L’ultimo elfo di Silvana De Mari

Silvana De Mari, L’ultimo elfo

L’ultimo elfo è un libro per ragazzi. Lo dichiara la casa editrice stessa, che lo ha inserito nella collana Gl’istrici, libri che, a loro giudizio, scagliano i loro aculei come frecce e colpiscono la nostra fantasia e il cuore, affascinandoci e spaventandoci.

Non bambini, perché per leggere questo romanzo di Silvana De Mari, lungo poco più di 300 pagine, bisogna saper leggere bene. E certo la storia lancia i suoi aculei e colpisce fantasia e cuore, anche di chi ragazzo non lo è più, perché i grandi scrittori sono capaci di parlare a lettori di tutte le età.

Mi piacciono i libri per bambini, ogni volta che faccio un giro nel reparto della libreria dedicato ai piccoli vedo sempre tantissimi volumi che vorrei acquistare, e che spesso acquisto. I problemi, per me, nascono un po’ più avanti, con i libri per lettori grandicelli: in genere trovo le storie troppo lente, o con troppe spiegazioni, o con trame troppo semplici, personaggi mal caratterizzati, o una gran quantità d’ingenuità. Probabilmente in parte è anche colpa mia, ho letto troppo per poter apprezzare storie che mi sembrano prive di profondità.

Ma parlare ai bambini, prenderli sul serio, porsi sul loro piano e accompagnarli in una grande avventura facendoli riflettere mentre si divertono non è facile. La De Mari ci riesce benissimo.

Silvana De Mari e Mietta, L’ultimo elfo

L’ultimo elfo è stato anche trasposto in audiolibro, con Mietta che legge una storia che si colloca a cavallo fra fiabe, fantasy e avventura, con un tocco di umorismo che rende più vive certe verità che tutti dovremmo conoscere ma delle quali è tanto difficile parlare. Qui è possibile ascoltare le prime righe del romanzo:

http://www.emonsaudiolibri.it/catalogo/fantasy/l%E2%80%99ultimo-elfo

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Sua nonna diceva che se sognavi abbastanza forte le cose diventavano vere.” Perché la cosa più importante è non smettere mai di sognare, e far di tutto pur di far avverare i propri sogni.

Sono poche frasi, troppo poche per rendere la bellezza di un testo che va gustato pagina dopo pagina nella sua tenerezza, ingenuità e saggezza. Il mondo della De Mari è fantasy, ma è il nostro mondo, con la paura del diverso, l’arroganza dei potenti, e la forza dei sentimenti che può consentire di fare cose che paiono impossibili.

C’è la realtà, molto più di quanto non ce ne sia in molte opere che dovrebbero descrivere la nostra realtà e che non narrano di elfi, orchi o draghi. Ma, come ricordava J.R.R. Tolkien nel saggio Sulla fiaba alcune cose, come i lampioni, possono essere ignorati in quanto insignificanti, mentre le fiabe parlano di cose molto più importanti come i lampi (Il medioevo e il fantastico, pag. 219). E Silvana De Mari ci parla di elfi, dicendoci che “C’erano già state persecuzioni nei secoli passati. Micidiali persecuzioni. L’ultima volta li stavano solo spostando da un posto all’altro o, perlomeno, questa era stata la loro impressione.” (Pag. 189)

Anche i tedeschi negli anni ’30 e ’40 stavano solo spostando le persone da un posto all’altro.

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Si ricordò che doveva essere paziente con loro, cortese e paziente, perché loro erano dispersi in un mondo dove le parole erano perdute nel tempo e restavano solo nella memoria.” (pag. 73)

Senza la parola scritta rimane solo la memoria, e se non si fa attenzione la memoria può tradirci facilmente.

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Yorsh pensò che c’è un prima e un dopo nella vita: prima e dopo il momento in cui, per la prima volta, si tocca il mare. Le vite dove quel momento non c’è, sono vite dove forse manca qualcosa.” (pag. 161)

Per qualcuno può essere il mare, per qualcun altro un’altra cosa, ma per tutti è fondamentale trovare momenti che diano significato alla vita, che la cambino da prima a dopo.

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ti ricordi nella seconda dinastia runica la storia dei nani? Prima li hanno perseguitati perché portavano la barba, poi perché non ce l’avevano più. Semplicemente volevano le loro miniere.” (pag. 235)

I motivi per cui si odia qualcuno possono essere i più assurdi e contraddittori, specie se l’odio è indotto da qualcuno che potrebbe avere un motivo di cui non parla per fare ciò che fa.

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io ho letto la profezia prima di farla distruggere, come ogni altro scritto che imbrattava i muri di questo sito. Leggere al popolo non fa bene: non che qualcuno ne sia capace! Ho evitato questa sciagura.” (pag. 252)

Leggere, potersi formare da soli le proprie idee è importante. Se pensiamo a chi in passato ha bruciato i libri troviamo gli Inquisitori, i fanatici religiosi e Hitler. Non una bella compagnia.

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Sono solo alcune frasi, se dovessi davvero parlare del libro dovrei trascriverlo tutto, e questo per ovvi motivi non lo posso fare. Dagli otto anni in su è un libro da leggere, indipendentemente dal fatto che sia un fantasy e che teoricamente sia un libro per bambini.

La quarta di copertina:

In una landa desolata, annegata da una pioggia torrenziale, l’ultimo Elfo trascina la propria disperazione per la sua gente. Lo salveranno due umani che nulla sanno dei movimenti degli astri e della storia, però conoscono la misericordia, e salvando lui salveranno il mondo. L’elfo capirà che soltanto unendosi a esseri diversi da sé – meno magici ma più resistenti alla vita – non solo sopravviverà, ma diffonderà sulla Terra la luce della fantasia.

La quarta di copertina dell’audiolibro:

C’era una volta il popolo degli elfi che possedeva magia e sapienza. Poi vennero piogge torrenziali e lo sterminio, e Yorsh, un piccolo elfo, si ritrovò a vagare da solo in una landa desolata. Capace di accendere un fuoco con il pensiero ma spaventato a morte dagli umani, nel suo viaggio incontrerà un uomo, una donna e un drago e capirà che soltanto unendosi a esseri diversi da sé si può sopravvivere e diffondere sulla Terra la luce della fantasia. Premio Andersen e Premio Bancarellino, L’ultimo elfo è tradotto in diciotto lingue.

Silvana De Mari, L’ultimo orco

Il seguito di questo romanzo è L’ultimo orco, disponibile da settembre 2011 in edizione economica.

La quarta di copertina:

Un’ombra cupa, una terribile minaccia si stende sul Mondo degli Uomini: gli Orchi, che si abbattono come cavallette sulle città, radendole al suolo e trucidandone gli abitanti. Il Capitano Rankstrail della cavalleria leggera di Daligar vede il dolore spandersi come olio bollente, vede la disperazione annichilire gli animi, e giura a se stesso che nessun Orco potrà di nuovo infestare e uccidere. Ma ecco che qualcuno gli dà ordine di andare a caccia di un altro nemico, di sventare una nuova minaccia: e il Capitano Rankstrail incontra Yorsh, l’Ultimo Elfo mentre, fuggiasco, trascina verso la salvezza un esercito di diseredati, pronti a combattere piuttosto che tornare a una vita di stenti.

Due strade che si incrociano per dare vita alla nuova stagione della speranza e del riscatto; due vite segnate dalle scelte, dal senso di giustizia, dall’amore. Ognuno è artefice del proprio destino: e Rankstrail imparerà che Orco non è solo chi per disgrazia si ritrova cieco e brutale portatore di odio, ma è soprattutto chi, con discernimento e potere, sceglie la via della barbarie e della morte.

Di questa saga ha parlato Marina Lenti nel saggio Io combatto per vincere e combatto con quello che ho contenuto nell’antologia Il fantastico nella Letteratura per ragazzihttp://www.runaeditrice.it/index.php/component/virtuemart/view/productdetails/virtuemart_product_id/90/virtuemart_category_id/9.html.

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