotto mentite spoglie. La sua intenzione è quella di riportare il suo popolo sulla Terra, e per fare ciò deve sacrificare i tre re. Ma i vecchi militari Drenai in congedo si opporranno ai suoi piani per difendere la sovrana Axiana ad ogni costo…

 

L’ eroe nell’ombra, di David Gemmell

In vendita dal 19 ottobre

  • Editore: Fanucci
  • Collana: Tif extra
  • Pagine: 400
  • Formato: brossura
  • Prezzo: 17,00 €

 

Jum fatto di buio. Olga di carta, di Elisabetta Gnone

  • Editore: Salani
  • Data di pubblicazione: gennaio 2018
  • Pagine: 224
  • Formato: rilegato
  • Prezzo: 14,90 €

Una storia che ne contiene moltissime altre, quasi come una matrioska letteraria, è l’originale struttura racchiusa in “Olga di carta”. A Ballicò è quasi arrivato il Natale. L’inverno freddo ha colorato di un bianco mantello le case della valle e Olga ha deciso di riscaldare gli abitanti con le sue storie. Il bosco appena tagliato è lo spunto adatto per raccontare la favola di Jum fatto di Buio. Anche Valdo, il suo fidato cagnolino, si ricorda di questa storia, perché quando conosci Jum non lo scordi più. È un essere uniforme e molliccio, la voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli, la sua essenza è come il vuoto che si prova quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro. Jum si porta dietro tanti racconti e Olga li narra a chi ne ha bisogno, come un dono speciale. Elisabetta Gnone, già famosissima ideatrice della serie “Fairy Oak”, ha creato con “Olga di Carte” una saga per rammentare a grandi e piccini la forza delle storie. Ogni libro un racconto, che va dritta al cuore e sconfigge il mostro che ci fa paura. Dopo “Olga di carta. Il viaggio straordinario”, l’esile e incredibile protagonista di questa serie torna in “Olga di Carta. Jum fatto di buio”. Età di lettura: da 10 anni.

 

 

L’ assassino. L’ultima caccia, di Robin Hobb

In vendita dal 31 ottobre

  • Editore: Sperling & Kupfer
  • Collana: Pandora
  • Pagine: 832
  • Prezzo: 24,90 €

FitzChevalier aveva giurato a se stesso che mai più avrebbe prestato il braccio agli intrighi di corte, mai più avrebbe vestito i panni dell’assassino. Ma tutto è cambiato quando la sua bambina, la figlia più amata, Ape, è stata rapita dai Servi, che mirano a manipolare il futuro per accumulare ricchezze e potere. Credendola ormai morta, Fitz parte con l’amico più fidato, il Matto, per avere vendetta. Attraverseranno mezzo mondo, fino alle terre che lo stesso Matto si era ripromesso di non vedere mai più: l’inferno da cui era riuscito a fuggire. Ne porta ancora le ferite sul corpo, ma la sua forza non ne è stata scalfita. E Fitz non avrà più il vigore della gioventù, ma la sua destrezza con le lame, i veleni e la magia è ineguagliabile e letale. La loro missione è chiara: nessuna pietà, affinché nessun avversario possa rivedere l’alba. Sarà un viaggio di vendetta, ma anche di profonda trasformazione e rivelazioni mozzafiato. Nulla sarà più come prima, al termine di questa nuova avventura: l’atto finale della trilogia de «L’assassino».

 

 

Gemina. Illuminae file vol.2, di Amie Kaufman e Jay Kristoff

In vendita dal 24 ottobre

  • Editore: Mondadori
  • Collana: Chrysalide
  • A cura di: L. Fusari
  • Pagine: 672
  • Prezzo: 22,00 €

Hanna sapeva che traslocare in una stazione spaziale ai confini della galassia sarebbe stato un brutto colpo per la sua vita mondana. Nessuno però le aveva detto che sarebbe potuto costarle la vita. La saga di «Illuminae File», cominciata con le peripezie di Kady ed Ezra, prosegue a bordo della stazione spaziale Heimdall, dove due nuovi protagonisti dovranno affrontare le conseguenze di una seconda offensiva BeiTech. Hanna è la viziatissima figlia del capitano della stazione, Nik il rampollo di una famigerata famiglia di criminali. Alle prese con la vita di bordo nella stazione spaziale più noiosa della galassia, i due non possono certo immaginare che Kady Grant e la Hypatia sono in viaggio verso la Heimdall con la notizia dell’invasione di Kerenza. Quando una squadra d’assalto della BeiTech invade la stazione, Hanna e Nik saranno costretti a collaborare per difendere quella che è ormai diventata la loro casa. A complicare tutto, la presenza di predatori alieni che fanno fuori l’equipaggio un uomo alla volta. Hanna e Nik capiranno presto che in gioco non c’è soltanto la propria sopravvivenza: nelle loro mani hanno il destino di tutti i passeggeri della Hypatia, e forse dell’universo intero. Tranquilli, però. Hanno tutto sotto controllo. Almeno sperano.

 

La saga di Terramare: Il mago-Le tombe di Atuan-Il signore dei draghi-L’isola del drago-I venti di Terramare-Leggende di Terramare, di Ursula K. Le Guin

  • Editore: Mondadori
  • Collana: Oscar draghi
  • Data di pubblicazione: febbraio 2018
  • Pagine: 1488
  • Prezzo: 25,00 €

 

Il Trono di Spade – Edizione illustrata, di George R.R. Martin

In vendita dal 24 ottobre

  • Editore: Mondadori
  • Collana: Draghi
  • Pagine: 912
  • Formato: cartonato
  • Prezzo: 40,00 €

La pagina del libro sul sito dell’editore: https://www.oscarmondadori.it/libri/il-trono-di-spade-edizione-illustrata-george-r-r-martin/

Non so se l’edizione italiana rispecchierà fedelmente quella originale. Io credo che lo farà, ma per esserne certi dovremo aspettare di vedere il libro. Possiamo farcene un’idea dalla pagina di Random House: https://www.penguinrandomhouse.com/books/548668/a-game-of-thrones-the-illustrated-edition-by-george-r-r-martin/9780553808049/

 

Sopravvissuti, Esclusi e Oscuri di Richard K. Morgan

 

Edit: la mia segnalazione di questi romanzi era partita da questa pagina: https://www.libreriauniversitaria.it/c_advanced_search.php?query=1&shelf=BIT&series=&category=ALL%2CTutti+i+reparti+-+Libri&tags=&title=&ean=&authors=morgan+&sort_order_by=rilevanza&publisher=fanucci&availability=&search=. Purtroppo devo comunicare a chi aveva sperato di poter leggere le opere di Morgan di essere stata contattata dall’ufficio stampa che mi ha segnalato che l’informazione non è corretta.  Non ho idea quindi se i romanzi avranno mai un’edizione italiana (una nuova edizione nel caso dei due già pubblicati in passato), né degli eventuali tempi di pubblicazione o dell’editore che potrebbe occuparsene. Mi spiace per l’informazione errata che a qualcuno ha dato la falsa speranza di poter leggere l’autore in italiano in tempi brevi.

 

Bay City, di Richard K. Morgan

  • Editore: TEA
  • Collana: I grandi della TEA
  • Traduttore: Curtoni V.
  • Data di pubblicazione: febbraio 2018
  • Prezzo: 12,00 €

 

 

Il libro della polvere. La belle sauvage, di Philip Pullman

In vendita dal 19 ottobre

  • Editore: Salani
  • Prezzo: 16,90 €

Dopo il successo di Queste oscure materie, Philip Pullman regala al suo pubblico di fan fantasy Il libro della polvere, primo romanzo di tre che usciranno successivamente. Lyra Belacqua, protagonista di Queste Oscure Materie, sarà ancora al centro della storia: nel primo libro, ambientato dieci anni prima di La Bussola d’Oro, sarà solo una bambina di sei mesi mentre negli altri due, ambientati dieci anni dopo Il Cannocchiale d’Ambra, sarà una giovane donna. La vera protagonista dei nuovi romanzi, come si può intuire dal titolo dell’opera, sarà però la Polvere, una sostanza invisibile sulla quale era impostata già la trilogia originale. Philip Pullman cerca di esplorare la polvere, nella sua natura più intima, che va oltre la coscienza, e indaga su cosa significhi essere un umano. Lo scrittore racconta così una storia del tutto originale, che non era mai stata raccontata prima. In un mondo che va oltre i confini della realtà ritroviamo le grandi tematiche di Queste Oscure Materie dove filosofia, religione e mondi altri si incontrano per trovare una fusione e per indagare nei segreti della mente e dell’universo. Il libro della polvere di Philip Pullman è un romanzo senza precedenti, che sfida il genere stesso del fantasy.

 

La nave degli scomparsi. Magnus Chase e gli dei di Asgard vol.3, di Rick Riordan

  • Editore: Mondadori
  • Collana: I Grandi
  • Data di pubblicazione: dicembre 2017
  • Prezzo: 18,00 €

 

Campo mezzosangue. Il libro segreto, di Rick Riordan

  • Editore: Mondadori
  • Collana: I Grandi
  • Data di pubblicazione: febbraio 2018
  • Prezzo: 13,00 €

 

 

La paura del saggio. Le cronache dell’assassino del re, di Patrick Rothfuss

In vendita dal 24 ottobre

  • Editore: Mondadori
  • Collana: Omnibus
  • Pagine: 1224
  • Prezzo: 24,00 €

Nei nomi e nelle imprese di un eroe si celano tante storie, vere e false, intessute di gloria e dolore. Ancor più se sei stato un potente arcanista, un viaggiatore-musicista, e persino un assassino di re. Agli occhi di molti Kvothe è solo un taverniere, che affetta il pane, pulisce il bancone, prepara pasticci e torte. Eppure, quelle stesse mani hanno compiuto gesta e prodigi. E i racconti e i nomi favolosi che circolano su di lui custodiscono il segreto di una vita leggendaria. In questa seconda giornata in compagnia del Cronista e delle sue domande, Kvothe continua a raccontarsi, e possiamo addentrarci con lui nelle nebbie del passato. L’apprendistato all’Accademia, scandito da sospetti, scoperte, affetti e incomprensioni, il servizio alla corte di potenti mecenati, i viaggi al seguito di compagnie mercenarie, lo studio di arti guerresche raffinate, e di incantesimi capaci di colpire come nessuna spada potrebbe, incontri con bellezze fatate, il cui amore significa sempre pericolo e follia. Sempre e comunque a inseguire lo sfuggente enigma dei Chandrian, gli esseri soprannaturali che hanno massacrato la sua famiglia. Le storie si fanno leggende, e i miti spesso contengono più verità di quel che immaginiamo, o temiamo.

 

Mistborn. Le ombre vol.5, di Brandon Sanderson

  • Editore: Fanucci
  • Collana: Collezione immaginario fantasy
  • Data di pubblicazione: ottobre 2017
  • Pagine: 400
  • Formato: brossura
  • Prezzo: 22,00 €

Il mondo dei Mistborn si è evoluto: magia, tecnologia, economia sono in continuo sviluppo. La democrazia lotta contro la corruzione e la religione sta prendendo sempre più piede, con quattro fedi in competizione tra loro. È una società vivace ma ancora sconvolta, e ora si trova a fare i conti per la prima volta con il terrorismo. Wax e Wayne, con l’aiuto di Marasi, dovranno sventare questa cospirazione, prima che i conflitti civili arrestino il progresso.

 

Edgedancer, di Brandon Sanderson

  • Editore: Fanucci
  • Data di pubblicazione: marzo 2018
  • Prezzo: 14,90 €

 

 

La strada senza ritorno, di Andrzej Sapkowski

In vendita dal 26 ottobre

  • Editore: Nord
  • Collana: Narrativa Nord
  • Pagine: 420
  • Formato: rilegato
  • Prezzo: 18,00 €

La strada senza ritorno di Andrzej Sapkowski è un romanzo epico, una storia dove si mescolano il fantasy, il thriller e l’amore. In epoche lontane e afflitte dalle continue guerre, Korin è l’unico guerriero in grado di sconfiggere un mostro che distrugge le vite degli abitanti delle zone circostanti. Il nome di Korin echeggia in tutte le lande perché una sorta di leggenda avvolge la sua esistenza. Durante una battaglia questo guerriero forte e coraggioso viene ferito, ma non sa che nessuno tornerà a salvarlo perché il suo esercito è stato sconfitto e si è ritirato. Poco prima di svenire vede però qualcuno pronto a salvarlo, qualcuno che cambierà per sempre il suo destino. Al suo risveglio si rende conto che colei è Visenna, una maga potente e astuta che ha deciso di salvarlo perché sa benissimo che l’uomo che le giace di fronte bisognoso di cure è proprio Korin, l’unico in grado di salvare il suo pianeta. Il prezzo per tornare vivo è allora caro per questo guerriero: dovrà sconfiggere il mostro e tutti i nemici meno visibili che terrorizzano gli abitanti del villaggio della maga Visenna. Cosa succederà se Korin non riuscirà nelle sua missione? La strada senza ritorno di Andrzej Sapkowski è un vero libro di avventure che lascerà senza fiato il lettore, pronto a combattere fino all’ultima pagina per salvare Korin e le anime perdute di terre lontane.

 

 

Il fuoco di Acrab. La saga del Dominio vol.2, di Licia Troisi

In vendita dal 24 ottobre

  • Editore: Mondadori
  • Collana: Chrysalide
  • Pagine: 336
  • Prezzo: 19,00 €

Myra ha creduto al sogno di Acrab, il condottiero che sta abbattendo uno dopo l’altro i regni del Dominio delle Lacrime. Ha creduto alla possibilità di un mondo senza schiavi, senza regnanti crudeli e maghi spietati, dove esseri umani ed elementali potessero vivere liberi e in pace. Per questo è diventata la guerriera più abile dell’esercito ribelle, per questo le sue lame a forma di mezzaluna hanno falciato nemici e sparso sangue, per questo ha rinunciato a tutto quello che non fosse guerra, combattimento e morte. Adesso, però, Myra ha capito che Acrab le ha mentito. Che è stato lui a uccidere suo padre e che l’ha salvata dall’arena e cresciuta come una figlia solo per usare il suo potere di Liberatrice. Dopo aver incontrato l’elementale che protegge la spada sacra di Phylaitek, Myra ha infatti scoperto di essere l’eroina destinata a cambiare il mondo, esattamente quello che Acrab vuole. Aiutata dai suoi nuovi compagni di viaggio, il mago Puro Kyllen e la giovane schiava Marjane, Myra intraprende così un nuovo viaggio attraverso il Dominio delle Lacrime alla ricerca del proprio destino, spazzando via guerrieri e mostri che cercano di sbarrarle la strada. Ma se riuscirà ad arrivare ad Acrab superando le sue difese, sarà in grado di uccidere l’uomo di cui è segretamente innamorata?

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Dall’Amleto di William Shakespeare

Se non si hanno le energie o il tempo per scrivere un testo, una citazione da William Shakespeare non può far male. Ovviamente questo è l’Amleto.

Essere, non essere, qui sta il problema: è più degno patire gli strali, i colpi di balestra di una fortuna oltraggiosa, o prendere armi contro un mare di affanni, e contrastandoli por fine a tutto? Morire, dormire, non altro, e con il sonno dire che si è messo fine alle fitte del cuore, a ogni infermità naturale alla carne: grazia da chiedere devotamente. Morire, dormire. Dormire? sognare forse. Ecco il punto: perché nel sonno di morte quali sogni intervengano a noi sciolti da questo viluppo, e pensiero che deve arrestarci. Ecco il dubbio che tiene in vita a così tarda età gli infelici, perché chi vorrebbe subire la sferza e gli sputi del tempo, i torti dell’oppressore, contumelie dall’uomo arrogante, pene per l’amore sprezzato, remore in luogo di legge, gli uffici e la loro insolenza, e gli oltraggi che il merito paziente ha inflitti dalla iniquità, quando egli stesso, nient’altro che con un pugnale, potrebbe far sua la pace? Chi vorrebbe portare some, gemere, smaniare sotto una vita opprimente, se lo sgomento di qualcosa dopo la morte, l’inesplorato dei continenti dalla cui frontiera non c’è viaggiatore che torni, non intrigasse la volontà, facendo preferire il peso dei mali presenti al volo verso altri di cui non si sa? È la coscienza che ci fa vili, noi quanti siamo. Così la tinta nativa della risoluzione si stempera sulla fiacca paletta del pensiero, imprese di grande flusso e momento insabbiano il loro corso e perdono il nome di azione.

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Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson. Dal capitolo 16 al capitolo 18

Rilettura di Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson.

16: Un silenzio fragoroso

Gli Ogier combattono.

Curioso come Callandor sia una trappola sia per l’Unico Potere che per il Vero Potere, visto che ben pochi sanno dell’esistenza di quest’ultimo.

Lan combatte, anche se l’affermazione è un po’ riduttiva. Ammazza fuori due Fade che lo attaccano nello stesso momento, ma quanto è in gamba? Lo scontro va relativamente bene, almeno fino all’arrivo di Taim. Deepe, sopravvissuto a Maradon, viene ammazzato qui.

L’Occhio del Mondo: 1.

La grande caccia: 4+1=5.

Il Drago rinato: 2+5=7.

L’ascesa dell’Ombra: 49+7=56.

I fuochi del cielo: 7+56=63.

Il Signore del Caos: 6+63=69.

La corona di spade: 163+69=232.

Il sentiero dei pugnali: 10+232=242.

Il cuore dell’inverno: 2+242=244.

Crocevia del crepuscolo: 5+244=249.

La lama dei sogni: 21+249=270.

Presagi di tempesta: 4+270=274.

Le torri di mezzanotte: 21+274=297.

Nazar, ucciso dalla Progenie dell’Ombra al Passo di Tarwin. 298.

Nalaam, Asha’man ucciso da Mazrim Taim e i suoi accoliti mentre stava cercando di liberare Logain. 299.

Bulen, soldato malkierano ucciso dai Trolloc al Passo di Tarwin. 300.

Evin, Soldato della Torre Nera convertito a forza da Mazrim Taim e da lui ucciso quando, con un trucco, Androl è riuscito a farlo rivoltare contro il suo nuovo padrone. 301.

Deepe, Asha’man sopravvissuto a Maradon e ucciso da Mazrim Taim mentre combatteva agli ordini di Lan. 302.

17: Più vecchio e logoro

Mat si sveglia nell’erba e non ha quasi il tempo di rivestirsi prima che le guardie portino un prigioniero: Rand. Ovviamente Tuon lo fa schermare, cosa che non lo sconvolge minimamente. Ormai Rand non si preoccupa più delle inezie… ma siamo davvero sicuri che sia un’inezia? Lui doveva sapere che Tuon avrebbe potuto volerlo tenere prigioniero ma, per il bene del mondo, doveva essere sicuro di potersene andare per combattere contro il Tenebroso. Con il Vero Potere può liberarsi senza troppi problemi dei nemici, ma dubito che intenda usarlo ancora. Possibile che in qualche modo sappia di avere il Disegno dalla sua parte e che il Disegno stesso non consentirà a nessuno di fermarlo prima del confronto di Shayol Ghul? Certo, poco più avanti in questo capitolo Rand fa fiorire la terra semplicemente cantando. Il Disegno? Il Canto cercato dai Calderai? Una canzone degli Aiel? Quante ramificazioni ha avuto la trasfigurazione di Rand su Montedrago?

Comunque anche se è l’imperatrice e per lei nutrire affetto nei confronti di qualcuno è decisamente inusuale Tuon dovrebbe imparare a tenere le mani lontane da ciò che non è suo, vedi il medaglione di Mat. Però prendere in mano il libro in inglese per verificare se c’è un errore di traduzione o un errore di Sanderson e trovare un diverso errore di traduzione è sconfortante. Questo è il testo italiano:

Mat fissò Tuon. Per un breve istante, nel mettersi una mano nella tasca del suo abito, parve imbarazzata. Tirò fuori qualcosa di argenteo, forse con l’intento di usare il medaglione come difesa contro Rand.

Geniale, pensò Mat con un gemito. Tuon gliel’aveva preso mentre dormiva e lui non se n’era accorto. E le copie non erano nella sua tasca.

I flussi di Aria lo posarono a terra accanto a Rand

E questo il testo originale:

Mat stared at Tuon. She looked ashamed for a brief moment, reaching into the pocket of her gown. She brought out something silver in her hand, perhaps intending to use the medallion as protection against Rand.

Brilliant, Mat thought, groaning. She had taken it off him while he slept, and he had not noticed. Bloody brilliant.

The weaves of Air set him down beside Rand;

L’imprecazione di Mat è sparita, in compenso è apparso un accenno alle copie che in inglese non c’è. Ma che libro ha letto il traduttore?

Lo scambio di battute fra i due, incuranti di chi gli sta intorno e desiderosi di provare all’amico d’infanzia di essere il migliore, mi ha fatto ridere la prima volta e continua a farmi ridere ora:

«Cos’hai fatto all’occhio?»

«Un piccolo incidente con un cavatappi e tredici locandieri arrabbiati. La mano?»

«L’ho persa nel catturare una dei Reietti.»

«Catturare?» disse Mat. «Ti stai rammollendo.»

Rand sbuffò. «Dimmi che tu hai fatto di meglio.»

«Ho ucciso un gholam» disse Mat.

«Ho liberato Illian da Sammael.»

«Ho sposato l’Imperatrice dei Seanchan.»

«Mat,» disse Rand «stai cercando davvero di fare a gara di spacconaggine con il Drago Rinato?» Fece una breve pausa. «Inoltre, ho ripulito saidin. Ho vinto.»

E poi c’è il punto in cui compare una piccola dimenticanza, anche in inglese. Al’inizio avevamo letto

Rand venne condotto da Tuon, le braccia legate dietro la schiena.

Dopo il canto

Rand venne avanti e, sorprendentemente, si mise su un ginocchio, il capo chino e la mano protesa.

Quand’è che si è liberato le braccia? Suppongo ora che ha deciso di agire, ma il testo non lo dice. Piccola dimenticanza in una scena che ho provato a rivedere nella mia testa e che non mi tornava del tutto. Non mi torna neppure per un altro motivo: Rand sa che ci sono cose più importanti dell’incaponirsi su chi è più potente e per avere Tuon dalla sua parte non ha problemi a sacrificare il suo orgoglio, ma il suo inginocchiarsi davanti a lei mi è sempre sembrato ridicolo, un gesto fatto per far avverare la profezia e nient’altro. Io ne avrei fatto volentieri a meno, oltretutto le profezie Seanchan sono farlocche perché influenzate da Ishamael.

Tuon la passa fin troppo liscia sulle damane, Mat deve davvero lavorare su quest’aspetto della mogliettina. A proposito di Mat, chi fra lui e Rand ha vinto il duello?

«A proposito, io ho salvato Moiraine. Rimugina su questo mentre cerchi di decidere chi di noi due sta vincendo.»

Mat seguì Tuon e dietro di lui si levò la risata del Drago Rinato.

Nonostante tutto quello che è successo, è bello rivedere i ragazzi di Emond’s Field.

18: Sentirsi sprecato

Gawyn ha smesso di odiare Rand ma si sente inutile. Almeno con Leilwin ha interazioni interessanti:

«Comincio a pensare che lei reputi tutti i Seanchan Amici dell’Oscurità.»

Gawyn scrollò le spalle. «L’avete picchiata e imprigionata, rendendola un animale tirato per un collare.»

«Non sono stata io» disse Leilwin.

Giusto per ricordare, anche in un fantasy, che se una persona appartenente a un determinato popolo fa qualcosa di sbagliato il responsabile è quella persona, non l’intero popolo. Certo, l’intera cultura Seanchan è marcia quando si tratta di donne che possono incanalare, ma il punto di Leilwin resta valido. La donna fornisce a Gawyn utili informazioni riguardo ai tre anelli (tre anelli ai re degli elfi sotto il cielo che risplende… no, questi sono altri anelli).

Rand uccide Trolloc e si interroga su di loro. Dopo essere andato via ricorda di aver combattuto su tutti i fronti, e io mi domando quando ha combattuto sul fronte di Egwene. Me la sono persa io o è una scena che ci siamo persi tutti?. Cadsuane ricorda a Rand che, per quanto probabile sia la sua morte, non è assolutamente certo che lui morirà.

Lord Baldhere confessa a Lan le sue preoccupazioni su Agelmar, primo indizio sul fatto che c’è qualcosa che non va:

Baldhere rimase in silenzio per un momento. «Certo. Ma hai notato la perdita dei due squadroni di cavalleria di Lord Yokata?»

«Quella è stata una disgrazia, ma gli errori capitano.»

«Non si tratta di un errore che Lord Agelmar avrebbe dovuto commettere. Si è trovato in situazioni simili in precedenza, Dai Shan. Avrebbe dovuto capirlo.»

Abbiamo passato un bel po’ di tempo a sentirci dire quanto sono in gamba i grandi Capitani, li abbiamo pure visti all’opera e sappiamo che è vero. Quanto può essere grave un errore di questo tipo? Farci vedere l’errore, e spiegarcene la ragione solo un bel po’ di tempo dopo, è stata una trovata notevole.

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Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson. Dal capitolo 8 al capitolo 15

Rilettura di Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson.

8: Quella città in fiamme

Stiamo parlando di Caemlyn, ovviamente. Elayne, accompagnata da Bashere, da Perrin e da Talmanes (con i Draghi) entra nello scontro e finalmente annuncia pubblicamente l’identità del padre dei suoi figli.

La situazione di Androl è preoccupante: legato, sotto il completo controllo di Taim, non può che assistere impotente alla Conversione di Evin. Dopo di lui Taim decide di occuparsi di Emarin. Nalaam è morto durante la cattura.

L’Occhio del Mondo: 1.

La grande caccia: 4+1=5.

Il Drago rinato: 2+5=7.

L’ascesa dell’Ombra: 49+7=56.

I fuochi del cielo: 7+56=63.

Il Signore del Caos: 6+63=69.

La corona di spade: 163+69=232.

Il sentiero dei pugnali: 10+232=242.

Il cuore dell’inverno: 2+242=244.

Crocevia del crepuscolo: 5+244=249.

La lama dei sogni: 21+249=270.

Presagi di tempesta: 4+270=274.

Le torri di mezzanotte: 21+274=297.

Nazar, ucciso dalla Progenie dell’Ombra al Passo di Tarwin. 298.

Nalaam, Asha’man ucciso da Mazrim Taim e i suoi accoliti mentre stava cercando di liberare Logain. 299.

9: Morire bene

Spoiler da tutta Memoria di luce.

Lan combatte. Come dev’essere stata la sua vita, sapere che il suo obiettivo era andare a combattere nella Macchia e morire lì per un paese distrutto? Già alla fine di L’Occhio del Mondo abbiamo conosciuto parte della sua storia, ma ci siamo mai fermati a riflettere su come dev’essere stato per lui vivere con questo fardello? Ora Nynaeve – e Rand – gli hanno dato una possibilità e la speranza.

Bulen, il primo degli uomini che si sono uniti a Lan nella sua lunga cavalcata fra le Marche di Confine, muore.

L’Occhio del Mondo: 1.

La grande caccia: 4+1=5.

Il Drago rinato: 2+5=7.

L’ascesa dell’Ombra: 49+7=56.

I fuochi del cielo: 7+56=63.

Il Signore del Caos: 6+63=69.

La corona di spade: 163+69=232.

Il sentiero dei pugnali: 10+232=242.

Il cuore dell’inverno: 2+242=244.

Crocevia del crepuscolo: 5+244=249.

La lama dei sogni: 21+249=270.

Presagi di tempesta: 4+270=274.

Le torri di mezzanotte: 21+274=297.

Nazar, ucciso dalla Progenie dell’Ombra al Passo di Tarwin. 298.

Nalaam, Asha’man ucciso da Mazrim Taim e i suoi accoliti mentre stava cercando di liberare Logain. 299.

Bulen, soldato malkierano ucciso dai Trolloc al Passo di Tarwin. 300.

La realtà si sfalda sempre più con crepe nel nulla davvero preoccupanti. Agelmar riesce a dare dell’egoista a Lan e a sopravvivere, impresa non da poco. Ci riesce perché Lan si rende conto che Agelmar ha ragione, anche se l’ammissione gli costa fatica.

«Il dovere è più pesante di una montagna, Dai Shan.»

Più avanti, a ruoli invertiti, sarà Lan a far accettare ad Agelmar una verità sgradevole.

Egwene e Gawyn si sono sposati. Nel decimo capitolo di La corona di spade Egwene aveva fatto questo sogno:

Come succedeva nei sogni, fluttuò sopra una lunga strada dritta in una pianura erbosa, osservando un uomo che cavalcava uno stallone nero. Gawyn. Poi Egwene si trovò in piedi in mezzo a quella strada, davanti a lui, che tirò le redini. Stavolta non perché l’aveva vista, ma perché la strada si biforcava proprio nel punto in cui si trovava lei, risalendo alte colline che impedivano di vedere cosa vi fosse al di là. Egwene però lo sapeva. In fondo a una delle due diramazioni c’era la morte violenta di Gawyn, in fondo all’altra una lunga vita e una morte serena. In una l’avrebbe sposata, nell’altra no. Sapeva cosa c’era in fondo alle due biforcazioni, ma non quale delle due conduceva a una fine o all’altra. All’improvviso Gawyn la vide, o parve vederla, sorrise, fece girare il cavallo per imboccare una delle due stradine… ed Egwene fu in un altro sogno.

Ora noi sappiamo quale biforcazione ha preso Gawyn. Da notare l’abbinamento, i primi dati elencati sono la morte violenta e l’avrebbe sposata, i secondo una lunga vita e una morte serena e nell’altra no. Perché non ho notato che morte e matrimonio vanno di pari passo? Anche se non capisco come il non sposare Egwene l’avrebbe salvato. Avrebbe potuto non andare all’Ultima Battaglia, certo, ma se lui non fosse stato al fianco di Egwene quando gli assassini Seanchan hanno attaccato sarebbe morta, e se non l’avesse salvata dagli Shariani sarebbe stata catturata o uccisa. E, senza Egwene, come sarebbe andata a finire l’Ultima Battaglia? Rand avrebbe avuto il tempo e la forza per sconfiggere il Tenebroso?

Rand va a trovare Elayne e insieme pianificano. Rand vorrebbe uccidere il Tenebroso senza sapere, come ci mostra una lunga tradizione di storie sul Doppio e sull’Ombra, che il bene senza il male è impossibile. Ha capito un bel po’ di cose su Montedrago, ma c’è ancora qualcosa che deve imparare. Elayne vede il vantaggio nei suoi ricordi di Lews Therin, e la sua unicità del guardare qualcosa di potenzialmente devastante mi fa pensare al modo in cui Sharra guarda Darien in Il sentiero della notte di Guy Gavriel Kay. C’è un dettaglio interessante, a cui in passato non avevo dato peso:

Elayne si rimise a sedere e prese un sorso del suo tè, poi fece una smorfia.

«È andato a male?» chiese Rand.

«Sì, ma ci sono abituata. Tuttavia, è quasi peggio che non bere nulla, considerato quanto è guasto tutto quanto.»

Rand le si avvicinò e le prese la tazza dalle dita. La tenne in mano per un momento, ma non incanalò. «Ti ho portato qualcosa. Mi ero scordato di dirlo.»

«Del tè?»

«No, questo è solo un di più.» Le porse di nuovo la tazza e lei prese un sorso.

Sgranò gli occhi. «È stupendo. Come hai fatto?»

«Non l’ho fatto io» disse Rand sedendosi. «È stato il Disegno.»

«Ma…»

«Io sono ta’veren» disse Rand. «Attorno a me accadono cose, cose imprevedibili. Per lunghissimo tempo c’è stato un equilibrio. In una cittadina, qualcuno scopriva inaspettatamente un tesoro favoloso sotto le scale. Nella successiva che visitavo, la gente scopriva che le loro monete erano contraffatte, smerciate da uno scaltro falsario.

«Delle persone morivano in modi terribili; altre venivano salvate per un caso miracoloso. Morti e nascite. Matrimoni e divisioni. Una volta ho visto una piuma cadere dal cielo e finire di punta nel fango restando conficcata lì. Le dieci successive caddero allo stesso modo. Era tutto casuale. Due facce di una moneta lanciata.»

«Questo tè non è casuale.»

«Sì, lo è» disse Rand. «Ma vedi, in questi giorni io ottengo solo una faccia della moneta. Qualcun altro sta facendo le cose negative. Il Tenebroso introduce orrori nel mondo, causando morte, malvagità, pazzia. Ma il Disegno… il Disegno è equilibrio. Perciò agisce attraverso di me per fornire l’altra faccia. Quanto più terribile diventa l’opera del Tenebroso, tanto più potente diventa l’effetto attorno a me.»

Rand è ta’veren e intorno a lui accadono cose imprevedibili. Suppongo che abbia semplicemente imparato a sfruttare le imprevedibilità del Disegno e che sia grazie a questa capacità che a fine romanzo riesce ad accendersi la pipa.

La coppia si scambia doni: lui dà a lei un seme per produrre angreal, probabilmente lo ha riconosciuto per quello che è grazie ai ricordi di Lews Therin, e lei gli dona un pugnale decisamente utile. La prima volta lo avevamo visto era stato nel quarto capitolo di Il sentiero dei pugnali, quando Elayne e Aviendha avevano smistato parte del contenuto delle casse di Ebou Dar:

Aviendha trovò un pugnale con un filo d’oro avvolto intorno all’elsa fatta con corno di cervo; la lama era smussata, ed era evidente che non si trattava di un effetto del tempo ma era sempre stata così. La giovane Aiel si rigirò l’arma tra le dita – e le mani cominciarono addirittura a tremarle – finché Elayne non gliela sottrasse per metterla insieme agli altri oggetti sul coperchio della cisterna. Aviendha rimase comunque immobile per un po’, guardava il pugnale e si leccava le labbra come se le si fossero seccate.

Si tratta di quei capitoli lunghi un’eternità prima dell’utilizzo della Scodella dei Venti. Forse in quelle pagine Jordan ci stava anche fornendo informazioni utili, in modo che non sembrasse un deus ex machina il riapparire del pugnale nel quindicesimo capitolo di La lama dei sogni:

Aviendha giocherellava con qualcosa che aveva preso dal borsellino alla cintura, un piccolo pugnale con una ruvida elsa di corno di cervo avvolta in filo d’oro. Era anche un ter’angreal, anche se Elayne non era riuscita a capire cosa faceva prima che la sua gravidanza mettesse fine a studi del genere. Non aveva saputo che sua sorella aveva quell’oggetto. Gli occhi di Aviendha erano quasi sognanti mentre lo fissava.

«Perché ti affascina così tanto?» chiese Elayne. Quella non era la prima volta che aveva visto l’altra donna così rapita con quel coltello.

Aviendha sussultò e sbatté le palpebre verso il pugnale tra le sue mani. La lama di ferro – sembrava di ferro, perlomeno, anche al tatto – non era mai stata affilata, per quanto ne sapeva Elayne, ed era poco più lunga del suo palmo, anche se larga in proporzione. Perfino la punta era troppo smussata per pugnalare. «Pensavo di dartelo, ma tu non hai mai detto nulla al riguardo, perciò credevo di poter essere in errore, e poi avremmo creduto che tu saresti stata al sicuro, da alcuni pericoli perlomeno, quando invece non lo eri. Così ho deciso di tenerlo. In tal modo, se ho ragione, almeno potrei proteggerti, e se mi sbaglio non nuocerà a nessuno.»

Elayne scosse la testa avvolta dall’asciugamano in preda alla confusione. «Ragione su cosa? Di che stai parlando?»

«Di questo» disse Aviendha, tenendo in alto il pugnale. «Penso che, con questo in tuo possesso, l’Ombra non possa vederti. Non i Senza Occhi o i Deviati dall’Ombra, forse nemmeno il Seccafoglie. Ma devo essere in errore se tu non l’hai capito.»

10: L’uso dei Draghi

Pianificazioni e combattimenti sul fronte di Elayne.

Emarin non si è spezzato, ora è il turno di Toveine, una delle due Aes Sedai (la Rossa, l’altra è la Marrone Gabrelle) legate a Logain. C’è spazio anche per un breve accenno:

Taim sedeva al tavolo. Gli piaceva essere lì per le Conversioni, ma non stava guardando Toveine. Tastava qualcosa che aveva tra le mani. Una specie di disco…

Si alzò all’improvviso, ficcando l’oggetto in un borsello alla cintura.

Quando Rand si renderà conto che i sigilli custoditi da Egwene sono dei falsi per noi è una sorpresa, ma in realtà avevamo già visto dov’erano, anche se non li avevamo riconosciuti.

Mazrim Taim e gli Asha’man rinnegati entrano nel conflitto e Lan è costretto a ripiegare.

Breve ritorno in scena per Uno, conosciuto in La grande caccia e quasi totalmente assente dopo I fuochi del cielo. Tutti i personaggi, tutte le storie, si stanno riannodando insieme. Talmanes usa per la prima volta i Draghi in battaglia ed Elayne dimostra, nonostante le sue notevoli capacità politiche, la sua ingenuità:

«Non capisci?» disse Elayne. «Non ci sarà più guerra. Vinceremo questa e ci sarà pace, come vuole Rand. Nessuno tranne i Trolloc andrebbe in battaglia, sapendo di trovarsi di fronte armi come queste!»

«Forse» disse Birgitte. Scosse il capo. «Forse ho meno fiducia di te nella saggezza della gente.»

Ho il vago sospetto che Birgitte abbia ragione, cosa non insolita per lei.

11: Un mercenario qualunque

Adelorna si riappacifica con Egwene. Nella tenda di Bryne Yukiri ha aperto un nuovo Passaggio in orizzontale, al posto del pavimento. Al di là della pericolosità del rischio di precipitare da quel Passaggio, che davvero ha bisogno di essere recintato, è un metodo affascinante per osservare le mosse del nemico. I Passaggi non servono solo per viaggiare, anche se noi non ce n’eravamo ancora accorti.

Nel tentativo di allontanarsi il più possibile da Rand, e anche con lo scopo di accertarsi che Tuon stia bene, Mat torna a Ebou Dar e intravede brevemente Petra. Si tratta solo di un cameo, ma Sanderson ci sta facendo salutare un bel po’ dei personaggi che abbiamo conosciuto in questi anni. Anche solo una breve comparsa dona alla storia una maggiore sensazione di compiutezza, di circolarità. Come una ruota.

I ricordi di Mat riguardo a Tylin fanno riflettere. Quando i due si erano conosciuti lei aveva sfacciatamente abusato della sua autorità per molestarlo, ma a vedere questi ricordi non sembra che lui sia stato molestato, al massimo infastidito da qualche dettaglio. Sanderson ha corretto il tiro o Tylin aveva capito che quella di Mat era solo una maschera, anche se forse lui non era neppure conscio di portarla, ed era andata avanti per la sua strada perché sapeva che entrambi si stavano divertendo?

Breve conversazione fra Rand e Moiraine, con lui che ricorda la moneta di L’Occhio del Mondo. Fili della trama che pensavamo si fossero esauriti e che tornano a ricordarci da dove siamo partiti e quale cammino abbiamo percorso. A Lan Rand dona una corona, e combatte brevemente usando il piccolo uomo grasso, l’angreal che aveva perso ai Pozzi di Dumai alla fine di Il signore del Caos.

I Trolloc urlarono mentre i venti attorno a Rand aumentavano di intensità. Questo non era un risultato del suo incanalare, non ancora.

Era Rand. Che era qui. Ad affrontare lui.

I mari diventavano agitati quando diversi flussi d’acqua cozzavano l’uno contro l’altro. I venti crescevano di potenza quando aria fredda e calda si mischiavano. E dove la Luce affrontava l’Ombra… scoppiavano tempeste. Rand urlò, lasciando che la sua natura agitasse la tempesta. Il Tenebroso premeva sulla terra, cercando di soffocarla. Il Disegno aveva bisogno di pareggiamento. Di equilibrio.

Aveva bisogno del Drago.

Rand è tutt’uno con la Terra e la Terra è tutt’uno con il Drago, qui abbiamo la leggenda del Re Pescatore che fa capolino.

12: Un frammento di attimo

Birgitte continua a perdere i suoi ricordi, e per quanto io la ami come personaggio ci sono cose che mi lasciano molto perplessa. Ricordo solo che sono in area spoiler e che sto parlando sul serio.

Birgitte si tormenta, ma visto che con la sua morte tutto torna come prima, con lei legata al Corno, questi tormenti mi sembrano eccessivi. Non solo, Moghedien ha scagliato Birgitte fuori dal Mondo dei sogni per ucciderla ed Elayne l’ha legata a sé come Custode per salvarla, ma in questo romanzo Birgitte muore e torna com’era prima. E quindi? Se Elayne non l’avesse legata a sé Birgitte sarebbe morta subito e sarebbe tornata subito fra gli Eroi del Corno, e non avremmo avuto tutta la sua storia, ma a lei non sarebbe accaduto nulla. Scagliandola fuori dal Mondo dei sogni in realtà Moghedien ha salvato Birgitte: come nel caso di Hopper chi muore lì muore per sempre, ameno se non ha un corpo nel mondo reale. E nel Mondo dei Sogni Elayne, che non era neppure presente, non avrebbe potuto legare Birgitte. Insomma, forse la mia spiegazione è caotica ma gli avvenimenti presentano una grossa falla logica. E, nonostante questa falla, il ritorno di Birgitte – come quello di Noal/Jain Farstrider – è uno dei momenti più esaltanti del romanzo.

Rand rivede Mierin/Lanfear/Selene, la sua nuova maturità passa anche attraverso un confronto vittorioso con lei.

Perrin chiede l’aiuto di Edarra per entrare nel Mondo dei sogni con il suo corpo e lei rifiuta definendola una cosa malvagia. Mi sa che anche le Sapienti sono vittime dei loro pregiudizi, ho l’impressione che la cosa sia pericolosa per via del rischio di una morte definitiva, ma che il solo entrarvi non rovini l’anima di chi lo fa. Non è come morire e poi tornare in vita in Le cronache del ghiaccio e del fuoco.

13: Quello che va fatto

Egwene e le Aes Sedai mettono in fuga un’armata di Trolloc.

Le forze di Elayne e Bashere si ritirano, anche se la loro è una ritirata controllata.

Perrin mette Tam al comando della sua armata e, non potendo andare direttamente alla Torre Nera, va al campo di Merrilor. Prima di partire Dain Bornhald gli rivela la verità dietro la morte della sua famiglia, avvenuta in L’ascesa dell’Ombra. La scena sembra un po’ strana, fuori contesto, e di fatto lo è. Peter Ahlstrom, assistente di Sanderson, ha spiegato a Leigh Butler che questo colloquio si sarebbe dovuto svolgere in tutt’altra scena, una scena in cui le forze di Perrin entravano nelle Vie. La scena è stata tagliata e il dialogo fra Perrin e Bornhald piazzato, un po’ brutalmente, qui.

Gaul parte con Perrin.

Rand diventò solenne. «È una cosa pericolosa, quella che chiedi.»

«Pericolosa quanto fare quello che stai per fare tu?»

«Forse.» Rand si accigliò. «Se allora avessi saputo… Be’, diciamo soltanto che alcuni definirebbero la tua richiesta molto, molto malvagia.»

«Non è malvagia, Rand» disse Perrin. «Conosco la malvagità quando la fiuto. Questo non è malvagio: è solo incredibilmente stupido.»

Rand sorrise. «E lo chiedi comunque?»

«Le alternative buone non ci sono più, Rand. Meglio fare qualcosa di disperato che non fare nulla.»

A volte sono incredibilmente stupidi – anche se secondo me non è questo il caso – ma quando arrivano nei momenti cruciali fanno ciò che devono fare. Ci sarà un motivo se li amo. La missione di salvataggio di Perrin inizia.

14: Dosi di radice biforcuta

Gaul è davvero una roccia, ha sempre parlato poco ma la stabilità che dona con la sua sola presenza è notevole. Primo incontro di Perrin con Lanfear dai tempi di Il Drago rinato. Questo è il sogno del capitolo 4

«Un uomo destinato alla gloria.»

Perrin si voltò all’improvviso e si ritrovò a fissare la donna più bella che avesse mai visto. Non notò altre cose della stanza, non gli importava vedere altro che lei. Gli occhi erano due pozzi bui come la notte, la pelle chiara come crema e di certo più morbida e liscia dell’abito di seta bianca che indossava. Quando si mosse verso di lui, gli si seccò la bocca. Si rese conto che qualsiasi altra donna avesse visto fino a quel momento era goffa e sgraziata. Rabbrividì, e si domandò perché sentisse freddo.

«Un uomo dovrebbe afferrare il proprio destino con entrambe le mani» disse lei sorridendo. Quel sorriso fu quasi sufficiente a riscaldarlo. La donna era alta, poteva quasi guardarlo dritto negli occhi. Fermagli d’argento trattenevano capelli più scuri dell’ala di un corvo. Un’ampia cintura di anelli d’argento le circondava una vita che Perrin avrebbe potuto cingere fra le due mani.

«Sì» sospirò lui. Dentro di sé, lo stupore lottava con l’accettazione. Non sapeva che farsene della gloria. Ma dopo che la donna ne aveva parlato, Perrin non voleva altro. «Voglio dire…» Il mormorio scavava nel suo cranio. «No!» Era di nuovo sparito e, per un momento, era scomparsa anche l’accettazione. Quasi. Si portò una mano alla testa, toccò l’elmo dorato, se lo tolse. «Io… Non penso di volerlo. Non è mio.»

«Non lo vuoi?» rise la donna. «Quale uomo con il sangue che gli scorre nelle vene non vuole la gloria? Tanta, come se avessi suonato il Corno di Valere.»

«Io non la voglio» rispose, anche se una parte di lui gridò che stava mentendo. Il Corno di Valere. Il Corno risuonò, e la carica selvaggia ebbe inizio. La morte cavalcava alle sue spalle, eppure si trovava anche davanti a lui, in attesa. La sua amante. La sua distruttrice. «No! Io sono un fabbro ferraio.»

Il sorriso della donna fu pieno di compassione. «Una cosa così piccola da desiderare. Non dovresti prestare ascolto a quelli che cercano di distoglierti dal tuo destino. Vogliono umiliarti, svilirti. Distruggerti. Combattere il destino può portare solo dolore. Perché scegliere la sofferenza, quando puoi avere la gloria? Il tuo nome potrebbe essere ricordato assieme a quello degli eroi leggendari.»

«Non sono un eroe.»

«Tu non sai neanche la metà di cosa sei. O di quel che potresti essere. Vieni, brinda con me, al destino e alla gloria.» Fra le mani della donna c’era uno scintillante calice d’argento, colmo di vino rosso sangue. «Bevi.»

Lui fissò il calice, accigliato. C’era qualcosa di… familiare in esso. Un ringhio gli morse il cervello. «No!» Perrin si allontanò con forza da quel rumore, rifiutando di ascoltare. «No!»

La donna gli porse il calice dorato. «Bevi.»

Dorato? Credevo che il calice fosse… era… Il resto del pensiero non voleva affiorare. Ma nella confusione il suono giunse di nuovo, dentro di lui, corrosivo, pretendeva di essere ascoltato. «No» disse Perrin. «No!» Guardò l’elmo dorato fra le sue mani e lo gettò via. «Io sono un fabbro ferraio. Io sono…» Il suono nella sua mente si dibatteva, sforzandosi di farsi ascoltare. Perrin si strinse la testa tra le braccia, per zittirlo, ma non fece altro che escludere i rumori esterni. «Io… sono… un… uomo!» gridò.

L’oscurità lo avvolse, ma la voce della donna lo seguì, sussurrante. «La notte è sempre lì, e i sogni giungono a tutti gli uomini. In particolar modo a te, mio selvaggio. E io sarò sempre nei tuoi sogni.»

Toveine è stata convertita con facilità, un po’ perché per gli uomini è più facile convertire una donna e viceversa (l’effetto incrociato c’è anche con la guarigione dalla quietatura/domatura: chi è Guarito da una persona dell’altro sesso riacquista la forza originaria, chi è Guarito da una persona del suo sesso è molto più debole di prima) e un po’ perché, evidentemente, lei non ha la stessa forza morale di Logain ed Emarin. Ora però Taim ha ad aiutarlo anche alcune donne guidate da Graendal/Hessalam. Scopriamo perché gli uomini seguono Androl: sa pensare e non si arrende mai. Nell’Epoca Leggendaria l’abilità era più importante della forza nell’Unico Potere: potendo usare angreal o unirsi in circoli la forza aveva un’importanza relativa, ma le doti di una singola persona non possono essere amplificate da qualche trucchetto. Androl è in condizioni disperate, ha a disposizione solo il suo cervello e lo usa per liberarsi dallo schermo che lo blocca. Taim uccide Evin, fra i morti delle forze della luce andava contato quando era stato convertito a forza o qui?

L’Occhio del Mondo: 1.

La grande caccia: 4+1=5.

Il Drago rinato: 2+5=7.

L’ascesa dell’Ombra: 49+7=56.

I fuochi del cielo: 7+56=63.

Il Signore del Caos: 6+63=69.

La corona di spade: 163+69=232.

Il sentiero dei pugnali: 10+232=242.

Il cuore dell’inverno: 2+242=244.

Crocevia del crepuscolo: 5+244=249.

La lama dei sogni: 21+249=270.

Presagi di tempesta: 4+270=274.

Le torri di mezzanotte: 21+274=297.

Nazar, ucciso dalla Progenie dell’Ombra al Passo di Tarwin. 298.

Nalaam, Asha’man ucciso da Mazrim Taim e i suoi accoliti mentre stava cercando di liberare Logain. 299.

Bulen, soldato malkierano ucciso dai Trolloc al Passo di Tarwin. 300.

Evin, Soldato della Torre Nera convertito a forza da Mazrim Taim e da lui ucciso quando, con un trucco, Androl è riuscito a farlo rivoltare contro il suo nuovo padrone. 301.

Forse la distanza contava. Poteva creare un passaggio per la bottega di Canler sopra di loro?

Si mosse a fatica contro quel muro, combattendo con tutto quello che aveva. Si sforzò, sempre più vicino; poteva quasi farcela… Aveva la sensazione che stesse succedendo qualcosa.

«Per favore» sussurrò. «Per favore, apriti. Dobbiamo andarcene da qui…»

Evin fu abbattuto dal flusso di Taim.

Un Passaggio per la bottega di Canler? Nonostante un onirichiodo? Ma quanto è grande l’abilità di Androl nei Passaggi? Perchè il Passaggio, anche se minuscolo, si apre. Quanto basta per far passare le voci. Nuovo accenno ai sigilli:

«Ho già offerto un dono al Sommo Signore in persona. Bada, godo del suo favore. Tengo le chiavi nelle mie mani, Hessalam.»

«Vuoi dire… che l’hai fatto davvero? Le hai rubate?»

Nuovo Passaggio aperto da Androl, questa volta per spedire via del Fuoco Malefico. A quanto pare esistono diversi modi (Rand con Callandor in Il Drago Rinato, Perrin immaginandolo diverso nel Mondo dei sogni in Le Torri di Mezzanotte) per liberarsi di un flusso teoricamente impossibile da fermare. All’ultimo momento utile arriva la cavalleria, che in questo caso ha il volto di Canler e dei suoi amici.

Lanfear lavora in squadra con Perrin… più o meno. Come fidarsi di lei? Però stende due guardie e fornisce informazioni interessanti come il sistema di controllo dell’onirichiodo o cosa comporta il trucco di conversione 13×13.

«Sono stati Convertiti» disse lei. «L’ho sempre considerata una pratica inefficiente. Si perde qualcosa nella trasformazione: non ti serviranno mai bene come se fossero venuti spontaneamente. Oh, saranno leali, ma quella luce sarà svanita. La motivazione, la scintilla di ingenuità che rende le persone tali.»

Insomma, meglio avere alleati veri che forzati. Per forza, i Convertiti perdono larga parte della loro personalità, anche se non perdono i loro limiti.

«Perché mi stai aiutando?» domandò Perrin.

«Sono affezionata a te, Perrin.»

«Sei una dei Reietti!»

Sì, certo. Alla fine è lei quella che arriva più vicina a raggiungere il suo obiettivo, anche se tutti sono terribilmente pericolosi.

«Non esiste… non esiste alcun modo per resistere alla Conversione? Non c’è nulla che possono fare?»

«Una persona può resistere per breve tempo» disse lei. «Solo per breve tempo. Prima o poi anche i più forti cedono. Se sei un uomo a cui si contrappongono delle donne, ti sconfiggeranno rapidamente.»

«Non dovrebbe essere possibile» disse Perrin inginocchiandosi. «Nessuno dovrebbe poter costringere un uomo a votarsi all’Ombra. Quando ci viene sottratto tutto il resto, questa scelta dovrebbe rimanerci.»

«Oh, loro hanno la scelta» disse Lanfear, pungolandone distrattamente uno con il piede. «Potevano scegliere di essere domati. Ciò avrebbe rimosso la loro debolezza e nessuno avrebbe più potuto Convertirli.»

«Non è un granché come scelta.»

«È così che ordisce il Disegno, Perrin Aybara. Non tutte le opzioni sono buone. A volte devi trarre il meglio da un destino avverso e cavalcare la tempesta.»

Il discorso della scelta è sempre stato fondamentale per Jordan, pensiamo anche al fatto che Rand non può uccidere il Tenebroso perché così toglierebbe alle persone la possibilità di scegliere e quindi le priverebbe di parte della loro vita. Non sempre fra le varie opzioni sono presenti anche quelle belle, ma c’è sempre una possibilità di scelta, per quanto minima.

Grazie all’intervento di Perrin Androl può nuovamente aprire dei Portali e lui ha un modo per adoperarli davvero creativo. Voglio dire: aprirlo davanti a sé e collegarlo con un’uscita dietro al nemico in modo da indirizzare i colpi del nemico contro lui stesso? Ma come può venire in mente un’idea del genere? Ah, ehm.. può esserci qualche vago indizio in Scooby Doo forse? http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/ScoobyDoobyDoors, giusto se qualcuno ha voglia di buttare via intere ore in un sito decisamente affascinante. Un ulteriore Portale fa precipitare chi si è salvato in qualche altro posto decisamente mortale, non male per uno che può a mala pena incanalare. Taim e Graendal scappano, la Torre Nera è finalmente libera.

15: Un cappio al collo

Breve incontro fra Mat e Selucia, impossibile dire in poche parole quanto è divertente.

Rand va a trovare Tam e iniziano parlando della spada che Rand ha ricevuto dal padre all’inizio della storia. Per quanto breve quest’incontro è fondamentale e, come l’incontro con Elayne, è una delle cose che dà a Rand la forza di vincere.

Tam riprese la spada con riluttanza.

«Consideralo come un ringraziamento,» disse Rand «per te da parte di tutto il mondo. Se non mi avessi insegnato la Fiamma e il Vuoto tutti quegli anni fa… Luce, padre. Non sarei qui ora. Sarei morto, ne sono sicuro.» Rand abbassò lo sguardo sulla spada. «E pensare che se tu non avessi voluto che fossi un buon arciere, non avrei mai imparato la cosa che mi ha mantenuto sano di mente per tutti questi tempi difficili.»

Tam storse il naso. «La fiamma e il vuoto non riguardano il tiro con l’arco.»

«Sì, lo so. Sono una tecnica da spadaccino.»

«Non riguardano neanche le spade» disse Tam, fissando la lama alla cintura.

«Ma…»

«La fiamma e il vuoto riguardano la concentrazione» disse Tam.

Qualcosa che Jordan conosceva bene. Ma l’incontro non si risolve solo in queste parole.

«Non mi serve più la spada per combattere. Ho l’Unico Potere.»

«Quello sarebbe importante» disse Tam «se esercitarci in questo momento avesse qualcosa a che fare con il combattere.»

A parte il fatto che quando Jonneth ha ammazzato Coteren usando l’arco ha dimostrato che anche le armi tradizionali hanno la loro utilità, quello su cui Tam vuol far riflettere Rand non è il semplice combattere.

«Lascia andare, figliolo» disse Tam.

«Lascia andare cosa?»

«Tutto.»

Esattamente ciò che per libri e libri il Drago non è stato in grado di fare.

Mat arriva da Tuon e la salva da un Uomo Grigio. Lei si fida di lui, pur con tutti i comportamenti strani dovuti alla sua cultura aliena, chiede con chi ha scommesso l’occhio e se ha salvato la donna. Secondo me glie ne ha parlato Thom, chiedendole di non dire nulla perché gli avvenimenti dovevano seguire il loro corso altrimenti il tutto si sarebbe risolto in un disastro. Dopo le dichiarazioni d’amore più romantiche del mondo (in pieno stile Seanchan, ovviamente) i due fanno l’amore.

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Novità di ottobre 2017 – prima parte

 

Isabel Allende, La foresta dei pigmei, Feltrinelli, 9,00 €

Nuova edizione economica. La sinossi:

Kate Cold, il nipote Alex e l’amica Nadia ricevono dal “National Geographic” l’incarico di preparare un reportage sui safari che si svolgono a dorso d’elefante. A Nairobi Alex e Nadia incontrano un’indovina che li avverte di un pericolo imminente: saranno costretti ad affrontare un mostro a tre teste e solo se resteranno uniti riusciranno ad avere la meglio. Quando incontrano Fratel Fernando, un missionario alla ricerca di due confratelli, decidono di aiutarlo. Si ritroveranno nel cuore della giungla dove verranno in contatto con una tribù di pigmei caduti in disgrazia da quando la sacerdotessa Nana-Asante è stata sconfitta e il loro villaggio è diventato feudo di tre personaggi: il re Kosongo, il militare Mbembelé e lo stregone Sembo…

 

 

Mario Baudino, Lei non sa chi sono io, Bompiani, 14,00 €

La sinossi:

Per soldi, per snobismo, per scaramanzia, per marketing di se stessi, per non dispiacere qualcuno, per amore… Per moltissime ragioni, nel corso della storia, scrittori e poeti hanno cambiato i loro nomi scegliendo di firmarsi con gli pseudonimi con i quali sono poi passati alla storia. Da Carlo Collodi (all’anagrafe Lorenzini) ad Alberto Moravia (nato Pincherle), da Joseph Conrad a Pablo Neruda, da Teofilo Folengo a Voltaire, da Umberto Saba a Pessoa a Romain Gary – nato Roman Kacew, morto dopo aver vinto un secondo premio Goncourt con un romanzo firmato Émile Ajar – fino all’immancabile Elena Ferrante, Mario Baudino ci trascina in un’avventurosa ricognizione delle cause e delle conseguenze umane e letterarie della scelta di uno pseudonimo. Senza dimenticare che anche noi, oggi, ci aggiriamo in un’insidiosa selva di nickname…

 

 

Erica Bertelegni, La chiave dell’amicizia, De Agostini, 14,90 €

La sinossi:

È possibile arrivare in ritardo il primo giorno di scuola, essere richiamate dalla preside e trovarsi in mezzo allo scherzo più stupido della storia degli scherzi? Per Anya e Vanessa sì. Non si conoscono, non potrebbero essere più diverse o starsi più antipatiche. Eppure sono entrambe incredibilmente portate per i guai. E infatti il primo giorno di scuola finiscono in punizione insieme, a ricatalogare tutti i volumi della biblioteca. Un pomeriggio noiosissimo, finché qualcosa non va storto. Uno scaffale crolla sotto il peso dei libri e trascina con sé un’intera parete. Le ragazze scoprono così una porta, e dietro la porta un mondo che le sta aspettando. Si ritrovano a Menish, un regno magico in cui gli alberi hanno rami di cristallo e le stelle brillano anche di giorno. Ma tutto questo sta per scomparire. Un malvagio sovrano ha infranto un antico giuramento e ora il regno sta svanendo, inghiottito da un mare di sabbia dorata. L’unica salvezza di Menish – recita una vecchia profezia – dipende dai poteri straordinari di due ragazze venute da un altro mondo. Eppure Anya e Vanessa non hanno nessun potere straordinario, o almeno così credono… Tra incantesimi, medaglioni magici e inseguimenti a perdifiato, inizia una favolosa avventura a volo di drago per dare nuova speranza al Regno di Menish. E per scoprire l’immenso valore dell’amicizia. Età di lettura: da 10 anni.

 

 

Tim Bruno, Neos, Salani, 15,90 €

La sinossi:

Neos varca il confine della Terra di Arcon per scoprire il regno degli uomini, ma il tempo scorre in modo imprevedibile al confine dei due mondi e il mezz’elfo si ritrova in una gigantesca città, abitata da creature meta-umane e da cyborg: Macropolis.
Poco prima d’essere catturata da un soldato androide, una ragazza gli passa una misteriosa chiave. Grazie all’aiuto di Bruco, una giovane cyborg con i capelli color dello zucchero, Neos scopre che quella chiave apre una cassetta di sicurezza della Drag, una delle banche più importanti di Macropolis, dove i due giovani faranno uno straordinario ritrovamento.
Braccati dalla polizia androide, Neos e Bruco attraversano le oscurità di Sottomondo, una discesa agli inferi per poi risalire fino a raggiungere Galàxia, la città sospesa. Ma una misteriosa creatura androide li segue nell’ombra…

 

 

Laura Facchi, Il giglio d’oro, De Agostini, 14,90 €

La sinossi:

Occhi viola come uno smalto Chanel, capelli bianchi come il ghiaccio e una strana macchia dorata a forma di giglio sulla spalla. Astrid è diversa da tutte le ragazze che conosce e l’ha sempre saputo. Per lei quel fiore che brucia sulla pelle è solo una delle tante stranezze che la rendono un tipo da cui è meglio stare alla larga. Nasconderlo è l’unico modo per sentirsi normale. Anche Kami, a miliardi di chilometri di distanza, vorrebbe sentirsi normale. È il figlio del tiranno di Lundea, che ha messo in ginocchio il pianeta, e cerca un modo per riscattare se stesso e il suo popolo. Kami e Astrid non si conoscono, ma sono più simili di quanto potrebbero mai immaginare. Perché Lundea e la Terra sono pianeti gemelli, uniti da un legame indissolubile di energia. Ogni volta che sulla Terra nasce una persona, ne nasce una anche su Lundea, e quando muore, anche il suo doppio subisce la stessa sorte. Nessuno è immune a questo meccanismo, tranne i Gigli d’Oro. Esseri unici e straordinari che ormai stanno diventando sempre più rari. E mentre Kami cerca il Giglio d’Oro che possa salvare la sua gente, Astrid, sulla Terra, scopre l’amore, proprio quando una verità eccezionale e spaventosa la scaraventa sull’orlo di un baratro in fondo al quale la attende una scelta dolorosa. La più dolorosa di tutta la sua vita. Dalla penna di una premiata autrice italiana, un avvincente romanzo sci-fi, dove la lotta tra Bene e Male si compie ai confini della galassia.

 

 

Paige Orwin, Gli interminabili, La Corte Editore, 16,90 €

La sinossi:

2020. Sono passati 7 anni dalla fine della “Guerra della Maga” che ha sconvolto l’intero pianeta Terra, riducendolo a un cumulo di voragini e detriti. Una congrega di maghi sta ora percorrendo la East Cost degli USA per scovare un’organizzazione di contrabbandieri di armi che potrebbe far saltare in aria l’intero Massachusetts. Edmund e Istwan sono i più potenti tra loro: il primo è un uomo misterioso, in vita dal 1940, ha 35 anni da 70 anni, e viene chiamato il Ladro del Tempo; il secondo è lo spettro del medico più bravo al mondo, dal passato sanguinario e dagli oscuri segreti. La missione, però, rivelerà loro che la guerra non è mai davvero finita: Sussurration, la creatura che aveva annientato Shokat Anoushak – la Maga -, è ora tornata a chiedere il conto ed è pronta a impossessarsi delle menti di tutti gli esseri umani rimasti, preparandosi a commettere un vero omicidio di massa.

 

 

Daniela Palumbo, Noi, ragazze senza paura, Piemme, 12,00 €

La sinossi:

Margherita Hack, Denise Garofalo, Franca Rame, Franca Viola, le maestre marchigiane, Ilaria Alpi, Alda Merini, Teresa Mattei…
scienziate, giornaliste, maestre, rivoluzionarie: donne italiane molto diverse tra loro, ma tutte indipendenti, fuori dagli schemi, coraggiose. Note, meno note o sconosciute, le ragazze che hanno ispirato le otto storie di questo libro un giorno hanno guardato in faccia le loro paure e hanno detto “no”. A volte pagando un prezzo altissimo, a volte semplicemente scegliendo di vivere la propria vita così come desideravano. Il loro gesto ha rotto con il passato, abbattuto muri, scardinato pregiudizi e, soprattutto, tracciato la strada per il più grande sogno di ogni ragazza a venire: la libertà.

 

 

Eleonora Rossetti, Chimera, La Corte Editore, 16,90 €

La sinossi:

Jonathan Sniper è sempre stato alla ricerca dello scoop del secolo, ma non avrebbe mai immaginato di finirci in mezzo. Tutto precipita una notte, quando si ritrova in mezzo alla strada con una pistola in tasca e i vestiti sporchi di sangue non suo. Non sa come sia arrivato lì: l’ultima cosa che ricorda è che stava aiutando uno sconosciuto a sfuggire a dei malviventi. Un uomo che, nei suoi ultimi istanti, gli ha inoculato qualcosa. Da quel momento, il buio. Adesso è lui a ritrovarsi braccato, non solo dalla Polizia, ma anche da misteriosi individui che cercano di catturarlo con ogni mezzo per recuperare ciò che gli è stato affidato senza il suo consenso. Qualcosa che ora gli sussurra nella testa, a volte consigliandolo, a volte ostacolandolo, addirittura prendendo il comando del suo corpo: una coscienza estranea, artificiale, che rivendica la sua presenza, ripetendo “Io sono Jonathan”. Tra vuoti di memoria, inseguimenti, inganni e alleati insperati, Jonathan dovrà capire cosa nasconde dentro di sé prima ancora di svelare i misteri che lo circondano. E scoprirà a sue spese che, se da un lato un’intelligenza artificiale non conosce le emozioni, dall’altro la natura umana, sotto la patina dell’etica e della morale, è la più brutale che esista al mondo.

 

 

Robert Schumann, Lettere da Endenich, Italo Svevo, 13,00 €

La sinossi:

Le lettere inedite scritte tra il 1854 e il 1855 dall’ospedale psichiatrico di Endenich da Robert Schumann alla moglie Clara, alle figlie Marie ed Elise, agli amici Brahms e Joachim, per la prima volta tradotte in Italia.
«Nel suo Schumann Filippo Tuena recupera con intelligenza il genere epistolare, finendo per affrontare con grande finezza e passione il discorso sul genio» – Chiara Fenoglio
“Che gioia, amata Clara, mi hai portato con la tua lettera e con il ritratto. La mia fantasia è stata molto scombussolata nelle molte notti insonni; solo ora ti rivedo nei tuoi tratti nobili e veri. E che tu scriva dei nostri parenti e dell’attitudine musicale di Julie mi ha reso felicissimo di cuore. E così anche per quello che scrivi di Brahms e Joachim e delle composizioni di entrambi.”
Gli eventi che portarono Schumann a chiedere egli stesso il ricovero in una clinica per alienati non sono riconducibili a una sola patologia, a un solo caso. Vi è un probabile tentativo di suicidio (non comprovato); una serie ripetuta di allucinazioni auditive; una forma di malinconia piuttosto grave che tuttavia non gli impediva la frequentazione degli amici o dei conoscenti. Quanto alle cause di questa instabilità emotiva: una malattia venerea contratta in gioventù; l’alcolismo; un probabile bipolarismo in una fase acuta e senza ritorno. Ancora frammenti, ciascuno con una sua verità. Le lettere dal manicomio di Endenich, qui tradotte e raccolte nel loro insieme per la prima volta in italiano, sono semplicemente uno dei frammenti di quell’immagine distrutta.

Un estratto: http://www.sulromanzo.it/blog/gli-ultimi-giorni-di-robert-schumann

 

 

Chuk Wendig, Star Wars. Aftermath. Debito di vita, Multiplayer, 19,90 €

La sinossi:

Sono tempi duri per l’impero…. L’Imperatore è morto e quel che resta del suo Impero sta battendo la ritirata. Mentre la Nuova Repubblica lotta per ripristinare la pace nella galassia, i nostri eroi sperano in un nuovo inizio. Han Solo vorrebbe ripagare il suo ultimo debito aiutando Chewbacca a liberare Kashyyyk, il pianeta d’origine dei Wookiee, mentre Norra Wexley e la sua banda stanno dando la caccia all’ammiraglio Rae Sloane e agli ultimi comandanti dell’Impero: nonostante i numerosi arresti, infatti, Sloane continua a sfuggire alla Nuova Repubblica, e Norra teme che stia cercando un modo per salvare l’Impero. La caccia a Sloane, però, incontra un’improvvisa battuta d’arresto quando la principessa Leia Organa contatta Norra per una missione: Han Solo, Chewbacca e i loro contrabbandieri sono caduti in trappola su Kashyyyk. Han è scomparso, e Chewie è stato catturato. Interrotto il loro incarico, Norra e il suo equipaggio rintracciano l’ultima ubicazione conosciuta del Millennium Falcon e si preparano ad affrontare nuovi pericoli. Non sanno che li attende un nemico veramente spietato…

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Su Ursula K. Le Guin

Da atea convinta mi viene comunque da dire “Che il Signore ci preservi a lungo Ursula K. Le Guin!”. Ursula è nata il 29 ottobre del 1929, il che significa che fra pochi giorni festeggerà il suo ottantottesimo compleanno. Lasciamo stare i romanzi, qualche mese fa ho comprato La saga di Terramare e prima o poi tornerò in quel mondo che ho visitato una sola volta, troppi anni fa per poterlo ricordare, e quel libro non è la sua unica opera fondamentale. No, quel che mi interessa qui sono i saggi. Finalmente sono riuscita ad acquistare Il linguaggio della notte, fuori catalogo da ben prima che scoprissi della sua esistenza e trovato recentemente su ebay. Lo avevo già letto, ma questo conta relativamente: certi libri bisogna averli.

Ora ho iniziato Words Are My Matter, raccolta di saggi con cui quest’anno la Le Guin ha vinto il premio Hugo, l’ennesimo riconoscimento di una straordinaria carriera, nella categoria Best Related Work. Ho letto poche pagine, ma sono bastate a darmi l’idea di un testo su cui riflettere nella sua interezza, a partire dalla poesia iniziale The Mind Is Still.

In The Operating Instructions la scrittrice si sofferma sull’importanza dell’immaginazione e sui generi letterari, tema ripreso anche in Genre: A Word Only a Frenchman Could Love, in What It Was Like sull’aborto e sulla condizione delle donne. Quello che ho letto è tutto qui, nemmeno un decimo del libro, e già so che questo è un libro importante. Non troppo tempo fa Pia Ferrara si era imbattuta in un vecchio articolo di Ursula e ne aveva approfittato per rifletterci su un po’. Quello che ha scritto si trova qui: http://www.fantasymagazine.it/27665/immaginazione-narrazione-giustizia-liberta-una-riflessione-con-ursula-k-le-guin.

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Stranimondi 2017

Si dice che dopo l’Odissea tutte le storie siano solo varianti sul tema; e certamente l’Odissea può essere considerata a buon titolo il capostipite dei generi fantastici. L’Odissea è anche la base da cui si parte nel primo panel di Stranimondi sabato 14 ottobre alle 11, con Giuseppe Lippi e Armando Corridore che inseguiranno mostri e orrori marini fino all’epoca di H.P. Lovecraft; e Odissea è anche il nome di una collana di romanzi di fantascienza che verranno presentati un paio d’ore dopo con i rispettivi autori.

A proposito della grande famiglia dei generi del fantastico, a Stranimondi, sabato e domenica 14 e 15 ottobre, ci saranno proprio tutti: la fantascienza, con l’ospite Pat Cadigan (e Valerio Evangelisti, in collegamento, a parlare con Emanuele Manco di Eymerich risorge) e il nuovo romanzo di Leonardo Patrignani, fantasy con Jan Siegel e il grande artista Paolo Barbieri, weird, con la scrittrice francese Anne-Sylvie Salzman, il Clark Ashton Smith curato da Giuseppe Lippi e il Cesare immortale di Franco Forte, horror con la regina nera Alda Teodorani. E dei rapporti tra le diverse sfumature del fantastico si parlerà con gli ospiti, tutti insieme, domenica alle 12.

Si parlerà della manipolazione della memoria, dell’invasione dei robot e delle intelligenze artificiali nei posti di lavoro (con due professori dell’università di Milano, uno dei quali vincitore di due premi Urania), dei rapporti tra donne ed editoria. Alda Teodorani parlerà di come si scrive horror e Franco Ricciardiello di come si insegna a scrivere fantascienza.

E poi i tanti libri presentati dai ventisei editori presenti: dagli Animali di Lorenzo Crescentini al fantasy italiano di Zappa e spada, dall’antologia benefica Oltre a Harry Potter. Il cibo come strumento letterario con Marina Lenti e Paolo Gulisano, dalla fantascienza globale di Future Fiction a quella bizzarra di Vaporteppa. Francesca Conforti presenterà i suoi Carnivori e Mauro Antonio MiglieruoloFiori del bene. E se Zona 42 presenterà la nuova fantascienza americana di Nnedi Okorafor, Delos Digital presenterà la nuova fantascienza italiana, il connettivismo raccolto in Nuove eterotopie.

E queste sono solo alcune delle tantissime proposte – ben 54 su due giorni di manifestazione – di Stranimondi. E pensare che già l’esposizione dei libri e i tanti amici che si possono incontrare sarebbero già motivi sufficienti per non mancare.

Il programma completo di Stranimondi è ora disponibile su stranimondi.it/programma. È già possibile acquistare il ticket di partecipazione (10 euro per un giorno, 15 per entrambi) su delosstore.it/iscrizioni, necessario per accedere al programma di conferenze e incontri con gli ospiti (l’accesso all’esposizione e alle presentazioni librarie è gratuito).

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Di anamorfosi e di libri

Oggi, dopo chissà quanti anni, ho ripreso in mano Dietro l’immagine di Federico Zeri. Il libro riunisce alcune conversazioni sull’arte tenute dallo storico dell’arte nel 1985 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. All’epoca io andavo al Liceo, stavo iniziando a scoprire la materia e, sospetto, non avevo idea di chi fosse Zeri. Anni dopo presso le aule della Cattolica ho seguito alcune lezioni di storia dell’arte straordinarie tenute da altri relatori, mi spiace solo che queste conversazioni siano arrivate un po’ troppo presto per me. Per fortuna Zeri le ha riunite in questo libro, libro che mi è sempre piaciuto tantissimo, così come mi sono piaciuti gli altri testi suoi che ho letto.

Ho preso in mano Dietro l’immagine con in mente un’opera ben precisa, ma mi sono fermata molto prima. La prima immagine che si trova, già alla terza pagina, è una raffigurazione di I due ambasciatori di Hans Holbein il Giovane. È stato fra queste pagine che ho visto per la prima volta il doppio ritratto? Probabilmente sì, anche se non posso dirlo con certezza. Il dipinto è famoso soprattutto grazie all’anamorfosi dietro cui è nascosto, proprio in primo piano, un teschio.

Accanto alle parole di Zeri, e sotto la foto del dipinto, ho ritrovato alcune righe fitte fitte scritte da me a matita parecchi anni fa, righe che mi ero dimenticata di aver scritto. In fondo per me è normale prendere appunti sui libri, ed è normale collegare opere che sono nate in tempi e luoghi e con motivi molto diversi l’una dall’altra. Non è infrequente, nei saggi che ho letto, trovare riferimenti a romanzi, così come nella mia copia della Bibbia è facilissimo imbattersi in un appunto relativo a un’opera d’arte. Quello che ho trascritto qui sono due brani relativi a un romanzo di Filippo Tuena, Cacciatori di notte. Ho letto il romanzo una sola volta, quasi vent’anni fa, dopo averlo visto casualmente sugli scaffali di una biblioteca che ho frequentato solo per un breve periodo, ma sono riuscita a comprarlo solo recentemente visto che per tanti anni è stato fuori catalogo. E, visto che al suo interno c’è un lupo mannaro, ne ho approfittato anche per far la segnalazione su FantasyMagazine. Al di là del fantastico avevo segnalato anche un altro elemento:

Gotico e giallo si uniscono in una storia in cui la prima impressione non è quella giusta perché, come con le anamorfosi – su cui Tuena si sofferma a riflettere – per vedere correttamente l’immagine dipinta ci si deve spostare di lato, in un punto ben preciso che deformando tutto il resto restituisce la visione corretta di quel singolo elemento.

Ecco perché le parole di un romanzo si trovano sotto l’immagine di un dipinto reso famoso da un’anamorfosi.

«Ah, le aberrazioni! Che follie».

«Follie, lei dice. Non so. Anche ordine e metodo», dissi, mostrandogli alcune illustrazioni dove veniva spiegato quel procedimento prospettico attraverso diagrammi geometrici.

«Oh, certo. È così che si fa. Ma questo è il secondo stadio. La prognosi della malattia, il suo decorso, la sua spiegazione. Una volta che essa esiste, occorre giustificarla. Per follia intendo l’idea, il primo momento, quello creativo. A chi mai, se non a un folle, potrebbe passare per la mente di distorcere così la realtà?»

E, parecchie pagine più avanti,

«Quei due giovani ambasciatori, in abito di gala, che posano sullo sfondo di una tela verde smeraldo, divisi da un tavolino ricoperto con un tappeto persiano su cui sono sparsi i parafernalia delle rispettive esistenze! Ah, che meraviglia! Con quale sapienza e perizia l’artista ha saputo riunire in un così breve spazio le aspettative della gioventù, la vanagloria del potere, e il dominio della morte sulle cose umane! A ricordarlo, quel dominio, vi è una corda spezzata nel liuto, che proprio alla morte e alla fine dell’armonia allude. Ma, soprattutto, nascosto dalla distorsione con cui l’ha dipinto sotto il tavolino, ai piedi dei due, sospeso in uno spazio che contraddice il resto del dipinto, il gigantesco teschio! Già. È davvero quell’imminenza della morte così nascosta e tuttavia presente nella nostra vita, che, pur celata e regolata da diverse leggi, ci segue, indesiderata compagna, passo passo durante la nostra esistenza!»

Noto che già all’epoca – la prima edizione di Cacciatori di notte è del 1997 – Tuena parlava della morte, ma se so perché sono sempre interessata quando un romanziere inizia a parlare di arte mi viene da chiedermi perché ho trascritto proprio queste parole. Ho il vago sospetto che a breve rileggerò il romanzo. E magari pure Dietro l’immagine, che non tocco più da troppi anni.

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Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson. Dal prologo al capitolo 7

Rilettura di Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson. Siamo arrivate all’ultimo romanzo, e la cosa si fa sentire. Voglia di leggere, certo, ma anche rifiuto di abbandonare la storia. Perché è finita così presto? Lo so, chi non ha mai letto la saga non può capire, ma è davvero finita troppo presto.

E l’Ombra scese sulla Terra, e del Mondo lacerato non rimase pietra su pietra. Gli oceani fuggirono, le montagne furono ingoiate, le nazioni furono disperse agli otto angoli del Mondo. La luna divenne rossa come sangue e il sole grigio come cenere. I mari ribollirono e i vivi invidiarono i morti. Tutto fu distrutto, tutto andò perduto, tranne la memoria, e un ricordo su tutti: il ricordo di colui che causò la venuta dell’Ombra e la Frattura del Mondo. E costui fu chiamato Drago.

Da Aleth nin Taerin alta Camora,

La Frattura del Mondo.

Autore ignoto, Epoca Quarta

L’avete riconosciuto? Questo brano si trova per la prima volta in L’Occhio del Mondo, fra il prologo in cui abbiamo assistito agli ultimi istanti di vita di Lews Therin Telamon alla fine dell’Epoca Leggendaria e il primo capitolo, quando per la prima volta troviamo la frase

La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda; la leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, ‘un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa’, il vento si alzò nelle Montagne di Nebbia. Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.

La Ruota dei romanzi ha compiuto un intero circolo e noi siamo tornati all’inizio.

Prologo: Per la grazia e gli stendardi caduti

Il titolo del capitolo è un pensiero di Talmanes:

Era come se la città fosse una buca per il fuoco.

Per la grazia e gli stendardi caduti!, pensò Talmanes con un brivido. Enormi nuvole di fumo si levavano sopra la città. Era un brutto segno. Di gran lunga peggiore di quando gli Aiel avevano attaccato Cairhien.

Torniamo indietro. Una delle ultime cose che avevamo visto nell’epilogo di Le torri di mezzanotte era Olver che apriva la lettera di Verin, quella che preannunciava l’invasione di Caemlyn, proprio al momento dell’inizio dell’invasione. Uno dei difetti minori di quest’ultimo romanzo è che l’Ultima battaglia è già iniziata, ci sono luoghi dove si combatte freneticamente, e altri in cui sembra che sia tutto tranquillo. Caemlyn è perduta, e la cosa mi è spiaciuta particolarmente non tanto perché è la patria di Elayne quanto perché in non so quante occasioni Jordan si è fermato a sottolineare la bellezza della città. La distruzione di Cairhien, o Illian, o Tear, non mi avrebbe colpita con la stessa forza.

Talmanes non è mai stato un punto di vista, lo diventa qui, e in molti momenti ho temuto di perderlo. Due Myrddraal? Ma quanto è straordinario?

«Sono già stato trapassato da una delle vostre maledette spade, figlio di una capra» urlò Talmanes, attaccando più e più volte. ‘Il fabbro colpisce la lama’. Una forma tanto inelegante. Si adattava perfettamente al suo umore.

Il Myrddraal barcollò. Talmanes si ritrasse con un fluido movimento, portando la spada da un lato e staccando via il braccio bianco pallido della creatura al gomito. L’arto roteò in aria, con la lama del Fade che cadeva dalle dita percorse da spasmi. Talmanes ruotò per lo slancio e calò la spada a due mani, spiccando la testa del Fade dal collo.

Sprizzò sangue scuro e quella cosa cadde, la sua mano rimasta che artigliava il moncherino insanguinato mentre crollava. A Talmanes, in piedi sopra di essa, tutt’a un tratto parve che la sua spada fosse troppo pesante. Gli scivolò dalle dita, sferragliando sulle pietre del selciato. Si inclinò e perse l’equilibrio, cadendo a faccia avanti, ma una mano lo afferrò da dietro.

«Luce!» esclamò Melten, guardando il corpo. «Un altro

«Ho scoperto il segreto per sconfiggerli» sussurrò Talmanes. «Devi solo essere già morto.»

E questo dopo essere andato a combattere pur sapendo quanto scarse fossero le probabilità di uscirne vivo e dopo aver spinto a combattere le varie compagnie mercenarie. Tutto quello che fa, le decisioni, le parole, i duelli, il senso dell’umorismo, è straordinario, anche se non mi soffermo a sottolineare ogni singolo passaggio. Mi limito a notare l’organizzazione degli Amici delle Tenebre, che prima hanno colpito nei punti fondamentali (vedi le guardie alla porta delle Vie e le donne della Famiglia) e poi hanno iniziato l’invasione vera e propria e il fatto che anche Guybon e Aludra siano in gamba e siano stati capaci di mantenere la situazione in stallo pur con pochi mezzi a disposizione (soprattutto Aludra, che non è un soldato e salva non solo i cannoni ma anche un bel po’ di gente). Alla fine Talmanes e gli altri fuggono dopo aver cannoneggiato le mura. Per noi era un’azione ovvia da compiere in quelle circostanze, ma noi abbiamo studiato secoli di storia in cui gli eserciti hanno avuto a disposizione armi da fuoco, Talmanes deve inventarsi l’utilizzo sul momento, e non è che le ferite infertegli dai Myrddraal lo aiutino a essere più lucido, e impiega un po’ a vedere quel che per noi è ovvio.

Prima di leggere di Talmanes ci eravamo fermati brevemente su Bayrd e sull’esercito di Jarid Sarand, marito di Elenia, già pretendente al trono dell’Andor. Direi che ormai la guerra di successione è storia passata, anche se Jarid non lo capisce. Non tutti riescono a vedere l’ovvio. La realtà inizia a sfaldarsi e il metallo diventa decisamente morbido.

Il punto di vista di Isam/Luc è inquietante, la sola idea di un villaggio di quel tipo è da brividi. Rivediamo di Aiel dal velo rosso, la fregatura di elementi come questi è che anche se li si vede non si sa come collocarli e finiscono con lo sparire dalla memoria. C’è davvero troppo tanto in questi libri.

Egeanin/Leilwin va da Nynaeve perché, ora che sa la verità sulle damane, pensa di dover fare qualcosa a riguardo. Lei è esattamente il personaggio che mi fa dire che la cultura Seanchan può essere cambiata, anche se Mat deve davvero darsi da fare per ottenere il risultato giusto. Nynaeve non è esattamente felice di rivedere Egeanin e decide di accompagnarla da Egwene, forse l’Aes Sedai che meno ama i Seanchan.

Aviendha torna dalle Sapienti e condivide la sua visione, fatto che rende il suo verificarsi meno probabile. Visto che le Sapienti sanno – e sono convinta che a breve anche i Capoclan riceveranno un po’ di informazioni – lavoreranno per cambiare il futuro, e le Aiel non hanno la tendenza a fallire. Bair dà un suggerimento semplice ma efficace per cambiare il futuro: Aviendha non deve dare ai suoi figli i nomi che ha sentito. La modifica è piccola, ma anche una piccola modifica implica che il futuro non è certo e immutabile, e chissà quanti altri cambiamenti potranno intervenire. Subito dopo è Bair ad andare nel Rhuidean con la speranza di scoprire qualcosa di più.

Androl e Pevara pianificano, una delle trame di questo romanzo che amo di più.

Riunione dei Reietti. Scopriamo che Aelfinn ed Eelfinn hanno mentito a Moiraine visto che non sono stati loro a uccidere Lanfear ma Moridin, in parte per punirla e in parte per portare via la sua anima e consentire al Tenebroso di donarle un nuovo corpo. Graendal è stata punita con l’assegnazione di un corpo bruttissimo, Demandred viene elogiato, Moghedien viene messa al suo servizio e Mazrim Taim è ufficialmente promosso Reietto. Possiamo festeggiare?

1: Il vento soffiò verso levante

Piuttosto spesso i titoli dei capitoli corrispondono ad altrettanti frasi dei capitoli stessi, è un’idea di questo libro o avveniva anche prima e io non me ne sono mai accorta? Comunque questa frase è facile da trovare.

La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si alzò nelle Montagne di Nebbia. Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.

Il vento soffiò verso levante, scendendo da montagne elevate e procedendo sopra colline spoglie

Rand ha un momento di pausa insieme a Perrin. Torna fuori il loro rapporto di amicizia, mai deteriorato, ed emergono anche le loro nuove forze.

Spoiler dal capitolo 5 di questo stesso romanzo. Egwene ha scoperto come usare il ter’angreal Jordan già intravisto in La lama dei sogni:

“Indicò la statuetta di un uomo tarchiato e barbuto con un sorriso allegro, che reggeva un libro. Alta due piedi, pareva di bronzo scurito dal tempo e di certo pareva abbastanza pesante da poterlo essere. «Guardarlo mette sempre voglia di ridere anche a me, mia signora.»

«Anche a me, Stephanie Pelden» disse Aviendha, accarezzando la testa di bronzo dell’uomo. «Contiene più del libro che vedi. Contiene migliaia e migliaia di libri.»”

Dall’aspetto è evidente che è un cameo dello scrittore, e ho il vago sospetto che lui fosse una persona allegra e capace di mettere allegria. Quanto al contenere libri, chissà quante storie aveva in mente Jordan oltre a quelle che ha raccontato. E poi c’era tutto quello che aveva letto e assimilato, e per un lungo periodo lui è stato un lettore da 300 libri l’anno. Ci credo che tutte le Aes Sedai vogliano usare quel ter’angreal, lo vorrei anch’io.

«Purtroppo non abbiamo trovato nulla di pertinente nel tuo ter’angreal-biblioteca.» La statua dell’uomo barbuto sorridente aveva quasi provocato una rivolta nella Torre; ogni sorella aveva voluto leggere le migliaia di libri che conteneva.

Naturalmente si finisce con il parlare di profezie:

«Il ciclo Karaethon?» chiese Elayne, incuriosita. «‘E la luce verrà a mancare, e l’alba non giungerà, e ancora il prigioniero inveisce.’ Il prigioniero è il Tenebroso?»

«Credo di sì» disse Egwene. «Le profezie non sono mai chiare. Rand intende iniziare l’Ultima Battaglia e rompere i sigilli immediatamente, ma è un’idea terribile. Abbiamo davanti a noi una guerra prolungata. Liberare il Tenebroso ora rafforzerà l’Ombra e indebolirà noi.

«Se dev’essere fatto – e ancora non so se debba esserlo – dovremmo aspettare fino all’ultimo momento possibile. Come minimo, dobbiamo discuterne. Rand ha avuto ragione su molte cose, ma si è anche sbagliato. Questa non è una decisione che gli dovrebbe essere permesso di prendere da solo.»

Elayne scartabellò i fogli, poi si soffermò su uno di essi. «‘Il suo sangue ci darà la Luce…’» Sfregò la pagina con il pollice, come persa nei suoi pensieri. «‘Badate alla Luce.’ Chi ha aggiunto questo appunto?»

«Si tratta della copia di Doniella Alievin della traduzione Termendal del ciclo Karaethon» disse Egwene. «Doniella ha preso i propri appunti, e sono stati oggetto di discussione tra gli studiosi quasi quanto le Profezie stesse. Era una Sognatrice, sai. L’unica Amyrlin che sappiamo esserlo stata. Prima di me, comunque.»

«Sì» disse Elayne.

«Le sorelle che hanno raccolto tutto questo per me sono giunte alla mia stessa conclusione» disse Egwene. «Può darsi che esista un momento per rompere i sigilli, ma quel momento non è all’inizio dell’Ultima Battaglia, qualunque cosa pensi Rand. Dobbiamo attendere il momento giusto, e come Custode dei Sigilli, è mio compito scegliere quel momento. Non rischierò il mondo per uno degli stratagemmi eccessivamente drammatici di Rand.»

Tutti i protagonisti della saga hanno avuto ragione su molte cose e si sono anche sbagliati più volte, sono esseri umani e gli esseri umani commettono errori. L’errore, in questo caso, è stato non far parlare Egwene e Rand in modo chiaro e sereno come lo hanno fatto Egwene ed Elayne. Questo romanzo è grandioso, l’ho detto e sono pronta a ripeterlo all’infinito, ma ci sono cose che non sono state sviluppate bene, e la discussione assurda fra Rand ed Egwene prima dell’arrivo di Moiraine è una di queste. Se solo i due avessero parlato, detto quello che pensavano, la presenza di Moiraine non sarebbe stata necessaria. Per come la vedo io in questo romanzo Thom (che si vede pochissimo) è molto più importante di Moiraine. Rand ha parlato con Perrin, Egwene ha parlato con Elayne, evidentemente si fa sentire la frattura fra uomini e donne che Jordan ha sempre indicato come negativa. In più a rendere a volte goffi i rapporti fra Rand ed Egwene c’è il fatto che sono partiti da quasi fidanzati e poi si sono gradualmente allontanati diventando i leader delle rispettive fazioni. Però, ribadisco, se solo si fossero parlati – e tutti e due sono abbastanza intelligenti da poterlo fare – non ci sarebbero stati problemi. Moiraine è necessaria solo per il sollievo spirituale che dà a Rand il sapere che lei è viva, per il resto quella scena è ridicola e questo capitolo mostra che i problemi si sarebbero potuti risolvere con un semplice dialogo. Noto anche che c’è una frase che acquisterà un’importanza fondamentale più avanti nel romanzo, ma messa così è facile non notarla o non capirla.

Arrivano Talmanes e notizie di Caemlyn. Egwene è sinceramente preoccupata per Talmanes, con tutto quello che è successo mi ero quasi dimenticata che per un certo periodo Talmanes è stato uno dei puntelli dell’incerto dominio di Egwene perché volutamente fatto percepire alle Aes Sedai come una minaccia. Nynaeve, per fortuna, riesce a guarirlo.

2: La scelta di una Ajah

Pevara e Androl si collegano in un circolo, lei si fa prendere dal panico e lo lega come Custode e lui ricambia la cortesia. Al di là della scena divertente il risvolto interessante è che entrambi si percepiscono e riescono a lavorare in squadra in modo molto più efficace, forse tutti gli incanalatori dovrebbero stabilire un doppio legame. Serve Nynaeve, mi piacerebbe vedere Androl guarito dalla follia.

Taim ha convertito Welyn e Jenare e Androl capisce che Taim ha catturato Logain.

Aviendha va a trovare Elayne, anche in una fase della storia inquietante come i preparativi dell’Ultima battaglia vederla sgattaiolare così fra gli abitanti delle Terre Bagnate per mettersi a sistemare le unghie nel bel mezzo di una riunione importante è troppo divertente.

3: Un luogo pericoloso

La situazione alla Torre Nera si fa sempre più insostenibile e Androl decide che è arrivato il momento di agire. Far scattare la trappola contro Dobser è più difficile del previsto visto che lui si è portato dietro un paio di amici, ma Pevara si rivela un’abile combattente.

Aviendha va a trovare Rand, finalmente in una situazione di parità.

4: Vantaggi di un legame

Androl e Pevara sono sempre più vicini, ormai si trattano come alleati da rispettare e non come un animale feroce che potrebbe attaccare in qualsiasi momento. Emarin riesce a far parlare Dobser, il quale conferma che Logain è stato catturato. È il momento di passare all’azione.

Piccolo passo indietro: capitolo 46 di Le torri di mezzanotte:

Jonneth prese la mira e tirò una freccia, lo strale che sibilava in aria, la corda che schioccava contro il parabraccio. La freccia volò lontano, colpendo un albero su una collina a più di duecento passi di distanza.

Canler fischiò. «Non ho mai visto nulla come quei vostri archi, Jonneth. Mai in vita mia.» Erano entrambi Andorani, anche se Canler proveniva da una cittadina molto più vicina a Caemlyn.

Jonneth guardò il suo tiro con occhio critico, poi tese di nuovo – l’impennaggio contro la guancia – e scoccò. La freccia andò a colpire lo stesso albero. Androl avrebbe detto che i due dardi erano a meno di due spanne di distanza.

[…]

Androl si limitò a ridacchiare, scuotendo la testa. «Ti dispiace se ci provo io, Jonneth? Sono piuttosto bravo con un arco tarenese, e quelli sono un po’ più lunghi di molti altri.»

«Ma certo» disse l’uomo allampanato, togliendosi il parabraccio e porgendogli l’arco.

Androl indossò il parabraccio e sollevò l’arco. Era di tasso nero e la corda non era tanto elastica come lui era abituato. Jonneth gli porse una freccia e Androl imitò il movimento dell’uomo, tendendo fino alla guancia.

«Luce!» esclamò per il peso di quella tensione. «Le tue braccia sono ingannevolmente piccole, Jonneth. Come fai a mirare? Io riesco a malapena a tenerlo fermo!»

Jonneth rise mentre le braccia di Androl tremolavano e alla fine lui scoccò, incapace di tenere l’arco teso per un attimo di più. La freccia colpì il terreno lontano dal bersaglio. Androl passò l’arco a Jonneth.

«Quello era piuttosto buono, Androl» disse Jonneth. «Molti uomini non riescono nemmeno a tendere la corda. Dammi dieci anni e potrei farti tirare come un uomo nato nei Fiumi Gemelli.»

«Mi limiterò agli archi corti per ora» disse Androl. «Non saresti mai in grado di tirare con uno di quei mostri da cavallo.»

«Non ne avrei bisogno!» disse Jonneth.

«E se fossi inseguito?»

«Se fossero in meno di cinque,» disse Jonneth «li abbatterei tutti con questo prima che arrivassero da me. Se ce ne fossero più di cinque, allora perché mai dovrei mettermi a tirare frecce contro di loro? Dovrei correre come se avessi il Tenebroso stesso alle calcagna.»

Gli altri uomini ridacchiarono, anche se Androl colse Emarin che lo fissava. Probabilmente domandandosi come faceva Androl a sapere del tirare con l’arco da cavallo. Era acuto, quel nobile. Androl avrebbe dovuto guardarsi le spalle.

«E cos’è questo?» chiese una voce. «Stai cercando di imparare a tirare con l’arco, galoppino? È così che riesci a difenderti?»

Androl digrignò i denti, voltandosi mentre Coteren si metteva in piedi. Era un uomo corpulento, con i suoi oleosi capelli neri tenuti lunghi e sciolti. Pendevano attorno a una faccia rozza con guance grassocce. I suoi occhi erano concentrati, pericolosi. Sorrise. Il sorriso di un gatto che aveva trovato un roditore con cui giocare.

Androl slacciò in silenzio il parabraccio, porgendolo a Jonneth. Coteren era un Asha’man completo, un amico personale del M’Hael. Era superiore in rango a tutti loro di parecchio.

«Il M’Hael verrà informato di questo» disse Coteren. Voi ignorate le vostre lezioni. Non avete bisogno di archi o frecce… non quando potete uccidere col Potere!»

Ora possiamo tornare a Memoria di luce:

Androl si fermò all’improvviso e gli altri si arrestarono con lui. Una voce borbottante riecheggiò per il cunicolo, troppo bassa perché potessero distinguere le parole, accompagnate da una luce tremolante sulle pareti. Pevara abbracciò la Fonte e preparò dei flussi. Se avesse incanalato, qualcuno nelle fondamenta se ne sarebbe accorto? Era evidente che anche Androl esitava; incanalare di sopra, per uccidere le guardie, era già stato abbastanza sospetto. Se gli uomini di Taim quaggiù avessero percepito l’utilizzo dell’Unico Potere…

La figura si stava avvicinando, la luce che l’illuminava.

Pevara avvertì un cigolio accanto a lei, quando Jonneth tese il suo arco dei Fiumi Gemelli a cui aveva rimesso la corda. Nel cunicolo c’era a malapena lo spazio sufficiente. Scagliò con uno schiocco, l’aria che fischiava. Il borbottio si interruppe e la luce cadde.

Il gruppo si precipitò in avanti, trovando Coteren a terra, gli occhi fissi verso l’alto, vitrei, la freccia che gli trapassava il petto. La sua lanterna bruciava discontinua sul terreno accanto a lui. Jonneth recuperò la freccia, poi la ripulì sugli abiti del morto. «Ecco perché porto comunque un arco, dannato figlio di una capra.»

Senza offesa per le capre, ovviamente.

All’inizio il salvataggio sembra procedere bene, peccato che poi arrivi Taim.

Rand sogna e discute con Moridin.

5: La richiesta

Egwene sogna.

Egwene camminava attorno a un pilastro di vetro congelato nel suo sogno. Sembrava quasi una colonna di luce. Cosa significava? Non riusciva a interpretarlo.

La visione cambiò e lei trovò una sfera. In qualche modo, sapeva che si trattava del mondo. Si stava incrinando. Frenetica, la legò con delle corde, impegnandosi per tenerla assieme. Poteva impedire che si rompesse, ma richiedeva uno sforzo così grande…

Sob!

Riunione fra i governanti del mondo. Lo sguardo dato da Rand a Roedran nasconde il sospetto che il sovrano fosse in realtà Demandred sotto mentite spoglie, ipotesi non assurda viste le abitudini dei Reietti. No, Demandred è andato a fare danni altrove, e quando arriverà saranno problemi di quelli grossi.

Egwene e Rand invece di spiegarsi chiaramente cercano di fare i bulli l’uno con l’altro dicendo che sono loro a comandare. No, ma davvero? “Qui si fa come dico io perché io so picchiare i piedi più forte”? Lasciamo stare, è meglio che non scriva altro su quel che penso dell’atteggiamento di entrambi, e questo quando entrambi sono consapevoli della posta in gioco e la sera prima hanno dimostrato di saper presentare argomentazioni ragionevoli. Alla fine, quando la mia pazienza con quei bambini era giunta a un limite, arriva Moiraine.

6: Un talento

L’arrivo di Moiraine aggiusta tutto? A livello di risultato finale sì, ma la scena (e mi riferisco anche al capitolo precedente) è terribilmente forzata per permettere a Moiraine di fare qualcosa. E per quanto le profezie siano importanti un discorso fatto solo di profezie mi sembra ridicolo. C’è pure un abbraccio fra Moiraine e Nynaeve a condire il tutto! Ok, Nynaeve è molto maturata, però da parte sua mi sembra una reazione eccessiva, forse ideata da Sanderson che ha spiegato più volte come non gli piacesse l’ostilità provata per libri e libri da Nynaeve nei confronti di Moiraine.

Qualcosa di positivo comunque c’è. Aviendha insiste per l’inclusione degli Aiel e Perrin indica il loro ruolo, capitolo dopo capitolo ci stiamo allontanando dalla visione del Rhuidean. Il comando della guerra va a Elayne.

Le forze decimate di Lan combattono al passo di Tarwin. Fra i caduti c’è Nazar, uno dei primi uomini fra quelli che si sono uniti a Lan nel suo lungo viaggio. L’elenco dei morti però lo riassumo.

L’Occhio del Mondo: 1.

La grande caccia: 4+1=5.

Il Drago rinato: 2+5=7.

L’ascesa dell’Ombra: 49+7=56.

I fuochi del cielo: 7+56=63.

Il Signore del Caos: 6+63=69.

La corona di spade: 163+69=232.

Il sentiero dei pugnali: 10+232=242.

Il cuore dell’inverno: 2+242=244.

Crocevia del crepuscolo: 5+244=249.

La lama dei sogni: 21+249=270.

Presagi di tempesta: 4+270=274.

Le torri di mezzanotte: 21+274=297.

Nazar, ucciso dalla Progenie dell’Ombra al Passo di Tarwin. 298.

Come la cavalleria che nei vecchi western arrivava sempre all’ultimo minuto, Rand manda rinforzi e il gruppo di Lan sopravvive.

7: Nel vivo dello scontro

Pianificazioni con assegnazioni dei ruoli ai quattro grandi capitani. Loial porta gli Ogier nelle forze della Luce e a Faile viene assegnato il compito di far arrivare il Corno di Valere al posto giusto nel momento giusto.

Lan accetta il ruolo di leader del suo fronte, anche se le strategie non sono affidate a lui.

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