Il pericolo di un’unica storia è il testo di un discorso tenuto da Chimamanda Ngozi Adichie nel 2009. Avevo già letto il testo di un altro suo discorso famoso, Dovremmo essere tutti femministi. Magari prima o poi mi deciderò a leggere anche qualche suo romanzo.
Il libretto è brevissimo: 20 pagine di discorso (18, a essere precisi, visto che il testo inizia a pagina 3), più qualche pagina sull’autrice, per arrivare allo strabiliante totale di 26 pagine. I libri però non si misurano (solo) sulla loro lunghezza, e quel che dice Adichie è importante. Parte da episodi personali, da ciò che ha vissuto, ed essendo nigeriana inevitabilmente parla della percezione della Nigeria da parte degli statunitensi che ha incontrato quando si è trasferita negli Stati Uniti, e parla dei limiti con cui si è scontrata lei. Anche limiti al contrario, perché da bambina si è fatta condizionare dalle storie che leggeva nonostante la realtà in cui viveva.
È così, dunque, che si crea un’unica storia: mostrate un popolo come una cosa sola, come un’unica cosa, svariate volte, ed ecco che quel popolo diventa quella cosa.
È impossibile parlare di un’unica storia senza parlare di potere.
(Pagg. 11-12)
Siamo consapevoli, a livello teorico, che dopo una guerra sono i vincitori a scrivere la storia, a raccontare cosa è successo. Ricordarcene, quando studiamo la storia, non è sempre facile. Ma… e se non ufficialmente non ci fosse stata nessuna guerra? Se percepiamo una cosa come naturale perché ci è sempre stata raccontata in questo modo?
Uno dei temi di cui Adichie si occupa (anche se non in questo discorso) è la condizione della donna. In una cultura patriarcale, la donna viene vista come “l’angelo del focolare”. Il suo ruolo è quello, non ci sono discussioni. E non ci sono guerra che dicono che quello è il ruolo della donna, si tratta – o almeno si trattava – di una concezione accettata dalla maggior parte delle persone come qualcosa di naturale. Quanto è stato difficile per le prime femministe ribellarsi a questa narrazione? L’unica storia è questo. Le cose sono presentate solo da un unico punto di vista, fino al punto da cancellare tutte le possibili visioni diverse, anche quando magari sono le visioni diverse a essere corrette. E le storie sono controllate da coloro che detengono il potere.
Il discorso è inevitabilmente breve, suppongo che Adichie dovesse rispettare limiti di tempo. Ma le sue parole forniscono tanti spunti di riflessione importantissimi, applicabili in un’infinità di situazioni diverse. Quando ci troviamo di fronte a un’unica storia, forse è il caso di iniziare a prestare attenzione a tutto quello che in quella storia non entra. E a chiederci se ci sia qualcuno interessato a narrarci quell’unica storia.
Un estratto: https://www.einaudi.it/content/uploads/2020/01/Pagine-da-INT_adichie_chimamanda_ngozi_il_pericolo_di_un_unica_storia.pdf.