Il cuore dell’inverno di Robert Jordan. Dal prologo al capitolo 7

Rilettura di Il cuore dell’inverno di Robert Jordan.

I sigilli che trattengono la notte si indeboliranno, e nel profondo

dell’inverno il cuore dell’inverno nascerà fra i gemiti di lamento

e il digrignar di denti, poiché il cuore dell’inverno

cavalcherà un nero destriero. Il suo nome è morte.

IL CICLO KARAETHON: Le Profezie del Drago

Dobbiamo parlare d’inverno? Dobbiamo proprio? No, perché voi lo sapete che l’inverno sta arrivando, vero? Anche se Ora l’inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York e io non posso non chiedermi Amore, ricordi ancora il mio nome? Mi sono perso quando l’estate si è trasformata in inverno, colpita dal gelo. E quando giugno diventa dicembre è il cuore a pagarne il prezzo.

Inutile dire che è l’ultimo episodio, l’ultima ambientazione, quella che mi tocca più in profondità. E se invece di soffermarmi sull’inverno mi soffermassi sui destrieri?

1Quando l’Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono: «Vieni». 2Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora.

3Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: «Vieni». 4Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada.

5Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava: «Vieni». Ed ecco, mi apparve un cavallo nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. 6E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi: «Una misura di grano per un danaro e tre misure d’orzo per un danaro! Olio e vino non siano sprecati».

7Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: «Vieni». 8Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l’Inferno. Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.

Di sigilli ce ne sono un altro paio, ma Tarmon gai’don non è ancora arrivato quindi possono aspettare. Giovanni a volte era persino più visionario di Robert. Va bene, dopo la mia puntatina quasi blasfema passiamo al libro.

Prologo: Neve

Brrr! Sì, la Scodella dei venti ha fatto il suo lavoro, anche troppo, e il clima sta recuperando tutto il freddo che si era perso prima in un colpo solo. Spoiler su tutta La Ruota del Tempo. Sul serio, se non avete letto Memoria di luce fermatevi qui.

Quando Talene Minly si era rifiutata di giurare io avevo dato per scontato che fosse una Nera. Talene è una Nera, ma è facile dirlo quando si è tranquillamente seduti a leggere un libro e si sa con certezza che l’Ajah Nera esiste perché la si è vista all’opera un bel po’ di volte. È un po’ più difficile per persone che sono state catechizzate a credere che l’Ajah Nera non esiste, che magari hanno sempre visto in Talene un’amica e che sanno di essere impegnate da fare qualcosa di decisamente illegale. Per loro i dubbi sono inevitabili.

Questa scena del prologo, a quanto pare, si colloca immediatamente dopo l’ultimo capitolo di Seaine in Il sentiero dei pugnali, e per avere la certezza di essere nel giusto il gruppo di Adunanti deve far confessare Talene. Cosa che puntualmente avviene, anche se Talene fa nascere nuovi dubbi affermando che Elaida è una Nera. Sbagliato: Elaida è un’idiota, la Nera è Alviarin, ed è lei a passare tutte le informazioni. L’importanza delle informazioni e delle convinzioni sbagliate sulla cui base vengono prese decisioni importanti non sarà mai sottolineata abbastanza.

Elayne gestisce le cose a Caemlyn discutendo con quelle piaghe delle donne del Popolo del mare e poi con quell’altra piaga, per non dire peggio, che è Mazrim Taim, fino a quando non viene convocata dalle Aiel per la cerimonia che la rende sorella-prima di Aviendha. Questa cerimonia è una delle dimostrazioni di quanto Jordan avesse approfondito le sue culture, di quanto per lui ogni dettaglio fosse importante. Prima di leggerla pensavo che ci sarebbe stato un qualche banale giuramento, magari uno scambio di doni e fine, invece questa cerimonia è perfetta per una cultura come quella degli Aiel.

Con Toveine iniziamo a vedere un po’ meglio la vita nel campo degli Asha’man. Incontriamo per la prima volta Androl, chi l’avrebbe detto che sarebbe diventato così importante? Androl ci dice che due Asha’man vogliono imparare la guarigione inventata da Nynaeve e da lei usata su Logain.

«La signora al’Meara non mi ha detto molto di ciò che stava facendo, e io ho potuto apprendere solo dei piccoli frammenti dalle parole delle altre sorelle. Continua semplicemente a piantare il seme, nella speranza che cresca qualcosa. È tutto ciò che puoi fare.»

Certo che non gli ha detto cosa stava facendo, non lo sapeva neppure lei! Però, per fortuna, se lo è ricordato e ha potuto rifarlo.

Prima menzione delle lezioni private di Mazrim Taim, ci siamo giocati Mishraile. Taim appenda una bella lista dei disertori: Gedwyn, Torval, Rochaid, Kisman, Dashiva, Flinn, Hopwill e Narishma. Scommetto che se non avesse visto morire Morr avrebbe messo pure il suo nome sull’elenco. Comunque Rand ora è troppo impegnato nella fuga, sa che se si ferma gli altri lo raggiungono e che se sono in troppi ad assalirlo alle loro condizioni lui è morto, perciò non può occuparsi di Taim, ma dopo la pulizia di saidin avrebbe dovuto farlo. Flinn, Hopwill e Narishma nell’elenco dei traditori? Ma stiamo scherzando? E Rand che non capisce che serpe si è covato in seno, o che lo capisce e non fa nulla? Va bene essere impegnato, ma a volte è proprio tonto. La morte di Egwene è colpa sua, del suo disinteresse, anche se quella scena è una delle più grandiose della saga. Il confronto fra Egwene e Taim, quello fra Lan e Demandred… brrr, mi spiace che con Memoria di luce la saga sia finita, mi spiace che alcuni personaggi siano spariti in modo un po’ troppo sbrigativo, ma quel libro a tratti è davvero epico. Però a volte è colpa di Rand, che si assume un mucchio di colpe che non ha ma che le sue belle cavolate le fa.

A proposito di Rand qui inizia la sua lunga fuga, non prima di aver lasciato istruzioni a Dobraine. Bello il fatto che lui voglia costruire, non solo distruggere, anche se l’invenzione più utile della saga (almeno nelle attuali circostanze) la faranno Mat e Aludra, che sono ben lontani dalla sua scuola. Min ci da sapere che Rand ha chiesto di Shara, ennesima rapidissima citazione dopo tutte le rapidissime citazioni dei libri precedenti. Jordan non era sicuro che sarebbe riuscito a piazzare il popolo di Shara nella saga perché non poteva avere la certezza di quanto gli avrebbe consentito di andare avanti il suo editore (dopo che ha iniziato a raggiungere il primo posto nella classifica di vendita per l’editore Jordan avrebbe potuto andare avanti anche in eterno, ma all’epoca di La grande caccia, per dire un libro, non poteva essere certo di quanti libri avrebbe scritto), ma nel dubbio di poterlo fare lui intanto piazzava quel nome nelle menti dei lettori.

1: Il commiato dal Profeta

La Ruota del Tempo gira e le Epoche si succedono, lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sfuma nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tem­po trascorsa, il vento si alzò sopra l’Oceano Aryth. Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.

L’avete letto? Io sì, rileggo il paragrafo tutte le volte, anche se so già cosa dice. È un modo per rientrare nella storia, per sapere che siamo davvero lì, nella Ruota del Tempo, e non in un qualsiasi altro mondo. Quanto al capitolo è il classico capitolo iniziale, Jordan ricapitola brevemente la situazione di Perrin dopo l’incontro con Masema prima dell’esplosione che sappiamo imminente.

2: Catturata

Al ritorno al campo Perrin non solo scopre che Faile e le altre sono state catturate, ma deve pure evitare che i membri del suo disomogeneo gruppo si saltino alla gola a vicenda. La diffidenza fra alleati, su entrambi i fronti, rischia di provocare e a volte provoca risultati disastrosi per chi ne è coinvolto. La trama di questo e dei prossimi libri per Perrin e Faile è iniziata.

3: Usanze

La situazione di Faile e delle altre è tutt’altro che piacevole. Faile nota che Maighdin ha comportamenti regali, a volte ancor più di Alliandre, ma ovviamente non ne può capire il perché.

4: Offerte

Una volta portate all’accampamento degli Shaido le donne sono subito coinvolte negli intrighi locali con l’arroganza di Sevanna, i semi piantati da Therava nel tentativo di abbattere la capo clan e i maneggi di Galina che vuole fuggire. Ovvio che, non sapendo che è una Nera, Faile e le altre sono molto più in pericolo di quanto immaginano.

Probabilmente il motivo per cui non amo questa trama, per quanto ben costruita, è che Faile e le altre sono prigioniere. Se ripenso agli altri momenti, Egwene prigioniera dei Seanchan a Falme, lei, Nynaeve ed Elyne prigioniere delle Nere a Tear, Nynaeve ed Elayne rese impotenti da Ronde Macura e poi di nuovo a Ebou Dar dalla Famiglia, Morgase nelle mani dei Manti Bianchi, Rand nella cassa e poi di nuovo a Far Madding, mi viene rabbia. Vorrei mordere qualcuno. Pericolo ok, morte pure, piango per la perdita e vado avanti, ma l’impotenza, l’avere qualcuno che limita la volontà e le azioni (e con cose tipo l’a’dam e la Coercizione va pure peggio) faccio fatica a convivere.

5: Bandiere

Perrin si prepara a far muovere le sue forze, lupi compresi, in cerca di Faile. Del gruppetto fanno parte Berelain, che è troppo in gamba per poter essere disprezzata con facilità ma che potrebbe pure risparmiarsi i giochetti con Perrin, e quel folle di Masema con qualche migliaio di uomini.

6: L’odore della follia

Perrin che cerca di salvare Faile, bla, bla, bla… Ah, il folle ovviamente è Masema.

7: Le strade di Caemlyn

Devo proprio farmi un bello schema delle Nobili Case dell’Andor, perché per me a parte Trakand, Mantear e Taravin sono tutte uguali, e in un capitolo incentrato sulla politica la confusione crea qualche piccolo problema.

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2 risposte a Il cuore dell’inverno di Robert Jordan. Dal prologo al capitolo 7

  1. Raffaello ha detto:

    Certo che l’ho letto, anche nel tuo articolo. L’inizio dei libri della Ruota del tempo è splendidamente evocative. Lo rileggerei mille volte….mentre per quanto riguarda il lungo periodo con Faile prigioniera, beh quello sono felice di non doverlo rileggere più. Lento, noioso, esasperante. Ogni volta che cominciava un capitolo di Perrin mi sarei sparato.

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    • Anche a me piace tantissimo, non so in quanti articoli l’ho citato. Faile… suppongo che hai notato quanto sono stata rapida nel parlare di quei capitoli. Un po’ la lunghezza dei miei testi dipende dal tempo che ho a disposizione, ma ci sono argomenti che mi ispirano più di altri.

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